Veicoli elettrici - mobilità - tecnologie - ambiente - energia rinnovabile. L'esaurimento delle risorse e le conseguenti ripercussioni politiche ed economiche rendono necessario ridurre la dipendenza dall'importazione di prodotti petroliferi e spingere quindi verso lo sviluppo di fonti energetiche alternative. I veicoli elettrici possono utilizzare tecnologie e risorse nel modo più efficiente.


sabato 28 febbraio 2009

Le ceneri del carbone sono più radioattive dei rifiuti nucleari













Da un articolo preso da Scientific American leggiamo:

...Negli ultimi decenni, tuttavia, una serie di studi hanno chiamato in discussione questi stereotipi. Tra le conclusioni sorprendenti: i rifiuti prodotti da impianti di carbone sono in realtà più radioattivi di quelli generati dai loro omologhi nucleari. In realtà, le ceneri volatili emesse da una centrale elettrica come sottoprodotto della combustione del carbone per produrre l'energia elettrica emette nell'ambiente circostante radiazioni 100 volte maggiori di una centrale nucleare che producono la stessa quantità di energia...


ed ancora

....quando il carbone è bruciato in ceneri volanti, uranio e torio sono concentrati fino a 10 volte i loro livelli originali...


Se così fosse, ecco una ragione in più per evitare sia il carbone che il nucleare per la produzione di energia, tenuto conto che gli incidenti nucleari sono estremamente più pericolosi, più frequenti tanto più invecchiano gli impianti, tanto più si voglia tirare il collo alle centrali nuke per allungare la vita operativa, tanto più i 'piccoli' incidenti non 'rilevabili ad occhio nudo' vengano tenuti coperti da segreto per varie ragioni, poiché non sono ancora stati definiti i luoghi dove inserire i rifiuti nucleari per tempi geologici, per il fatto che l'uranio vada in carenza produttiva.

Fonte : Coal Ash Is More Radioactive than Nuclear Waste

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venerdì 27 febbraio 2009

Auto giapponesi, crolla la produzione

















Toyota -39,1%
,
Giappone la flessione è stata pari al 34,6 per cento,
sugli impianti all’estero di Toyota è risultata invece del 44,2 per cento.

Honda -33,5%,
Particolarmente acuti i crolli della produzione negli Stati Uniti, meno 50,1 per cento

Nissan -54%.
Pesantissimo il calo produttivo in America, meno 70,7 per cento

Mitsubishi a gennaio la produzione ha segnato un crollo del 53,9 per cento,
e si tratta ormai dell’undicesimo mese consecutivo in cui mostra una contrazione su base annua.

Qui

Impianto cinese per produrre energia termica solare

Il mese prossimo La Cina inizierà la costruzione della primo impianto asiatico termosolare da 1,5 MW di potenza posizionato nelle zone suburbane di Pechino. Progettato dall'Accademia Cinese delle Scienze, l'impianto dovrebbe costare 100 milioni di yuan (11,4 milioni di euro) sufficiente per dare elettricità ad almeno 30.000 abitazioni quando sarà operativo nel 2010. L'impianto, che copre una superficie di 13 ettari dovrebbe produrre fino a 2,7 milioni di kWh di elettricità all'anno, eliminando 2300 tonnellate di emissioni di CO2 delle centrali elettriche convenzionali. La sua torre solare è stata progettata per essere a 100 m di altezza ed circondata da 100 eliostatori composti di specchi ricurvi, che seguendo il sole per riorientare i suoi raggi in un ricevitore in cima alla torre, convertirà l'energia solare termica in vapore inviato direttamente alla turbina per produrre energia elettrica. Si ritiene che il costo dell'energia prodotta da impianti che utilizzano pannelli solari fotovoltaici sia di 44 centesimi di euro per kWh, mentre quello del solare termico di potenza potrebbe essere di 27 centesimi di euro come nei paesi tipo la Spagna. Il solare termico di potenza non può essere installato facilmente come avviene per le celle solari PV che possono anche essere installate su tetti delle case, ha detto Wang, capo progettista dell'ìmpianto. "La generazione di energia solare termica del sistema è anche più complesso di impianti di potenza solare fotovoltaica, in quanto richiede una sofisticata tecnologia." La Cina prevede di generare almeno 150 MW di potenza da centrali termiche solari entro il 2015. "Se la sperimentazione impianto solare termico è successo, la Cina potrebbe presto iniziare un esercizio commerciale di centrali termiche solari di almeno 10 MW," ha detto Shi Dinghuan, presidente della Cina Renewable Energy Association (CREA).

