Veicoli elettrici - mobilità - tecnologie - ambiente - energia rinnovabile. L'esaurimento delle risorse e le conseguenti ripercussioni politiche ed economiche rendono necessario ridurre la dipendenza dall'importazione di prodotti petroliferi e spingere quindi verso lo sviluppo di fonti energetiche alternative. I veicoli elettrici possono utilizzare tecnologie e risorse nel modo più efficiente.


mercoledì 30 aprile 2008

Oggi si inaugura il primo idrogenodotto urbano

Avrei voluto darvi un report della presentazione in quanto siamo stati invitati a partecipare all'inaugurazione, ma purtroppo impegni di lavoro mi costringono ad essere altrove. Accontentiamoci di un estratto giornalistico.

E’ unico al mondo e serve quattro aziende orafe aretine. L’appuntamento è per domani alle 11 nella zona industriale di San Zeno ad Arezzo. E’ lì che il presidente della Regione Toscana, Claudio Martini, aprirà i rubinetti del primo idrogenodotto al mondo realizzato in area urbana, capace di servire quattro aziende orafe, ma con l’obiettivo, entro la fine di quest’anno, di raddoppiare la quantità di gas erogato. I mille metri di tubazione di dieci centimetri di diametro, che corrono a poco più di un metro sotto terra, forniranno ogni ora circa 16 metri cubi di gas a 3 atmosfere, un livello che corrisponde a 53.000 metri cubi all’anno. L’obiettivo del progetto “Idrogeno per Arezzo” è quello di aumentare il numero delle aziende fornite e di arrivare entro il 2008 ad erogare almeno 100.000 metri cubi. "Quella di Arezzo è una tappa importante – commenta il presidente Martini – della Toscana del futuro, una regione più sostenibile ed ecompatibile in cui si dà impulso all’economia nel rispetto dell’ambiente. L’idrogeno ci aiuterà a cogliere l’obiettivo di respiro europeo che ci siamo dati, di incrementare del 20 per cento la quantità di energia prodotta con fonti rinnovabili, anche a servizio delle nostre aziende. Vanno in questa direzione sia l’esperienza aretina che il primo distretto italiano dell’idrogeno sorto lo scorso anno nel pisano e che abbiamo finanziato con 11 milioni di euro dalla Regione».“Idrogeno per Arezzo” è costato invece 1,2 milioni, con un contributo regionale di 400.000 euro. L’accordo volontario per la realizzazione del progetto è stato sottoscritto nell’aprile del 2004, mentre i lavori per la sua realizzazione sono iniziati due anni dopo. L’idrogenodotto collega 4 aziende orafe che usano il gas per il loro processo produttivo e per alimentare i quattro co-generatori a fuel cell da 5kW prodotti ed installati presso di loro. «Non è un caso – conclude Martini – che siano già pervenute richieste per estendere la rete ad altre aziende orafe vicine e che un operatore di telefonia locale voglia posare un cavo di fibra ottica accanto al tubo dell’idrogeno. Tra gli sviluppi futuri c’è anche la produzione di idrogeno da fonti rinnovabili, il fotovoltaico, e l’utilizzo della sovrapproduzione per l’alimentazione di mezzi ecologici».

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martedì 29 aprile 2008

FAP

Un articolo del Sole24 Ore Un "filtro" ai blocchi del traffico mette in dubbio l'effettiva efficacia dei filtri anti particolato, non solo quelli aggiunti a posteriori ma anche quelli montati sui veicoli usciti di fabbrica nuovi . Concordiamo abbastanza eccetto che sull'ultima frase un po' troppo rassicurante, a meno che non si chiarisca che 'dissolvere' non significhi ... scomparire.

"Sull'efficacia dei filtri nella guida di tutti i giorni si dibatte molto, anche riguardo a quelli di serie: il loro funzionamento ottimale necessita di gas di scarico a temperature di 4-600 gradi, irraggiungibili nei brevi spostamenti. In queste condizioni, il filtro tende a intasarsi e per non pochi modelli è stato necessario farli "ripulire" in officina, con disagi e costi: il problema è che la guida urbana non riesce ad attivare la "rigenerazione", processo con cui ogni 400-500 chilometri s'inietta una quantità supplementare di gasolio che consente di alzare la temperatura allo scarico, facendo bruciare le polveri trattenute nel filtro. Anche il prodotto di questa combustione è ritenuto nocivo da alcuni, ma l'opinione prevalente degli studiosi è che si formino principalmente composti volatili, che si dissolvono poco dopo essere stati emessi in aria."

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lunedì 28 aprile 2008

Arriva «Uno», incrocio tra moto e Segway

Si chiama semplicemente Uno ed è una sorta di ibrido fra una moto e un Segway. Il prototipo è stato presentato recentemente alla fiera del ciclo di Toronto ed ha destato grande curiosità tra i visitatori. Come per il popolare Segway basta un po' di equilibrio e d'allenamento per andarci in giro. Il veicolo da strada ha tecnicamente due ruote ma a differenza della comune motocicletta una è posizionata accanto all'atra, sulla parte anteriore. Pesa 54 kg ed è eco-friendly in quanto funziona ad elettricità. Ha un motore elettrico collegato ad un sistema di giroscopio simile al Segway. In questo caso, tuttavia, i dispositivi fisici rotanti sono due: per andare in avanti e indietro e per girare. Per il resto, funziona come un Segway: «quando una persona si inclina in avanti col corpo Uno si muove in avanti», ha detto l'inventore, Ben J. Poss Gulak, un ragazzo americano appena diciottenne. Per progettarlo, ha spiegato, non è stata necessaria una squadra di ingegneri; è bastato scaricare da Internet il programma "Google SketchUp", il software gratuito di progettazione 3D. Poi, con l'aiuto di qualche amico meccanico e con un po' di olio di gomito e tanta fantasia ecco nata l'originalissima moto. Nel corso del National Motorcycle Show di Toronto, diversi espositori hanno dimostrato interesse ed il giovane inventore spera ora di poterlo portare presto sul mercato.

corriere.it

sabato 26 aprile 2008

Non combattono lo smog, sotto processo il governatore della Toscana, i sindaci di Firenze e dintorni

Avrebbero dovuto combattere lo smog per tutelare la salute dei cittadini. Avevano gli strumenti per farlo, conoscevano la gravità del fenomeno, ma si sono limitati a mettere in atto misure e interventi programmati, tutti "palesemente inutili e irrilevanti". È con questa motivazione che la procura della Repubblica di Firenze ha chiesto il rinvio a giudizio per 14 pubblici amministratori.
Chiesto rinvio a giudizio per sindaci e amministratori
Omissione e rifiuto di atti d'ufficio e getto pericoloso di cose. La richiesta è arrivata per il presidente della Regione Toscana Claudio Martini e l'ex assessore regionale all'ambiente Marino Artusa, nonché per il sindaco di Firenze Leonardo Domenici, i suoi colleghi di Scandicci, Simone Gheri, di Signa, Florestano Bitossi, di Sesto Fiorentino, Gianni Gianassi, di Calenzano, Giuseppe Carovani e di Campi Bisenzio (l'ex primo cittadino Fiorella Alunni), e per i loro rispettivi assessori all'ambiente. Ora la parola passa al gip, che dovrà fissare l'udienza preliminare e decidere se mandarli a processo o proscioglierli.

Le accuse
Secondo i magistrati, le ordinanze sindacali concordate con la Regione - che imponevano il divieto di circolazione dei veicoli euro 0 o la limitazione dei veicoli euro 1 - non sono state in grado di limitare il traffico, perché si riferivano soltanto ai veicoli immatricolati prima del ´95 e introducevano amplissime deroghe. Inoltre, è stato trascurato completamente il grave problema delle emissioni di ossidi di azoto provenienti dai veicoli alimentati a diesel.

Le omissioni
La Procura ricorda che i sindaci hanno il potere di adottare misure di limitazione della circolazione per motivi di tutela della salute e di prevenzione degli inquinamenti, ma «almeno dal gennaio 2005, si sono rifiutati di provvedere a rendere effettivi gli interventi di miglioramento della qualità dell'aria per i parametri delle polveri sottili e degli ossidi di azoto».

