Veicoli elettrici - mobilità - tecnologie - ambiente - energia rinnovabile. L'esaurimento delle risorse e le conseguenti ripercussioni politiche ed economiche rendono necessario ridurre la dipendenza dall'importazione di prodotti petroliferi e spingere quindi verso lo sviluppo di fonti energetiche alternative. I veicoli elettrici possono utilizzare tecnologie e risorse nel modo più efficiente.


giovedì 1 febbraio 2007

Cambiamenti climatici, la terra è un pianeta malato

La temperatura attuale solo di 5 gradi superiore a quelle dell'era glaciale. La febbre del pianeta sventola sulla Torre Eiffel. Nel 2100 la terra potrebbe registrare temperature superiori a quelle medie del 1990 che variano tra +2 gradi e +4,5 gradi. Sono queste le cifre che vengono raccolte a margine dei lavori dei 500 esperti del Gruppo intergovernativo sull'evoluzione del clima (Giec) riuniti da ieri nella sede dell'Unesco a Parigi in vista della messa a punto definitiva venerdì prossimo del quarto rapporto sul riscaldamento del pianeta terra e della preparazione di una sintesi che la Conferenza internazionale sulla "governance" dell'ambiente dovrà discutere e approvare il 2 e 3 febbraio.
Greenpeace ha dato a modo suo visibilità a questo avvenimento issando tre grandi bandiere che ricordano i guasti causati dall'uomo e dalle sue attività alla terra e ai suoi equilibri divenuti fragili e drammaticamente incidenti sul futuro stesso dell'umanità. I maggiori quotidiani francesi dedicano a questo avvenimento le prime pagine, di fronte al fatto che la modificazione del clima del globo è oramai una certezza e al fatto che la lotta contro il cambiamento climatico non viene più percepita come un "principio di precauzione" ma come una esigenza di "prevenzione".
Il precedente rapporto del 2001 ipotizzava una crescita tra +1,4 gradi e +5,8 gradi; la forbice si è ridotta grazie anche alla migliore messa a punto di modelli e di nuovi dati. L'idea prevalente, anche alla luce dei nuovi elementi, è che il fenomeno del surriscaldamento del globo non solo viene confermato ma anzi continua a peggiorare. Quello che preoccupa i ricercatori, come Anny Cazenave del centro di studi spaziali di Tolosa e autrice dello studio del rapporto sull'innalzamento dei livelli marini - è che i nuovi dati seguono la parte più alta e più drammatica delle ipotesi di crescita della temperatura terrestre. Per questa c'è una dato ritenuto invalicabile: un +2 gradi come limite per non arrivare ad una situazione di non ritorno. Questo significa che non bisogna superare la concentrazione di anidride carbonica nell'atmosfera di 450 parti per milione (ppm). All'inizio dell'era industriale le ppm erano 280 passate a 379 nel 2005. Questo aumento è responsabile del 70% del riscaldamento attuale e proviene, secondo Philippe Clais che ha stilato una parte del rapporto del Giec, direttamente dalla combustione di carbone, petrolio e gas naturale che rappresentano a loro volta l'80% delle fonti energetiche delle nostre società. Le nostre emissioni di anidride carbonica - ha aggiunto - sono aumentate del 3% ogni anno tra il 2000 ed il 2005 contro meno dell'1% tra il 1990 ed il 1999.
L'umanità non riesce a stabilizzare le proprie emissioni di gas serra e le conseguenze sono davanti a tutti, dallo scioglimento dei ghiacciai alpini, a quello dei ghiacci della Groenlandia, all'innalzamento dei livelli dei mari e degli oceani. Per far capire l'impatto del surriscaldamento terrestre ai livelli ipotizzati viene ricordato che la temperatura attuale è solo di 5 gradi superiore a quella dell'era glaciale terminata circa 10 mila anni fa. Attorno a questi temi il gruppo di esperti sta lavorando per arrivare ad una sintesi per indicare i rischi immediati e futuri di questa situazione, consentendo così la definizione di tempi e priorità dell'azione politica.
Istituito nel 1988 dalle Nazioni Unite e dall'Organizzazione meteorologica mondiale, il Giec ha saputo collegare ricerca scientifica a sensibilizzazione politica, riuscendo anche, rileva Le Monde, in un'azione di "lobby scientifica per allertare l'opinione pubblica". È questa sorta di "corridoio" tra studiosi e politici che attira non solo attenzione ma anche apprezzamento per il modo in cui ha saputo affrontare argomenti tanto vasti, globali, complessi in modo analitico e non strumentale.


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