Qui
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giovedì 26 febbraio 2009

La proposta ibrida Jeep. Wrangler EV fuoristrada

Jeep Wrangler EV è un veicolo ibrido elettrico con 5 posti a trazione. La vettura è equipaggiata di un generatore elettrico, motore a benzina da 70 kW, e batterie al litio. La percorrenza è di 400 miglia (640 km) di cui 40(64 km) in sola trazione elettrica. La velocità massima raggiunta dalla Jeep EV è di 145 km/h e lo sprint da 0 a 100 avviene in 9 secondi, la trazione 4 WD tradizionale, mentre un dispositivo elettronico ripartisce la trazione in situazioni di scarsa aderenza.

SPECIFICATIONS
Vehicle Type
Body style: Five-passenger SUV
Drivetrain: Electric propulsion, two-wheel drive
Category: Range-extended Electric Vehicle
Power: 200 kW (268 hp)
Battery: Lithium-ion
Range extender: SULEV gasoline engine and electric generator
Continuous electric power: 70 kW (94 hp)
Charging: Onboard charger, dual voltage
110/120-volt outlet (15A) – standard household power outlet
220/240-volt outlet: (30A) – household appliance power outlet
Performance
0-60 mph: Approximately 9 seconds
¼-mile Acceleration: Mid-16 seconds
Top speed: Greater than 90 mph
All-electric range: 40 miles
Total driving range: Up to 400 miles

mercoledì 25 febbraio 2009

Nucleare. La Francia ha trovato i polli da spennare?

L'accordo conviene solo alla Francia.
La decantate centrali nucleari di terza generazione continuano a destare forti perplessità di progettazione, sicurezza, costi.
Due centrali DUE sono in costruzione: una in Francia (Normandia) , una in Finlandia. La seconda in costruzione in Finlandia ha sforato ampiamente il budget preventivato e i tempi di realizzazione. Iniziata nel 2005 forse sarà pronta nel 2011. Si comprende che nessuna certezza vi è sulla effettiva possibilità di produrre energia, economicamente sostenibile, garanzie di sicurezza, durata almeno trentennale. Nessun vantaggio si ha dal fatto che comunque saremo dipendenti dall'estero per l'approvvigionamento dell'uranio come adesso lo siamo per il petrolio e gas. Inoltre sappiamo dall'agenzia internazionale dell'energia nucleare NEA (Nuclear Energy Agency) che abbiamo uranio per una sessantina di anni se consumato nella quantità attuale, aumentando il numero delle centrali, aumentano i consumi, si abbrevia la vita utile delle centrali le quali resteranno senza 'carburante' ancor prima di raggiungere la maturità produttiva e/o ritorno economico dall'investimento.

Qui riportiamo un articolo dell'Herald Tribune


Construction halted at flagship French nuclear reactor over problems in concrete base
Published: May 28, 2008
PARIS: Construction problems at a new-generation nuclear reactor in France have prompted a partial suspension of work at the site, at the request of France's nuclear safety agency, the agency said Wednesday.

Concrete-pouring at the site of the Flamanville-3 reactor on the Normandy coast was halted May 21, said Thomas Houdre, head of the nuclear safety agency's division in the French region of Caen.

"It's not a problem of safety or quality," Houdre said. "What has been built so far is fine. We're looking out for the future."

It was the second halt in construction since the work on the reactor began last year. Construction was temporarily stopped in March after cracks were found in the concrete base of the reactor, in addition to damage to the steel frame that supports the base, Houdre said.

This time, "anomalies" were again found with the steel frame, he said.