Le conseguenze sulla salute dei cittadini
I pm citano i piani sanitari nazionali degli ultimi anni e specifici studi epidemiologici effettuati nel territorio della piana fiorentina, che «evidenziano un rapporto diretto fra inquinamento atmosferico e danni agli apparati respiratorio e cardiovascolare dei soggetti esposti". Nel piano sanitario nazionale 2006-2008 si legge: «Si può affermare con assoluta certezza che all'inquinamento atmosferico è attribuibile oggi una quota rilevante di morbosità acuta e cronica e la diminuzione della speranza di vita dei cittadini che vivono in aree con livelli di inquinamento elevato».

firenze.repubblica.it
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Nucleare: al via il primo approvvigionamento per ITER



E' stato lanciato in Europa il primo approvvigionamento per Iter. In questo modo la Fusion for Energy (F4E), l'agenzia responsabile della partecipazione europea al reattore termonucleare sperimentale (Iter), aprirà la strada a nuove opportunità commerciali per l'industria.
Creata nell'aprile del 2007 con sede a Barcellona, la F4E collabora con organizzazioni dell'industria e della ricerca in tutta Europa per fornire le componenti necessarie alla costruzione del reattore sperimentale a fusione. Lo scopo del primo approvvigionamento dell'agenzia è quello di fornire i fili di rame cromati per i magneti a super conduzione di Iter, che manterranno il plasma in posizione all'interno del reattore. ''Questo primo approvvigionamento segna l'inizio di un forte partenariato con le organizzazioni dell'industria e della ricerca europee nella fornitura di componenti per Iter per assicurare la riuscita di questa operazione'' ha spiegato Didier Gambier, il direttore di Fusion for Energy. Quasi la metà delle componenti necessarie per la costruzione di Iter proverrà dall'Europa sotto forma di contributi in natura. F4E dispone di un budget di 4 miliardi di euro per i primi 10 anni.
Iter e' un progetto internazionale di ricerca collaborativa senza precedenti che coinvolge sette partner: Unione Europea, Giappone, Cina, Repubblica di Corea, Russia, India e Stati Uniti. Con sede a Cadarache nella Francia meridionale, il reattore sperimentale proverà a riprodurre sulla terra le reazioni nucleari che alimentano il sole e altre stelle. Per produrre questa energia il reattore avrà bisogno di riscaldare il plasma a idrogeno a temperature superiori a 100 milioni di gradi centigradi. Viene stimato che il reattore potrebbe produrre, in pulsazioni continue, una potenza di fusione di circa 500 megawatt. Proprio a causa della temperatura del plasma cosi' elevata, il nucleo deve essere contenuto in un campo magnetico per evitare qualsiasi contatto con la parete del recipiente.

Qui

Per saperne di più
http://fusionforenergy.europa.eu

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venerdì 25 aprile 2008

Una ibrida alla 24 ore del Nürburgring

Una versione ibrida della Gumpert Apollo partirà alla 24 Ore del Nürburgring nel week-end del 25 maggio affidata alla guida dellex pilota di F1 Heinz-Harald Frentzen e Dirk Muller.
La vettura ibrida Apollo utilizzerà un motore elettrico da 100kW che usufruisce della rigenerazione in frenata in aiuto al motore a benzina bi-turbo V8 da 630 hp.

Il sito web Gumpert

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giovedì 24 aprile 2008

BYD F6DM Plug-In Hybrid Cinese

L'ecocompatibilità è arrivata anche qui, in una Cina che - consumata dalla febbre dello sviluppo - non sembrerebbe prestare troppa attenzione all'ambiente. Invece sono diverse le Case locali, tra cui la Great Wall, che hanno presentato studi di auto elettriche o ibride. La Byd ha addirittura promesso per la fine dell'anno di mettere in strada la prima auto cinese ibrida, la F6DM - dove DM sta per Dual Mode - che sposa un motore elettrico a un piccolo motore termico ausiliario: con il primo la Casa dichiara un'autonomia di oltre 100 km, che diventano 490 impiegando anche il motore a benzina. Suona familiare? È lo stesso principio di massima della Volt e della Flextreme, concept presentate negli ultimi mesi dalla General Motors: solo che il modello di serie per la casa americana non arriverà prima del 2010!

quattroruote.it

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mercoledì 23 aprile 2008

Si è celebrata la Giornata della Terra

Si è celebrata ieri in tutto il mondo la Giornata della Terra, appuntamento che torna ogni anno dal lontano 1970 quando Gaylord Nelson, senatore del Wisconsin, mobilitò 20 milioni di americani per una gigantesca dimostrazione in favore dell'ambiente. Da quella mitica manifestazione nel 2000 nacque, su iniziativa dello stesso Nelson, l'Earth Day Network e oggi la celebrano 4.000 eventi in 174 paesi. Tutti gli appuntamenti sono all'insegna della parola d'ordine "A call for climate", ovvero "una chiamata per il clima". L'invito rivolto dagli organizzatori ai cittadini è infatti a fare una telefonata "ai propri governanti per richiamare la loro attenzione sui problemi ambientali".

repubblica.it/

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Petrolio 119,37 $ al barile

Chiusura ieri con un altro record assoluto del petrolio al Nymex New York dove è stato fissato a 119,37 dollari al barile.
Aggiornamento il petrolio malaysiano denominato Tapis in questo momento è a 125,64.

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martedì 22 aprile 2008

Le eco-chiese

"Costruirle bene per vivere meglio". "Materiali, spazi, strutture: tutto dovrà essere compatibile". Rivoluzione architettonica in nome dell'ambiente: le nuove chiese in Italia e nel mondo dovranno essere ecocompatibili. Un vero e proprio piano operativo in materia di costruzioni sacre che ha nella bioarchitettura il tratto più caratterizzante: alla Cei assicurano che si potrà ottenere un risparmio energetico calcolabile dal 30 al 70 per cento. Edifici di culto nell'orizzonte della sostenibilità", sono stati varati analoghi criteri architettonici che dovranno essere applicati anche per il restauro e la ristrutturazione degli edifici di culto ubicati nei centri storici che, nella stragrande maggioranza dei casi, sono dotati di grande valore artistico. Un immenso patrimonio storico-edilizio - fatto di cattedrali, chiese di città e cappelline di campagna, antichi conventi, cenacoli e comunità parrocchiali -, al quale guardano con crescente interesse anche quei progettisti-restauratori che operano seguendo i dettami della bioarchitettura più avanzata caratterizzata da tecniche e uso di materiali da costruzione concepiti per la salvaguardia ambientale degli spazi e delle strutture portanti.

repubblica.it/

(Abbazia di San Galgano -Siena- 1200 d.C)
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Petrolio 117,48 $ al barile


Chiusura ieri con un altro record assoluto del petrolio al Nymex New York dove è stato fissato a 117,48 dollari al barile.

Aggiornamento il petrolio malaysiano denominato Tapis in questo momento è a 124,18.

lunedì 21 aprile 2008

Una valutazione comparativa dei sistemi di propulsione elettrica

Una valutazione comparativa dei sistemi di propulsione elettrica per le flotte di veicoli leggeri da trasporto nel 2030 negli USA

Questo documento quantifica il potenziale dei sistemi di propulsione elettrici per ridurre l'uso di petrolio e le emissioni di gas a effetto serra (GHG) nel 2030 negli Stati Uniti per la flotta di veicoli da trasporto merci leggeri. Il sistemi di propulsione in esame includono ibrido benzina-elettrico veicoli (HEVs), i veicoli ibridi plug-in (PHEVs), i veicoli ibridi fuel-cell (FCVs), e i veicoli elettrici a batteria (BEVs).
Le prestazioni e il costo delle principali tecnologie abilitanti sono stati estrapolati su un orizzonte temporale di 25-30 anni. Questi risultati sono stati integrati con i software di simulazione per modellare prestazionale del veicolo e il consumo di energia da serbatoio a ruota. L' energia well-to-wheel e le emissioni di gas a effetto serra (GHG) delle tecnologie del veicolo del futuro sono stati stimati integrando la valutazione tecnologica dei veicoli con le valutazioni dei diversi carburanti.

I risultati mostrano che, se le dimensioni del veicolo e le prestazioni rimangono costanti ai livelli di oggi, questi sistemi di propulsione elettrica sono in grado di ridurre o eliminare il settore dei trasporti dalla dipendenza da petrolio.
Tuttavia, il ricorso continuato ai combustibili fossili senza un blocco efficace del carbonio ed il suo sequestro per produrre l'elettricità e l'idrogeno portano le riduzioni a circa 60% rispetto all'attuale situazione con la tecnologia dei motori a scoppio.
Si prevede l'utilizzo delle batterie al litio con vari adattamenti delle caratteristiche delle prestazioni: la possibilità di mantenere la capacità anche alle alte profondità di scarico e miglioramenti evolutivi della potenza specifica e densità di energia.
Si presume che l'energia specifica migliora di un fattore pari a oltre 1,5 delle attuali pacchi di batterie Litio (un tasso di circa il 2% l'anno) sia per quanto riguarda l'aspetto della potenza che quello dell'alta energia.