Flamanville-3 is under particular scrutiny because it is to be one of the first European Pressurized Reactors, meant to eventually replace the aging stable of reactors around the world whose designs date from decades ago. It is one of only two EPR reactors in the world under construction.

Houdre said French electricity giant EDF — which is overseeing the project, contracted to Bouygues — has suffered from poor quality control because of organizational problems on site.

Houdre said a certain number of cracks were normal in any such construction, but that due to the sensitive nature of what is being built, extra caution was necessary.

The first EPR, Olkiluoto 3 in Finland, which began construction in 2005 and is slated for completion by 2011, has been plagued with similar problems causing it to go over-budget and over-schedule.
Greenpeace issued a statement praising the safety agency for halting construction and advocating a definitive stop to the project.

The French nuclear safety agency has submitted demands for improvement to EDF that must be addressed before the concrete pouring resumes.

EDF officials said they would submit a plan of action within days. EDF says it cannot yet estimate for how long construction will be halted, but that the project is not yet behind schedule.


Per quanto può valere un sondaggio su un giornale online.
www.corriere.it/appsSondaggi/

Siete favorevoli al ritorno del nucleare in Italia?
No 50.9%
Sì 49.1%

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L' Independent afferma che ci sono più rischi con le nuove centrali nucleari di 3a generazione

Le centrali nucleari di nuova generazione sono piu' pericolosi, in caso di incidente, degli impianti che dovrebbero sostituire. Lo afferma un'inchiesta del quotidiano britannico "The Independent", secondo il quale alcuni documenti di natura industriale proverebbero come, in caso di incidente, la fuoriuscita di radiazioni da queste centrali sarebbe notevolmente piu' consistente e pericolosa che non in passato. Documenti che provengono anche dalla francese Edf. Si tratta di prove, scrive il quotidiano, "ben sepolte tra le carte della stessa industria nucleare" e che "mettono in dubbio le ripetute affermazioni secondo le quali i nuovi Epr (European Pressurised Reactors) sarebbero più sicuri delle vecchie installazioni". semmai sarebbe vero il contrario: "pare che un incidente ad un reattore o al sistema di smaltimento delle scorie, sebbene più difficile da verificarsi, potrebbe avere conseguenze ancor più devastanti in futuro". In particolare, tra gli studi esaminati, " ce n'è uno che suggerisce che le perdite umane stimate potrebbero essere doppie" rispetto al passato.

Qui
e
Qui

New nuclear plants will produce far more radiation


Industry documents reveal modern reactors more dangerous in an accident than the ones they replace

New nuclear reactors planned for Britain will produce many times more radiation than previous reactors that could be rapidly released in an accident, The Independent on Sunday can reveal.


The revelations – based on information buried deep in documents produced by the nuclear industry itself – calls into doubt repeated assertions that the new European Pressurised Reactors (EPRs) will be safer than the old atomic power stations they replace.

Instead they suggest that a reactor or nuclear waste accident, althouguh less likely to happen, could have even more devastating consequences in future; one study suggests that nearly twice as many people could die.

The EPR is the most advanced of the new generation of nuclear reactors. One is already being built in Finland and one in Normandy, France. And last week President Nicolas Sarkozy announced plans to build another in Normandy, while India signed a draft accord to buy between two and six of them. The French company EDF has said that it plans to build four in Britain. Two are expected for each of two existing nuclear power station sites, Hinkley Point in Somerset and Sizewell in Suffolk.

Until now the reactors have been widely thought to be less dangerous than those already in operation, largely because they contain more safety features and produce less waste. But the information in the documents shows that they produce very much more of the radioactive isotopes technically known as the "immediate release fraction" of the nuclear waste, because they could get out rapidly after an accident.

Data in one report, produced by EDF, suggests that they would produce four times as much radioactive bromine, rubidium, iodine and caesium as a present-day reactor. Information in another – by Posiva Oy, a nuclear waste company owned by two Finnish reactor builders – indicates that seven times as much iodine 129 is produced. And material in a third, by the Swiss National Co-operative for the Disposal of Radioactive Waste, implies that they will give rise to 11 times as much caesium 135 and 137.

This happens because the reactors are designed to burn their nuclear fuel almost twice as thoroughly as normal ones. Independent nuclear consultant, John Large, says that this "changes the physical characteristics of the fuel" and increases the immediate danger if the radiation should escape. After comparing the consequences of an accident at the new EPR being built at Flamanville, Normandy with one at an existing reactor nearby, he found that, in the worst case, it would increase the number of deaths from 16,000 to over 28,000.

Areva, the French firm that designs the reactor, says that the total radioactivity of the waste is only slightly increased, but Mr Large points out that it is the very much greater part that can easily escape that is of most concern. Areva adds that the reactors are specially designed to stop radioactivity escaping, but Mr Large argues no system can be foolproof. And in an accident during the transport of waste such protection would be irrelevant.

EDF said: "We are confident that new plants can be built and run safely."



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martedì 24 febbraio 2009

Accordo Enel - Edf per lo sviluppo del nucleare in Italia

Il comunicato stampa congiunto enel-edf.

*Nel quadro del Protocollo di Intesa italo-francese per la cooperazione energetica, l’Ad di Enel Fulvio Conti e il Pdg di Edf Pierre Gadonneix hanno siglato due Memorandum of Understanding per studiare la fattibilità di almeno 4 unità di terza generazione avanzata del tipo EPR da costruire nel nostro Paese e per estendere la partecipazione di Enel al programma nucleare in Francia, a partire dal reattore di Penly recentemente autorizzato.
*“Enel è onorata di avere al suo fianco nel progetto di rilancio del nucleare in Italia un partner industriale come Edf che ha in questo campo un’esperienza e una reputazione riconosciute a livello internazionale – ha commentato Conti –. Gli accordi siglati oggi contribuiscono a rafforzare i legami tra i sistemi industriali di Italia e Francia in un settore strategico come quello dell’energia e a sviluppare ulteriormente la reciprocità nei rispettivi mercati.”
Roma, 24 febbraio 2009 - Nel quadro del Protocollo di Intesa italo-francese per la cooperazione energetica, Fulvio Conti amministratore delegato e direttore generale di Enel e Pierre Gadonneix, presidente e direttore generale di Edf hanno firmato un primo Memorandum of Understanding (MoU) che pone le premesse per un programma di sviluppo congiunto dell’energia nucleare in Italia da parte delle due aziende.
Quando sarà completato l’iter legislativo e tecnico in corso per il ritorno del nucleare in Italia, Enel ed EDF si impegnano a sviluppare, costruire e far entrare in esercizio almeno 4 unità di generazione, avendo come riferimento la tecnologia EPR (European Pressurized water Reactor), il cui primo impianto è in costruzione a Flamanville in Normandia e che vede la partecipazione di Enel con una quota del 12,5%. L’obiettivo è di rendere la prima unità italiana operativa sul piano commerciale non oltre il 2020.
Con il MoU di oggi, Enel ed EDF si impegnano a costituire una joint-venture paritetica (50/50) che sarà responsabile dello sviluppo degli studi di fattibilità per la realizzazione delle unità di generazione nucleare EPR. Successivamente, completate le attività di studio e prese le necessarie decisioni di investimento, è prevista la costituzione di società ad hoc per la costruzione, proprietà e messa in esercizio di ciascuna unità di generazione nucleare EPR, caratterizzate da:

*partecipazione di maggioranza per Enel nella proprietà degli impianti e nel ritiro di energia;
*leadership di Enel nell’esercizio degli impianti;
*apertura della proprietà anche a terzi, con il mantenimento per Enel e EDF della maggioranza dei veicoli societari.
L’accordo Enel-EDF entra in vigore il 24 febbraio 2009 e ha una durata di 5 anni dalla data della sua firma, con possibilità di estensione.
In un secondo MoU, Enel ha espresso la volontà di partecipare all’estensione del precedente accordo sul nucleare a suo tempo raggiunto con EdF per la realizzazione in Francia di altri 5 reattori EPR, a partire da quello che recentemente il Governo francese ha autorizzato nella località di Penly.
“Enel è onorata di avere al suo fianco nel progetto di rilancio del nucleare in Italia un partner industriale come Edf che ha in questo campo un’esperienza e una reputazione riconosciute a livello internazionale – ha commentato Conti –. Gli accordi siglati oggi contribuiscono a rafforzare i legami tra i sistemi industriali di Italia e Francia in un settore strategico come quello dell’energia e a sviluppare ulteriormente la reciprocità nei rispettivi mercati.”
Enel è oggi presente in Francia nel nucleare, con una partecipazione del 12,5% nell’impianto di terza generazione EPR a Flamanville (1.660 MW); nelle rinnovabili, tramite la controllata Erelis, con 8 MW eolici operativi a fine 2008 e una pipeline di circa 500 MW; nella commercializzazione di elettricità con oltre 1.000 GWh venduti nel 2008.
Ulteriori possibilità di sviluppo di Enel in Francia, riguardano la costruzione di un impianto a carbone pulito da 800 MW, la partecipazione in due unità a ciclo combinato alimentate a gas (CCGT) di Edf da 930 MW e la partecipazione al processo di gara per il rinnovo di concessioni per 25 centrali idroelettriche.

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Nucleare, le scorie radioattive italiane non trovano una destinazione

Sembrava che una società statunitense avesse trovato il modo di seppellire nel deserto dello Utah dello stato americano dell'Utah le tonnellate di rifiuti nucleari provenienti dall'Italia delle dismesse centrali nucleari di Trino, Caorso, Garigliano, Latina, Saluggia, Bosco Marengo, Casaccia e Trisaia. La proposta avanzata dalla Energy Solution dava la possibilità allo stato dell'Utah di incassare la metà dei benefici dell'operazione pari a circa 320 milioni di dollari, la metà dei costi dell'intera operazione, utili per risanare i bilanci statali. Ma un deputato dello Utah, il democratico Jim Matheson, guida un'iniziativa per impedire con una legge del Congresso l'arrivo delle scorie. L'iniziativa di Energy Solution di offrire parte dei ricavi, secondo Matheson, "e' un tentativo cinico di comprare l'opposizione a questa terribile scelta, e rafforza la necessita' di far passare una legge in Congresso"

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lunedì 23 febbraio 2009

Obama mantiene le promesse e stanzia fondi per le auto elettriche

L'America riparte con l'auto elettrica. Buone nuove sul fronte Obama: il neopresidente degli Stati Uniti sta mantenendo fede agli impegni presi durante la campagna elettorale. In primis, quelli relativi alle energie rinnovabili, puntando in modo deciso sulle auto elettriche. Non solo: sta portando avanti alcune iniziative che hanno già conquistato il cuore degli americani (e non solo). Ma andiamo con ordine, partendo dal discusso American Recovery and Reinvestment Act, un fondo, di ben 787 miliardi di dollari, destinato a far uscire gli Stati Uniti dalla crisi. Obama ha firmato il corposo assegno nel Nature & Science Museum di Denver, chiarendo fin da subito che il fondo sarà legato principalmente alla diffusione delle energie alternative. Per esempio, estendendo a tre anni i finanziamenti sull’utilizzo dell’energia eolica, geotermica e dei progetti che sfruttano la biomassa. Saranno poi spesi 4,5 miliardi per ammodernare gli impianti elettrici, 6 miliardi per i prestiti alle industrie che puntano alle energie rinnovabili; 2 miliardi in prestiti per agevolare la produzione di componenti per auto elettriche, e molto altro ancora. Per tenere conto del modo in cui il ricco fondo sarà distribuito, poi, come promesso, Obama ha istituito il sito recovery.org, pronto a fornire aggiornamenti in tempo reale sulle spese effettuate.