Autori:
Matthew A. Kromer - TIAX LLC
John B. Heywood - Massachusetts Institute of Technology
Data di pubblicazione: Aprile 2008
Numero documento: 2008-01-0459

http://www.sae.org/technical/papers/2008-01-0459


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in formato PDF
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domenica 20 aprile 2008

L'EPA propone: 90 km/l entro il 2030

Leggiamo su autoblog.it una curiosa notizia. Le auto nel 2030 dovranno percorrere almeno 90 km al litro. All'EPA sono tutti ottimisti e fuori dal mondo ... nel senso che qualcuno ancora crede che possa esserci tanto petrolio da sprecarlo nelle stufe a quattro ruote.. nel 2030. "... i barili di greggio potrebbero aumentare dagli 85 milioni giornalieri ai 120 entro il 2030...." niente sanno del Picco del petrolio. Poveri noi!
Ecco la notizia:

È partito tutto dall’EPA, anche se l’effetto a catena non si è lasciato attendere: l’Environmental Protection Agency, organismo statunitense preposto alla tutela dell’ambiente, avrebbe avviato una vera e propria battaglia per ridurre drasticamente le emissioni di gas serra emesse dalla auto. Nel caso la proposta venga approvata, l’ente avrebbe già definito lo standard cui conformarsi: entro il 2030, tutte le auto vendute nel suolo nord-americano dovranno percorrere almeno 90 chilometri con un litro. Questo si potrà tradurre (nel 2050) con un abbattimento compreso fra il 50 e l’80% di emissioni inquinanti rispetto al 2000. Margo Oge, responsabile dell’Ufficio Trasporti dell’EPA, ha dichiarato che, pur essendo un progetto ambizioso e di difficile realizzazione, non si possono valutare ulteriori proroghe. Anche perché la richiesta di petrolio aumenta in maniera esponenziale: a causa della crescita di Cina e India, i barili di greggio potrebbero aumentare dagli 85 milioni giornalieri ai 120 entro il 2030.

autoblog.it/

sabato 19 aprile 2008

Approvata la nuova direttiva europea anti-smog

E' lotta alle micropolveri. Nuovi limiti per i PM2,5: meno 20% entro il 2020. A livello dell'intero territorio nazionale, gli Stati membri dovranno rispettare il valore limite di 25 microgrammi di PM2,5/m3, da raggiungere obbligatoriamente entro il 2015. Prorogabile solo al 2011, invece, il rispetto dei limiti del PM 10.
E' realta' la nuova direttiva europea sulla qualita' dell'aria, adottata in via definitiva. Conferma quanto approvato dal Parlamento Europeo. Per i limiti del Pm 10, sforati in molte zone tra le quali quasi tutte le città italiane, il rispetto della media annuale di 40 microgrammi non è prorogabile oltre al 2011, e così il limite di 35 giorni oltre i 50 mcg. Per ottenere la proroga al 2011 bisogna dimostrare che si sta facendo il massimo.
La Commissione europea ha espresso soddisfazione in quanto il testo adottato dagli stati membri e dal parlamento europeo ''riprende quasi integralmente - ha detto la portavoce all'ambiente Barbara Helfferich - la proposta che aveva presentato nel settembre 2005 e dimostra il forte impegno dell' Unione europea a migliorare la qualita' dell'aria nell'Ue attraverso la definizione di livelli di concentrazione vincolanti per le particelle sottili (PM2,5)''. Per il Commissario all'ambiente, Stavros Dimas, l'Unione europea ''ha oggi compiuto un passo decisivo nella lotta contro una delle principali cause dei problemi che colpiscono l' ambiente e la salute''. La nuova direttiva sulla qualita' dell' aria ''e' una risposta ai timori dei cittadini perche' - ha aggiunto Dimas - fissa standard elevati, ma realistici, per combattere l'inquinamento dovuto alle particelle sottili (PM2,5) nell'Unione europea''.

ecodallecitta.it
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venerdì 18 aprile 2008

WTI 116,93 $ al barile, petrolio chiude in record


Si chiude la settimana con un altro record assoluto del petrolio al Nymex New York dove è stato scambiato a 117,00 dollari per poi fissarsi a 116,93 dollari al barile.

Rottamare non abbatte l'inquinamento

L'inchiesta di Legambiente: "Rottamare non abbatte l'inquinamento"

Emissioni lì CO2 doppio scenario
SCENARIO A - 3 auto -L'automobilista in 30 anni utilizza 3 vetture, • acquistando modelli meno inquinanti e rottamando i precedenti

SCENARIO B - 2 auto - L'automobilista in 30 anni utilizza 2 vetture, acquistando un solo modello meno inquinante e rottamando il precedente

MODELLO DI PARTENZA (lo stesso per i due scenari)
Volkswagen Passat 1.9 Tdi (1998)

Tonnellate di gas serra emesso nel ciclo di vita di un'automobile (produzione, uso, approvvigionamento, carburante, smaltimento

TOTALE EMISSIONI PRODOTTE IN 30 ANNI
scenario A 83,31 scenario A 86, 66

L'inchiesta di Legambiente: "Rottamare non abbatte l'inquinamento"

Ricerca di Legambiente: meno emissioni di CO2 se si tiene l'auto più anni

Lo studio considera il ciclo di vita completo della, vettura

E' un duro colpo al mito della rottamazione e a tutte le po-litiche di incentivazione che da anni, soprattutto in Italia, hanno rivoluzionato il mercato delle quattro ruote e le tendenze di spe-sa degli automobilisti. A sferrarlo sono le conclusioni di uno studio di Legambiente: chi cambia a varie riprese l'auto passando a mo-delli più moderni sotto il profilo dei consumi e dell'ambiente, ge-nera maggiore inquinamento di chi invece opta per tenere più a lungo l'automobile, anche se si tratta di un modello ambiental-mente obsoleto.
La ricerca prende le mosse dal cosiddetto Life Cycle Assessment, ovvero la valutazione in termini di CO2 emesso dei carichi energetici e ambientali durante l'intero ciclo di vita dell'auto: produzione, uso, approvvigionamento petrolifero (le operazioni che servono a por-tare il greggio dai pozzi al serba-toio) e smaltimento. Valutazione non molto diffusa tra le case auto-mobilistiche, ma che la Volkswa-gen, uno dei gruppi maggiormen-te impegnati sul fronte ambienta-le, ha realizzato per alcuni suoi modelli. Legambiente, in partico-lare, prende in esame per un esa-me parallelo la Vw Passat 1.9 TDI del 1998 e la Vw Passat Estate 1.9 TDI DPF Blue Motion del 2007. Considerando un arco di tempo di 30anni(a partire dal 1998),la ricerca mette a confronto, da un la-to, un automobilista che percorre mediamente 15mila chilometri ogni anno e che opta per cambia-re macchina ogni 10 anni; dall'al-tro, un automobilista che percor-re sempre I5mila chilometri all'anno ma che decide di cambiare vettura solo dopo 15 anni.
Nei primi 10 anni, naturalmente, i valori tra i due scenari sono analoghi, visto che le auto di par-tenza sono uguali: la produzione complessiva di CO2 % pari a 35,3 tonnellate. Dal 2008 scattano le differenze: nel primo scenario il proprietario rottama la sua vettu-ra e la sostituisce con l'evoluzione (meno inquinante) della sua auto precedente. Nei dieci anni suc-cessivi —grazie al miglioramento del processo produttivo, ai mino-ri consumi e all'abbattimento delle emissioni inquinanti — la sua produzione di CO2 sarà più contenute: 28,72 tonnellate e una riduzione del 15% circa rispetto al modello rottamato. Dieci anni dopo, nel 2018, si comporterà allo stesso modo, rottamando la sua vettura e acquistando un modello simile per cilindrata e prestazioni. Ipotizzando anche un'analoga evoluzione della tecnologia, ossia un ulteriore risparmio del 15% per le emissioni, la sua produzione di CO2 sarà in questo caso di 24,3 tonnellate. Complessivamente, nell'arco dei 30 anni, con tre auto e con 450mila chilometri percor-si, il primo proprietario avrà emesso 88,31 tonnellate di gas serra.
Nel secondo scenario, l'automobilista arrivalo al 2008 decide di mantenere la sua vettura per al-tri cinque anni: alle 35,3 tonnella-te di CO2 vanno dunque aggiunte altre 11,1 per l'uso dell'auto e 3,2 per l'approvvigionamento del petrolio. L'automobilista rottama la propria macchina nel 2013 pas-sando ad un modello simile per ci-lindrata e prestazioni. Anche qui si può ipotizzare un analogo trend del taglio dei gas serra per la pro-duzione e l'uso dell'auto, ossia un abbattimento di circa il 24% nel 2013 rispetto al modello prece-dente. Con la nuova vettura pro-durrà nel corso dei quindici anni successivi 37,2 tonnellate di CO2. Il secondo proprietario, quindi, avrà emesso in totale, sempre in 30 anni ma con due soli veicoli, 86,66 tonnellate di CO2 meno gas serra di quanto prodotto dal pri-mo automobilista nel corso dello stesso arco di tempo.
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Il ciclo di vita di un'automobile
Quota % delle emissioni di CO2 nelle 4 fasi
0,4 Smaltimento
19,6 Produzione
70,9 Utilizzo
9,1 Approvvigionamento carburante
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PER SAPERNE DI PIÙ
www.legambiente.it
www.life-cycle.org
www.unrae.it

La Repubblica MARTEDÌ 8 APRILE 2008

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giovedì 17 aprile 2008

APRE - Architettura di qualità: certificare la sostenibilità

L'associazione pop point of presence invita a partecipare e visitare l'unico sportello per l'energia in Italia, infatti per una volta all'anno i cittadini possono informarsi direttamente:

expo APRE architettura per il risparmio energetico
Forum "ARCHITETTURA DI QUALITÀ: CERTIFICARE LA SOSTENIBILITÀ"
alla visiona del Film inedito a Firenze: LAST CALL FOR PLANET EARTH

expo APRE
architettura per il risparmio energetico
dal 17 al 20 aprile 2008
ore 10.00 - 19.00
eco – padiglione in piazza Strozzi, a Firenze.
ingresso gratuito.

Forum APRE
18 aprile 2008
dalle ore 9.30 alle 18.00
Sala Altana di Palazzo Strozzi, in piazza Strozzi, a Firenze
dal titolo: "ARCHITETTURA DI QUALITÀ: CERTIFICARE LA SOSTENIBILITÀ"
Per una commissione ministeriale che riunisca e crei leggi per la certificazione uniformata a livello nazionale.
Durante l'incontro, che verrà presentato e introdotto dall'Assessore all'Urbanistica Gianni Biagi, del Comune di Firenze, verrano affrontati dai relatori presenti, i seguenti temi: dalla certificazione ambientale del prodotto edilizio, alla certificazione energetica ed ambientale del sistema edificio in armonia con le leggi 192/2005 e 311/2006.L'ingresso al Forum è ad invito con registrazione di conferma.


Modera
arch. Almir de Leo
Point of presence


emissione zero, l'unica possibilità!


POP POINT OF PRESENCE
associazione per la cultura di chi si vuole bene
piazza santo spirito, 18 ar
50125 firenze
www.ruotati.com
info@popcafe.net

arch. Almir de Leo
vicePresidente POP point of presence

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A qualcuno piace caldo. Errori e leggende sul clima che cambia

Nel settore dell'informazione sui cambiamenti climatici si assiste da qualche tempo a una pericolosa biforcazione. Da un lato, la quasi totalità degli scienziati è concorde nell'indicare nelle attività umane il principale responsabile dell'aumento di CO2 nell'atmosfera con la conseguente crescita delle temperature globali, a cui diventa sempre più urgente fare fronte con politiche e strategie mirate; dall'altro, sui media trovano spazio argomentazioni che di scientifico spesso hanno poco e che negano qualunque valore all'imponente mole di evidenze che si va via via accumulando. Non passa infatti giorno senza che qualcuno affermi che il riscaldamento globale non esiste, o che se anche ci fosse non sarebbe poi così male, oppure che è causato dal Sole, dai vulcani e persino dai moscerini... e il risultato è un'inerzia troppo spesso sospetta.
Per riportare il dibattito entro i limiti della discussione scientificamente corretta, Caserini prende in esame le posizioni dei "negazionisti" e ne evidenzia, con ironia e senza mai indulgere in tecnicismi, le incoerenze, le manipolazioni e, in parecchi casi, i condizionamenti esercitati da lobby e gruppi di pressione: una lettura indispensabile per fare chiarezza in un campo che tocca molto da vicino la vita di ciascuno di noi.

Stefano Caserini, docente di Fenomeni di Inquinamento al Politecnico di Milano, svolge da anni attività di ricerca nel settore dell'inquinamento dell'aria e dei cambiamenti climatici. È consulente di enti pubblici e privati per la redazione degli inventari delle emissioni in atmosfera e per l'impostazione delle politiche di riduzione. Ha collaborato alla revisione del Quarto Rapporto IPCC, Terzo Gruppo di Lavoro, ed è autore di circa 60 pubblicazioni scientifiche nel settore dell'inquinamento dell'aria e della gestione dei rifiuti.
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E' record: WTI 115,21 $ al barile



Altro record assoluto al Nymex New York dove ieri il petrolio è stato scambiato a 115,21 dollari per poi fissarsi a 114,93 dollari al barile.

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mercoledì 16 aprile 2008

Il progetto RITE

Roosevelt Island Tidal Energy Project
East River, New York City

Iniziato nel 2002, il progetto Roosevelt Island Tidal Energia (RITE) della Verdant Power sta per iniziare nell'East River a New York City's, lungo la sponda orientale del Roosevelt Island.

Il Progetto RITE incorpora un Kinetic Hydropower System completo di Free Flow ™ Turbine dato dall potenza delle maree.

Il progetto RITE sarà suddiviso in tre fasi, prova, dimostrare e commerciale fornendo energia elettrica appunto dalla forza motrice delle maree grazie alle turbine Free Flow ™. Il progetto sta partendo con dimostrazione iniziale con sei turbine che diventeranno 100-300 turbine a regime. A piena produzione il progetto potrebbe generare fino a 10 MW di potenza sufficiente per circa 8.000 case di New York.









The RITE Project
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martedì 15 aprile 2008

Petrolio da record: WTI 113,79 $ al barile



Altro record assoluto al Nymex New York dove il petrolio è stato scambiato a 113,80 dollari per poi fissarsi a 113,79 dollari al barile.

lunedì 14 aprile 2008

Ora il mondo ha fame. La guerra dei cereali

Meditiamo sul fatto che non è eticamente accettabile l'uso dei biocarburanti che mette in competizione la sopravvivenza di parte dell'umanità con i cilindri delle auto.

Il raddoppio dei prezzi di mais, grano e riso ha scatenato rivolte in decine di Paesi.
In Egitto 12 mila persone sono state arrestate perché vendevano farina al mercato nero. Nelle Filippine, in preda a una crisi alimentare gravissima, il governo minaccia di condannare all'ergastolo chi si accaparra il riso per rivenderlo, poi, a prezzi maggiorati. Ovunque — dall'Africa al Pakistan, dalla Thailandia al Messico — i cereali, nuovo oro dei campi, vengono protetti come un bene prezioso: nell'imminenza del raccolto, i terreni sono sorvegliati da guardie armate. Fino a ieri nel nostro ricco Occidente ci siamo occupati quasi solo degli alti prezzi petroliferi, allarmati dal rincaro del pieno di benzina. Certo, continuavano ad aumentare anche pane e pasta, ma il cibo incide solo per il 15-18 per cento sul bilancio di una famiglia europea (10-14% per quelle Usa). Ora, all'improvviso, scopriamo che il raddoppio dei prezzi di grano, mais, riso e soia sta sconvolgendo il mondo: Stati che credevano di aver sconfitto la fame ripiombano nella situazione di qualche decennio fa.
RISCHIO GUERRA CIVILE - La Fao, l'organizzazione alimentare dell'Onu, denuncia che in Africa, Asia e America Latina, 36 Paesi rischiano la guerra civile. Sono nazioni poverissime nelle quali la gente.
MUTAMENTI CLIMATICI - Ma i mutamenti climatici stanno rendendo irregolare questo ciclo. Se il monsone arriverà in forma attenuata, come nel 2002, il raccolto potrebbe ridursi del 20 per cento: 30 milioni di tonnellate di grano in meno. Sarebbe un disastro.

corriere.it


Fame nel mondo: Banca Mondiale, agire immediatamente
L'allarme cibo ha dominato la riunione primaverile della Banca mondiale che ha chiesto un intervento immediato dei Governi per evitare che la crisi accesa dalla corsa dei prezzi dei beni di prima necessita' si trasformi in emergenza. I paesi ricchi si sono impegnati a raccogliere 500 milioni di dollari entro il primo maggio per finanziare i bisogni piu' urgenti identificati dal World food program delle Nazioni unite e coprire le spese aggiuntive determinate dall'inflazione.

repubblica.it
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La Casa Elettrica

Ringraziamo vivamente l'Ing. Silvano Robur, l'autore del seguente post. Interessante l'aspetto del risparmio, della razionalizzazione dei consumi, della produzione di energia.




La Casa Elettrica

Correva l’anno 1930. In occasione della Triennale di Monza gli architetti Figini e Pollini esposero la loro casa (si veda la figura in alto) concepita per essere energeticamente gestita attraverso l’uso della sola elettricità. Illuminazione, elettrodomestici, ventilazione, cucina, ris
caldamento, acqua calda, erano tutti gestiti attraverso l’elettricità.
Le massaie dell’epoca, ancora abituate all’uso di fumose cucine alimentate a carbonella o gas illuminante (velenosissimo per la presenza di monossido di carbonio), di stufe alimentate a legna o carbone, erano meravigliate da questa costruzione in cui tutto era gestito attraverso il semplice azionamento di un interruttore.
Persino la cucina era alimentata elettricamente mediante piastre a resistenza che presentavano comodità d’uso e pulizia.
Venne chiamata “La Casa Elettrica”.

All’epoca l’elettricità in Italia veniva per il 90 % prodotta da fonte idroelettrica, conosciuta dai nostri nonni come il “carbone bianco”, che avrebbe affrancato la nostra patria dalle importazioni di carbone dopo le sanzioni del 1936 derivanti dalla Guerra di Abissinia.
Era dunque una fonte energetica rinnovabile ed inesauribile.
Potremmo muovere alcune critiche all’architettura del tempo propugnante un uso delle superfici vetrate che mal si addicono a formare un involucro deputato ad isolare il volume dalle avversità atmosferiche.
Ma era una costruzione dell’epoca, in cui il Razionalismo, figlia del Futurismo, imperava tra gli architetti.
A quei tempi si progettavano forme completamente disgiunte dai contesti ambientali : cilindri e parallelepipedi di ferro e vetro avvolgevano strutture di scale senza alcun riguardo ai dispendi energetici confidando nel progresso degli impianti che avrebbero sopperito fornendo luce e calore agli ambienti altrimenti invivibili.

Possiamo osservare come l’idea sia estremamente valida e sviluppabile grazie alle moderne tecnologie potendo giungere a sviluppare una odierna “Casa Elettrica” completamente svincolata dall’uso di com
bustibili fossili e biomasse ed energeticamente indipendente.
Mi chiederete : ma come è possibile ottenere un risultato simile votato alla completa indipendenza energetica e senza utilizzare combustibili fossili ?

La risposta risiede nel risparmio energetico, nell’utilizzo delle fonti rinnovabili, nell’uso intelligente dell’elettricità nel comfort abitativo.

Andiamo per ordine, altrimenti ci perdiamo.

Il risparmio energetico è il primo passo : una buona esposizione per massimizzare gli apporti gratuiti solari invernali sulle pareti verticali, aggetti per ridurre l’insolazione nelle calde giornate estive, un buon is
olamento ed un uso parsimonioso e mirato delle superficie vetrate.
Il ricambio dell’aria dovrà essere assicurato mediante scambiatori di calore a flusso incrociato.

Come funzionano ?

Semplicemente facendo cedere il calore dell’aria viziata che viene espulsa all’aria fresca in entrata.

Metteremo questi scambiatori-espulsori nei bagni e nelle cucine.
Così da richiamare aria dagli altri ambienti immettendo aria fresca in un punto centrale della casa, ad esempio la sala da pranzo od il corridoio.
L’impianto di illuminazione dovrà essere realizzato con lampade a basso consumo. Adesso possiamo installare anche lampade al LED che hanno un rendimento ancora più alto delle lampade fluoroscenti compatte di ultima generazione.
Anche il recupero dell’acqua piovana proveniente dalle c
operture e dalle superfici impermeabili dovrà essere inserito nella costruzione mediante l’uso di capaci cisterne collegate agli impianti per usi non idropotabili quali scarichi di wc, lavaggio auto, annaffiatura dei giardini.
La cassetta di scarico del water dovrà essere eliminato ed essere sostituito da un normale rubinetto. Per pulire sarà sufficiente ruotare il rubinetto e chiuderlo non appena si sarà ottenuto l’effetto desiderato.

Questo per evitare lo spreco di utilizzare diluvi di acqua per pulizie di ... limitata entità.

Risparmiando acqua negli usi non
idropotabili significa avere più acqua a disposizione per produrre energia idroelettrica.
Per il riscaldamento dobbiamo ricorrere ai vantaggi della geotermia mediante pompa di calore alimentata elettricamente.

Con un buon isolamento ed il riscaldamento a pavimento un appartamento di 100 mq può essere riscaldata con una potenza termica inferiore a 3 kW.

Con una pompa di calore con effetto utile pari a 3 spendendo 1 kW di energia elettrica otteniamo 3 kW di energia termica.
Faccio presente che nella casa elettrica di Figini e Pollini l’impianto di riscaldamento era costituito da resistenze elettriche.
Con una resistenza elettrica spendo 1 kW di energia elettrica e ricavo 1 kW di calore.
Con una pompa di calore geotermica spendo 1 Kw di energia elettrica e ricavo 3 kW di calore.

Non credo che vi siano bisogno di commenti per dimostrare che la geotermia è una fonte molto vantaggiosa rispetto alla vecchia resistenza elettrica.

L’acqua sanitaria la otterremo mediante collettori solari sottovuoto orientati a sud – ovest di 10 gradi collegati ad un boiler a doppia serpentina.

Il boiler a doppia serpentina non è altro che uno scambiatore di calore deputato alla produzione di acqua calda per uso sanitario che può essere alimentato o da fonte solare (pannelli solari sottovuoto) o da fonte geotermi
ca (pompa di calore geotermica).
In questo modo abbiamo eliminato il ricorso ad ogni combustibile fossile.

Mi chiederete: per la cottura dei cibi come faccio ad eliminare il gas metano?
Usando le piastre ad induzione ad alimentazione elettrica.

Sono molto più efficienti delle piastre a resistenza e sono infinitamente più sicure dei fornelli a gas metano.

Il funzionamento rende l’idea della loro efficacia.
Mettendo la pentola di acciaio sulla piastra essa viene investita da un campo magnetico ad alta frequenza che mi induce nella massa metallica delle correnti, dette di Foucault.
Le correnti così indotte percorrendo il metallo
per effetto Joule mi producono calore proporzionale al quadrato della corrente.
La pentola mi diventa generatore di calore e non il fornello!!!

Lo stesso principio viene utilizzato nei forni ad induzione per fondere all’interno di un crogiuolo i rottami ferrosi derivanti dalle attività di recupero.

La superficie della piastra ad induzione mi rimane fredda.

Ad essere pignoli mi si riscalderà un poco a causa della conduzione di calore dovuto al contatto della pentola.

Per motivi che non mi dilungo ad enunciare le pentole dovranno essere tutte in acciaio.

Pentole in rame, in allumino in vetro non funzionano.

Per l’energia
occorrente ci dovremo affidare a pannelli fotovoltaici ed al microelico.
Mi direte: vabbè per il fotovoltaico, ma addirittura il microeolico mi sembra esagerato!

Faccio un piccola osservazione : il pannello fotovoltaico è costoso (circa 6'000 Euro per kW di picco installato, IVA esclusa), il microgeneratore eolico costa circa 3’000 Euro per kW installato, IVA esclusa.

Inoltre il pannello fotovoltaico funziona solo di giorno.

L’eolico funziona ogni volta esista il vento.

Come supporto basta usare il palo dell’antenna TV.

Normalmente la potenza per ciascun microgeneratore eolico è di 400 W.

Se solo funzionasse a ¾ della potenza sarebbe sufficiente a coprire il fabbisogno giornaliero per l‘assorbimento energetico del frigorifero.
Bisogna vedere la ventosità della zona, frequenza e velocità.
Concludo questo mio “breve” articolo (se vi ho annoiato, ditemelo!!! ) allegandovi la foto di villa Girasole, costruita a Marcellise, vicino Verona, una costruzione che segue il sole ruotando su stessa.

Villa Girasole

E’ stata progettata e costruita all’ingegner Angelo Invernizzi nel 1935. Fu costruita in cemento ed eraclit, un mattone fatto di fibre di legno riciclato, con una alto potere termoisolante.
Esagerando possiamo dire che l’ingegner Angelo Invernizzi aveva brillantemente risolto il problema dell’orientamento dell’edificio !

Si accettano, come sempre, critiche e suggerimenti !

Silvano Robur
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domenica 13 aprile 2008

Il nucleare è solo politica, non aiuta il clima

Jeremy Rifkin l'economista teorizzatore dell'economia basata sull'idrogeno (la sua, visto che si fa pagare 20/25 mila euro a conferenza), intrattiene il pubblico romano sulla questione nucleare con argomenti del tutto condivisibili affermando che:
"Il nucleare è solo politica, non aiuta il clima ... ...Per ottenere "un risultato significativo per la lotta all'emissione dei gas serra, questa percentuale dovrebbe salire al 20%"(il che) vorrebbe dire costruire tre impianti ogni 30 giorni nei prossimi 60 anni, ... non sappiamo ancora cosa fare delle scorie .. , abbiamo impegnato 18 anni e 8 miliardi di dollari per realizzare il deposito di Yucca Mountain, che già ha delle perdite ... non c'e' abbastanza acqua per raffreddare gli impianti basti pensare che in Francia, paese molto nuclearista, il 40% di tutta l'acqua consumata in un anno va a raffreddare le centrali atomiche "..


"Il nucleare è solo politica, non aiuta il clima"

"Sono attivi nel mondo 439 reattori nucleari che producono il 5% dell'energia mondiale e stanno invecchiando". Per ottenere "un risultato significativo per la lotta all'emissione dei gas serra, questa percentuale dovrebbe salire al 20%".
Questo "vorrebbe dire costruire tre impianti ogni 30 giorni nei prossimi 60 anni, secondo uno studio dell'Università di Oxford". Insomma, chi ne parla fa "solo politica". Jeremy Rifkin, presidente della Foundation on economic trends e 'guru' dell'idrogeno, durante la presentazione della rete sperimentale di distributori di idrogeno che sarà realizzata in Puglia, taglia corto sull'opportunità della scelta nucleare. Un'opzione perdente "sia dal punto di vista economico che da quello ambientale". La Cina, "dove dicono che il mercato del nucleare esploderà, ha soltanto 11 centrali e ne ha programmate altre 40- aggiunge l'economista- sarei molto sorpreso se delle 439 centrali del mondo ne venisse sostituita anche solo la metà" con impianti nuovi. I governanti "dicono che il nucleare serve a tutelare il clima dalle emissioni di gas serra- prosegue Rifkin- ma per avere un impatto solo marginale l'apporto del nucleare al fabbisogno energetico mondiale dovrebbe crescere dal 5 al 20%". E proprio per arrivare al 20% "bisognerebbe iniziare a costruire tre impianti ogni 30 giorni per 60 anni". Inoltre, prosegue Jeremy Rifkin, "non sappiamo ancora cosa fare delle scorie. Nel mio paese, dove certo non mancano i bravi ingegneri e ce ne sono tra i migliori del mondo, abbiamo impegnato 18 anni e 8 miliardi di dollari per realizzare il deposito di Yucca Mountain, che già ha delle perdite". Nel frattempo, prosegue, "continuiamo a non sapere cosa fare delle scorie che intanto si stanno ammucchiando". Ma non basta: "si stima che al 2025 si andra' incontro ad una scarsità di uranio- avverte Rifkin- e allora si parla di passare ad usare il plutonio". Una cosa non consigliabile "in un mondo con terrorismo crescente" come è quello attuale. E ancora, "non c'e' abbastanza acqua per raffreddare gli impianti- avverte Rifkin- basti pensare che in Francia, paese molto nuclearista, il 40% di tutta l'acqua consumata in un anno va a raffreddare le centrali atomiche". Ed è anche accaduto "che nell'estate del 2003, quando molta gente morì per il caldo e di acqua ce n'era poca, questa non bastava" a servire gli impianti. Insomma, il nucleare "non è una bella idea di business, non è una bella idea per l'ambiente, non è una bella idea per il Pianeta- conclude Rifkin- lavoro con le maggiori società energetiche del mondo e posso garantire che non si rinnoverà nemmeno la metà delle 439 centrali nucleari esistenti: è ora di passare alle rinnovabili, quella sull'atomo è una discussione senza fine che non ci porta alla soluzione dei nostri problemi".

dire.it
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sabato 12 aprile 2008

Energia elettrica dalle onde del mare

La turbina più grande del mondo per ricavare energia elettrica pulita dalle onde del mare è stata installata a Strangford Lough, nell'Irlanda del Nord, un luogo conosciuto per l'impeto delle correnti. Questo è anche il primo progetto commerciale per trarre energia dalle onde.
La turbina si trova 400 metri al largo, pesa 1000 tonnellate ed ha due rotori del diametro di 16 metri. L'ha realizzata la società Marine Current Turbines ed entrerà in funzione alla fine dell'anno. Si stima che produrrà 1.2 MW, sufficienti a migliaio di case.
I rotori di SeaGen saranno in funzione per 18-20 ore al giorno e si muoveranno alla velocità di 10-20 giri al minuto: dieci volte più lenti dell'elica di una nave. Si stima che per questo non danneggeranno la fauna marina della zona, abituata a muoversi agilmente fra la forte corrente e le onde impetuose.




World’s Largest Tidal Turbine Successfully Installed
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venerdì 11 aprile 2008

Costruire centrali con la tecnologia attuale già obsolete nel giro di vent'anni

Nei laboratori di ricerca di tutto il mondo si sta già pensando al nucleare della prossima generazione, e l’Italia fa parte dei maggiori progetti avviati al mondo. Mentre da noi ci si interroga sull'eventualità di tornare al nucleare, e nel mondo si costruiscono nuove centrali, nel chiuso dei laboratori si sta preparando l’energia del futuro, e il nostro paese è in prima fila in molti dei progetti principali per le centrali del futuro. Il futuro a lungo termine delle centrali si chiama fusione nucleare, un processo in cui due atomi leggeri si fondono per crearne uno più pesante, un processo privo di scorie e dal combustibile praticamente illimitato. Lo studio di applicazioni commerciali di questo tipo di reazione è affidato al consorzio Iter, che vede tutte le principali potenze mondiali collaborare, e di cui fa parte anche l’Italia.
Fino al momento della fusione però si potrà sfruttare la fissione, la reazione dei reattori tradizionali che invece si basa sulla scissione di atomi pesanti: «Tra il 2010 e il 2015, dovrebbero essere disponibili i reattori di cosiddetta 'Generazione tre e mezzo' – ha spiegato Stefano Monti, esperto Enea in questo campo – che hanno una lunga vita utile (60 anni), dispositivi di sicurezza infallibili e migliore utilizzo del combustibile, di cui uno dei progetti più interessanti di è Iris sviluppato da un consorzio internazionale di cui fanno parte istituzioni, tra cui l’Enea, e imprese italiane. La quarta generazione di reattori è invece ancora in fase di ideazione, e potranno essere operativi fra 20 o 30 anni».
Proprio le centrali di quarta generazione, che produrranno molte meno scorie (il 20% del combustibile, mentre oggi è l'80%), saranno più sicure e di durata più lunga, potrebbero essere secondo gli esperti la soluzione per un rientro dell’Italia nel nucleare. «Quando si parla di nucleare bisogna tenere conto dei costi per le centrali, ma anche per le infrastrutture e per l'accettazione da parte della collettività – ha spiegato a margine del convegno Luigi Paganetto, presidente Enea – si può anche decidere di tornare al nucleare con le tecnologie attuali, ma lo si farebbe sapendo che fra vent'anni la centrale sarebbe obsoleta. Inoltre investendo nelle centrali di quarta generazione l’Italia potrebbe tornare ad avere il ruolo di avanguardia che aveva prima del referendum». Secondo Paganetto, un problema ancora grande è quello delle scorie, che anche l’Italia deve affrontare non avendo ancora sistemato quelle derivanti dall’attività degli anni '80.

Energia - E' in Italia la ricerca per il nucleare del futuro
lagazzettadelmezzogiorno.it
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giovedì 10 aprile 2008

Petizione per proporre una "Sfida" senza complicarsi la vita

Riceviamo una email da parte di Daniele Bonafede il cui contenuto riteniamo particolarmente interessante ed utile come spunto per una discussione che riguarda il mondo e la tecnologia dei veicoli elettrici per l’utilizzo quotidiano in contesti reali.
Riteniamo che lo scopo della discussione sia delineare un tema tecnico da proporre agli attori del settore e una proposta da condividere con tutti i cittadini/contribuenti perché chiedano ai decisori politici di allocare diversamente le attuali risorse disponibili con gli opportuni sistemi di penalizzazione/incentivo.


Petizione per proporre una "Sfida", tecnologicamente oggi possibile senza complicarsi la vita con l'idrogeno, ai decisori pubblici e privati che incidono sulla filiera dell’automobile:
riconvertire il sistema automobilistico entro pochi anni, cominciando da subito.


1. Introduzione

Sono un privato cittadino che muove da tale assunto, che potrebbe essere uno slogan commerciale: fare di più, con meno e meglio.

Non possiamo permetterci di continuare a non utilizzare le migliori tecnologie disponibili per rendere dal punto di vista energetico più efficienti le nostre azioni quotidiane, a molte delle quali, come è noto, non è possibile rinunciarvi in tutto o in parte: rimane perciò l’estrema necessità di fare almeno le stesse cose con molto meno e possibilmente con una qualità migliore, sfruttando ed integrando le migliori tecnologie oggi disponibili.

Attualmente le migliori tecnologie sono in grado di quasi quintuplicare i tassi di utilizzo utile dell’energia primaria che destiniamo agli spostamenti in automobile: infatti, se immaginassimo di mettere 100 kWh di energia primaria chimica in un serbatoio e li convertissimo in energia elettrica con un’efficienza media del 65-70%, l’energia meccanica utile, convertita con pochissime perdite da un motore elettrico, sarà prossima a 65 kWh (potenza di una autovettura media).

Con le automobili attuali, basate su concetti meccanici ottocenteschi, oltremodo raffinati sempre più, che utilizzano appena il 25-30% dell'energia chimica del combustibile del nostro serbatoio (o del nostro Pianeta), avremmo potuto utilizzare molto meno della metà dei 65 kWh messi a disposizione dalla catena di conversione elettrica: tutto il resto sarebbe stato disperso, come scarto, sotto forma di "inutilizzabile" calore.

Perciò, ritenuto che sia, anzi è necessario passare dalla fase degli annunci e dei prototipi di auto elettriche più o meno comode, con soluzioni tecniche più o meno esotiche, alla fase di progetti realizzabili affiancati da mirata riorganizzazione delle filiere tecnologiche e produttive collegate all’automobile, lancio questa sfida mediante un bando sintetico rivolto:

- all’industria energetica (generazione e distribuzione dell’energia primaria ed elettrica), alle imprese petrolifere proporrei di divenire anche produttori di energia elettrica, molti operatori già lo solo, e mettere a disposizione del sistema una nuova rete di distributori di energia elettrica dedicati all’automobile ovvero al trasporto in senso lato, per ricariche veloci della batteria (con elevate potenze disponibili e ricariche complete in pochi minuti) dell’automezzo;

- all’industria automobilistica per mettere a disposizione il suo know-how di sviluppatori e assemblatori di sistemi complessi e integrati come è un’automobile moderna, innovando profondamente le soluzioni tecniche per costruire e far funzionare un’automobile; all’industria dell’automobile si deve affiancare l’industria elettromeccanica, elettrotecnica ed elettronica di potenza, per cogliere le nuove opportunità di un mercato vastissimo che richiederà componentistica nota, ma in quantità molto rilevanti;

- alla pubblica amministrazione che deve promuovere e governare una nuova riallocazione di risorse, senza precedenti, fra filiere industriali, esclusivamente con strumenti di mercato e non con trasferimenti a fondo perduto.


Passando ai concetti tecnici dell’automobile vera e propria, al centro della sfida tecnologica, ritengo sia meglio impostare i progetti di auto elettriche per l’utilizzo di quattro tipologie di ricarica delle batterie, grazie alla estrema flessibilità dell’energia elettrica.

Le batterie devono essere almeno a tecnologia litio-polimeri (Li-Po) con un migliore rapporto volume/peso/energia/deterioramento/compatibilità ambientale rispetto ad accumulatori basati su piombo o a maggiore densità energetica con applicazione delle nanotecnologie come in quelle batterie Nano-Litio-Polimeri (ne esisto già applicazioni di piccola taglia ad opera di un costruttore statunitense per utensili power-intensive professionali), per permettere diverse modalità dio ricarica:

- Ricarica lenta notturna o diurna (domestica/in aree private) mediante la normale rete di distribuzione dell’energia elettrica (POD dedicato e contatore separato con un contratto da almeno 6 kWh), che andrà adeguata all’aggiuntiva richiesta di capacità;

- Ricarica veloce in distributori (gestiti dall’industria petrolifera) dove siano messi a disposizione punti di prelievo con potenze disponibili di 5 MWh (soluzione che impegna la rete di distribuzione elettrica in certi punti), ovvero dove sia disponibile un raggruppamento di batterie caricate lentamente che cedano molto velocemente l’energia elettrica alla batteria dell’automezzo (soluzione che appesantisce meno la rete di distribuzione elettrica);

- Ricarica mediante recupero, ad opera di ultracondensatori (ultacapacitor), della quasi totalità dell’energia cinetica sviluppata dalla marcia del veicolo, mediante il sistema di frenatura elettrico, che di fatto quasi raddoppia l’autonomia nominale della batteria (potenza disponibile);

- Ricarica della batteria mediante motore termico ottimizzato per la generazione elettrica e alimentato da idrocarburi a basso impatto ambientale e ampia disponibilità. La soluzione migliore per prestazioni e impatto ambientale in assoluto sarebbe una compatta turbina a gas naturale (come quelle per coogenerazione o trigenerazione) per produrre energia meccanica e termica/frigorifera.

Quanto agli organi di trazione, eliminando differenziali cambio, alberi di trasmissione, i migliori candidati sono motori elettrici integrati nel cerchio ruota, per funzionalità, efficienza e prestazioni: la Mini QED della inglese PML del 2006 e la Volvo ReCharge del 2007 (basata su tecnologia PML) mostrano che la trazione elettrica sulle 4 ruote non è un vezzo, ma una necessità, dato che vengono integrate le funzioni di frenata con antibloccaggio, conversione dell'energia cinetica in elettrica (ci sono 4 ultracapacitori sulla Mini QED che assorbono energia meccanica sotto forma di energia elettrica costituendo gli organi di frenatura del mezzo in combinazione con i 4 motori), sistema antipattinamento e di stabilità... e si risparmia persino peso, rispetto alle attuali soluzioni utilizzate dall’industria.

In fine, senza dimenticare l’aspetto dell’amministrazione del bene pubblico, esorto l'Unione Europea e la Repubblica Italiana a promuovere la produzione di vetture elettriche nuove, ma anche la diffusione di kit per il retrofit elettrico di alto profilo tecnologico per le attuali Euro0 e EuroX (con 4 motori elettrici, frenata elettrica...) e avviare la modifica del quadro normativo per l'immatricolazione in Italia di auto a tecnologia tradizionale trasformate in auto a trazione elettrica pura, eventualmente affiancata da un piccolo generatore di backup a idrocarburi per estenderne l’autonomia.

Segue il bando.

2.1 Oggetto del bando per gli attori delle filiere, in particolare le case automobilistiche.


A) Sfida per le case automobilistiche:

# Se l’autovettura fosse disponibile alla fine del 2009, prodotta in almeno 50.000 esemplari entro la fine del 2010, da raddoppiare nel 2011, mi impegno in qualità di promotore della petizione:
- a comprarla ad un prezzo di 25000 euro, se di mio gradimento, nel corso del 2011 (e tenerla almeno 3 anni percorrendo almeno 15000 km/anno);
- a fare da testimonial gratuitamente per veicolare il messaggio relativo alla commercializzazione delle autovetture o cedendo totalmente in beneficenza eventuali compensi, al netto delle imposte.

# I gruppi automobilistici possono consorziarsi per la progettazione e il raggiungimento degli obiettivi produttivi. In tal caso, ogni produttore consorziato deve produrre con almeno un terzo dei marchi posseduti un totale di 20.000 esemplari per anno.


B) Sfida per le società energetiche di produzione e di gestione della distribuzione dell’energia elettrica:

# Potenziare le reti di distribuzione orientate alla generazione distribuita e alla messa a disposizione di una maggiore quantità di energia (ma meno dell’energia chimica attualmente veicolata nella filiera petrolifera). Mi impegno a fare da testimonial in qualità di promotore della petizione per veicolare il messaggio relativo all'iniziativa gratis o cedendo totalmente in beneficenza eventuali compensi, al netto delle imposte.


C) Sfida per le istituzioni pubbliche:

# Innovare la fiscalità della mobilità e promuovere la riconversione tecnologica delle filiere legate all’auto. Mi impegno a fare da testimonial per veicolare il messaggio relativo all'iniziativa gratis o cedendo totalmente in beneficenza eventuali compensi, al netto delle imposte.

# Incentivazione della produzione di energia elettrica distribuita presso nuovi punti o presso le attuali aree di servizio riconvertite (anche parzialmente) rendendo disponibili almeno due punti di ricarica disponibili simultaneamente.

# Incentivazione per chi mette a disposizione grandi quantitativi (5 MWh per punto di ricarica) di energia elettrica prodotta con fonti rinnovabili (incentivate con il sistema del conto energia) per la ricarica rapida della batteria delle automobili in apposite aree di servizio.

2.2 Caratteristiche tecniche del mezzo e requisiti tecnico-prestazionali:

1. Autovettura con carrozzeria Berlina/SW/Cross-Over leggero/monovolume 5 porte, 5 posti (eventuale versione da 7 posti). Piccoli furgoni e loro derivati. Sono esclusi tipologie di carrozzeria tipo SUV per via dello sfavorevole rapporto peso/volume/spazio occupato.

2. Prezzo: 25000 euro del 2007 su strada.

3. Costi di gestione tecnica (energia inclusa) non superiori a 1000 euro/anno/30000 Km per i primi 8 anni (in euro del 2007).

4. Bagagliaio da 500-1500 litri.

5. Peso max 1250 kg in ordine di marcia.

6. Potenza alle ruote 350 kW di picco, nominale 200 kW.

7. Coppia alle ruote 400 NM.

8. Pendenze superabili con il 75% del peso a pieno carico: 40%.

9. Velocità di crociera 130 km/h, massima 180-200 km/h.

10. Autonomia elettrica pura: 300-400 km con batterie completamente cariche e con il 50% del peso a pieno carico.

11. Autonomia totale: almeno 1000 km/giorno, max 1500 km.

12. Portata utile incluso peso rimorchiabile: 800-1200 kg.

13. Omologata in Europa.

14. Vita utile della batteria: 8 anni di utilizzo medio dell’autovettura con perdita di meno del 10% di prestazione nominale da nuova.

15. Interventi di manutenzione degli organi elettrici e di trazione: 100.000 ore di funzionamento o 300.000 km senza bisogno di revisioni/rettifiche/riparazioni (MTBF).

16. Durata delle batteria Trazione elettrica integrale, 4 motori elettrici ad alto rendimento (nel cerchio ruota o concentrati nella massa sospesa, raffreddati ad acqua).

17. Misure di sicurezza attiva e passiva contro sinistri dovuti ad energia elettrica sia in marcia, che durante le manutenzioni.

18. Frenatura elettrica ad efficiente recupero di energia (almeno il 90% di quella potenziale) mediante 4 ultra condensatori (almeno 10 Farad), più frenata meccanica di emergenza/stazionamento.

19. Sistema di estensione dell’autonomia elettrica: backup con Micro Turbina a Gas naturale (MTG) da almeno 60 kWe/h per la ricarica di emergenza della batteria di trazione, a regime di rotazione costante, (micro)trigenerazione (elettricità, calore, raffrescamento). Sviluppo futuro (anno 2015): micro-generatore Fuel Cell (FC) a ciclo ibrido (cella combustibile + MTG a gas naturale desolforato) per produzione di energia elettrica e calore, con gas naturale.

20. Batteria a moduli con tecnologia LiPo (o tecnologia superiore) da max 200 Kg, almeno 30 kWh, distribuiti nel vano anteriore o posteriore del pianale e/o nel tunnel centrale.

21. Serbatoio/i del gas naturale sotto il bagagliaio, sotto il pianale.

22. Funzioni elettroniche della trazione: Ripartizione elettronica della potenza e della trazione in funzione dell’aderenza, Controllo della stabilità, Antibloccaggio delle ruote in frenata, Antipattinamento.

23. Sistemi giroscopici ed inerziali per la gestione della dinamiche del veicolo in funzione di una ottimizzazione dell’impiego della potenza.

24. Ricarica delle batterie (litio polimeri o nanomateriali):

o in 10 minuti in apposite aree di servizio per il rifornimento (singole colonne di rifornimento con potenza disponibile di 5 MWh o batterie fisse precaricate predisposte per la ricarica rapida delle batterie delle auto);

o in 2-4/6-8 ore presso luoghi privati come l’abitazione o l’ufficio dotati di una normale fornitura di elettricità residenziale (6 kW), dotata eventualmente di contatore separato da quello delle utenze tradizionali.

25. Serbatoio gas naturale da 40 Kg (a 200 bar o pressione superiore).

26. Condizionamento dell’aria elettrico a pompa di calore con inverter quando non è attiva la turbina a gas ovvero semplice deumidificazione.

27. Sistema di condizionamento dell’abitacolo ausiliario (utilizzo del calore dei fluidi di raffreddamento dei motori o componenti di potenza o elettronici).

28. Servosterzo elettrico.

29. Sistemi di sicurezza di guida interattivi e anticollisione per prevenire sinistri dovuti all’estrema silenziosità della marcia dell’autoveicolo.

30. Radar di prossimità/Visione di guida notturna migliorata (eventualmente con tecnologie di termorilevamento/termocamera).

Altri aspetti amministrativi:

- Tassa di possesso compensativa per la maggior efficienza globale e per il vantaggio ambientale;
- RC Auto dimezzata rispetto a berline di pari peso a vuoto;
- Accisa e aliquota IVA specifiche sull’elettricità per autotrazione in funzione dell’equilibrio delle finanze.
Daniele Bonafede
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Il testo della petizione leggermente diverso per qualche dettaglio si trova qui:
http://www.petitiononline.com/Dabon973/petition.html
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mercoledì 9 aprile 2008

Petrolio WTI 111,40 $ al barile



Altro record assoluto al Nymex New York dove il petrolio è stato scambiato a 110,87 dollari.

A Londra la sostenibilità è di casa

BedZed è un quartiere a sud di Londra a emissioni zero, che coniuga la dimensione sociale, l'efficacia economica e la compatibilità ambientale

Il progetto BedZed
Prendendo spunto da queste conclusioni, nei primi anni '90 nacque l'idea di costruire a Londra un quartiere a zero emissioni, che non consumi in alcun modo energia fossile. Il progetto, divenuto famoso con l'acronimo di BedZed (che significa Beddington Zero Energy Development) ha previsto la realizzazione, nei sobborghi meridionali di Londra, in un'area dismessa, di un insediamento di 3000 m2 di superficie. Il quartiere innovativo, promosso e cofinanziato dal Peabody Trust (associazione operante nel settore dell'edilizia abitativa, tra le più importanti a Londra) insieme all'amministrazione locale di Sutton, vide la luce nel 2002.
Opera dell'architetto Bill Dunster, questa comunità abitativa sperimentale è costituita da 83 alloggi a conduzione mista, 18 edifici residenziali e di lavoro, 1560 m2 occupati da uffici. L'insediamento dispone inoltre di vari negozi, impianti sportivi, una caffetteria, un centro medico sociale e un asilo nido.

Temi sviluppati nell'articolo:
- Isolamento termico e riscaldamento passivo
- Tetti verdi
- Diverse orientazioni
- Impianti di cogenerazione
- Camini a vento
- Pannelli fotovoltaici
- Risparmio di acqua
- La spesa con Internet

Da casaclima.it

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martedì 8 aprile 2008

Classifica assoluta al Green Rally Della Mole

1 Green Rally Della Mole Torino 5/6 Aprile

Classifica assoluta

.... n. ...... veicolo................... Pilota ..................... Copilota

1... 4 ...Citroen Saxo ... Ghielmini Giorgio........Pagani Giusva

2... 19 ...Peugeot 106 ... Montoli Federico ........ Foletta Marco

3... 14 ...Fiat 500 ..........Cambi Pietro .................Renna Riccardo

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lunedì 7 aprile 2008

Incredibile cinquino. Terzo posto!

L'amico Fabrizio Argonauta ha lasciato questo messaggio al post 1° GreenRally della Mole :

"Ho partecipato quale fotografo ufficiale del mitico cinquino di Pietro Cambi. Un terzo posto meritato anche se non ci ho capito nulla del regolamento."

Grazie Fabrizio... per l'anticipazione e ... per le foto che vorrai spedirci .

Accanto una famosa foto di Fabrizio (dietro la fotocamera), il cinquino e Chantal.

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domenica 6 aprile 2008

Energia, la soluzione non è l'atomo, il sole si

Solo il solare può garantire all'Italia un futuro energetico sostenibile. Oltre seicento tra docenti universitari e ricercatori hanno sottoscritto un appello "ai candidati alla guida del Paese nelle elezioni politiche 2008" per chiedere che venga messa da parte tanto la tentazione del nucleare, quanto il ritorno al carbone. "In virtù della conoscenza acquisita con i nostri studi e la quotidiana consultazione della letteratura scientifica internazionale - si legge nel documento - sentiamo il dovere di informare la classe politica e il Paese riguardo la crisi energetica e climatica incombente, che minaccia di compromettere irrimediabilmente la salute e il benessere delle generazioni future".

Ai Candidati alla guida del Paese nelle elezioni politiche 2008
Le scelte energetiche per il futuro dell’Italia
Siamo un gruppo di docenti e ricercatori di Università e Centri di ricerca. In virtù della
conoscenza acquisita con i nostri studi e la quotidiana consultazione della letteratura
scientifica internazionale, sentiamo il dovere di informare la classe politica ed il Paese
riguardo la crisi energetica e climatica incombente, che minaccia di compromettere
irrimediabilmente la salute ed il benessere delle generazioni future. Tutti gli esperti
ritengono che sia urgente iniziare una transizione dall'uso dei combustibili fossili a quello
di altre fonti energetiche, così che possa essere graduale.
Riteniamo che l’opzione nucleare non sia opportuna per molti motivi: necessità di enormi
finanziamenti pubblici, insicurezza intrinseca della filiera tecnologica, difficoltà a
reperire depositi sicuri per le scorie radioattive, stretta connessione tra nucleare civile e
militare, esposizione ad atti di terrorismo, aumento delle disuguaglianze tra paesi
tecnologicamente avanzati e paesi poveri, scarsità di combustibili nucleari.
Sollecitiamo pertanto chi guiderà il prossimo Governo a sviluppare l'uso delle fonti di
energia rinnovabile: eolica, geotermica, idroelettrica e, in particolare, solare nelle varie
forme in cui può essere convertita: energia termica ed elettrica, combustibili artificiali,
biomasse. Il Sole, infatti, è una stazione di servizio inesauribile che in un anno invia sulla
Terra una quantità di energia pari a diecimila volte il consumo mondiale. E’ quindi
urgente sviluppare al massimo l’utilizzo di questa fonte su larga scala.
Per limitare i danni della crisi energetica e climatica che si sta delineando, è necessario
fare in modo che i cittadini italiani, a cominciare dagli studenti di tutte le scuole,
acquisiscano maggiore consapevolezza sulla delicata situazione in cui si trova il nostro
Paese.
Il risparmio energetico, l’uso più efficiente dell’energia ed in particolare delle energie
rinnovabili, lo sviluppo della ricerca scientifica sono le azioni necessarie per affrontare il
difficile futuro che ci aspetta e per lasciare in eredità ai nostri figli un Paese vivibile.
In questa grande sfida scientifica e tecnologica si gioca anche il futuro industriale ed
occupazionale della nostra nazione che non possiede risorse significative di combustibili
fossili e nucleari e che, quindi, non potrà ambire ad una maggiore indipendenza
energetica se non rivolgendosi all’unica risorsa di cui abbonda: l’energia solare.

energiaperilfuturo.it
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