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domenica 22 febbraio 2009

Antartide: si spezza blocco ghiaccio più grande della Campania

Un enorme blocco di ghiaccio, con una superficie pari a 14.000 chilometri quadrati si è staccata dalla banchisa antartica di Wilkins - situata a sud-ovest della penisola antartica a circa 1.600 km dalle coste argentine - spezzandosi poi in diversi iceberg più piccoli che vanno ora alla deriva nell'oceano australe. La causa della rottura sarebbe imputabile al riscaldamento globale, hanno sottolineato gli esperti del Csic (Consiglio Superiore per le Investigazioni Scientifiche di Spagna) , che da qualche giorno stanno monitorando costantemente la situazione a bordo dell'imbarcazione Hesperides.

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sabato 21 febbraio 2009

Sentenza della Corte UE sulle informazioni su OGM


Una sentenza della Corte di giustizia europea ha deliberato che le informazioni sulla localizzazione delle coltivazioni di piante geneticamente modificate debbono essere disponibili al pubblico.

Qui di seguito il comunicato stampa.



Sentenza della Corte di giustizia nella causa C-552/07
Commune de Sausheim / Pierre Azelvandre
IL DIRITTO DI ACCESSO DEL PUBBLICO ALLE INFORMAZIONI SI APPLICA ALLE EMISSIONI DI OGM
Gli Stati membri non possono invocare l’ordine pubblico per opporsi alla divulgazione del sito dell'emissione di organismi geneticamente modificati
Il sig. Pierre Azelvandre intendeva conoscere l'ubicazione delle sperimentazioni sul terreno di organismi geneticamente modificati (OGM), effettuate nel territorio del suo comune. Il 21 aprile 2004 ha chiesto al sindaco di Sausheim (Alta Alsazia) di trasmettergli, per ciascuna emissione di OGM effettuata nel territorio di tale comune, l’avviso al pubblico, la scheda d’impianto che consente di individuare la particella sfruttata a coltivazioni e la lettera prefettizia accompagnatoria di tali documenti. Ha chiesto inoltre le schede informative riguardanti ciascuna nuova emissione da realizzarsi nel 2004.
In assenza di risposta, il sig. Azelvandre ha presentato alla Commission d’accès aux documents administratifs (commissione per l’accesso ai documenti amministrativi) una richiesta di comunicazione di quei documenti. Il 24 giugno 2004 la commissione ha emesso un parere favorevole in merito alla comunicazione dell’avviso al pubblico e della prima pagina della lettera prefettizia accompagnatoria. Per contro, essa si è pronunciata a sfavore della comunicazione della scheda d’impianto particellare e della mappa di ubicazione delle emissioni, argomentando che tale comunicazione avrebbe arrecato pregiudizio alla riservatezza e alla sicurezza degli operatori agricoli interessati.
In seguito a tale parere, dal momento che il sindaco di Sausheim non ha divulgato tutti i documenti del fascicolo, il sig. Azelvandre ha contestato tale diniego dinanzi alla giustizia amministrativa francese.
Il Conseil d'État francese, investito della controversia in ultimo grado, interroga la Corte di giustizia in merito alla definizione di «sito dell'emissione» che non si può considerare riservato ai sensi della direttiva del 12 marzo 2001 sull’emissione deliberata nell’ambiente di OGM 1, nonché in merito all’interpretazione degli obblighi di informare il pubblico in materia, quali risultano dal diritto comunitario. In particolare, si chiede alla Corte se le autorità nazionali possano opporsi alla comunicazione della scheda d’impianto particellare e della mappa di ubicazione delle emissioni, argomentando che tale comunicazione arrecherebbe pregiudizio all'ordine pubblico o ad altri interessi tutelati dalla legge.
Il sito dell’emissione
In forza del principio di precauzione e dei rischi cui vanno incontro l'ambiente e la salute umana, la direttiva ha definito un regime di trasparenza della procedura di autorizzazione delle misure relative alla preparazione e all’attuazione delle emissioni. Essa, in relazione a una prevista emissione deliberata di OGM, ha istituito non soltanto meccanismi di consultazione del pubblico (in generale e, se del caso, di determinati gruppi) ma anche un diritto di accesso del pubblico alle informazioni relative a una siffatta operazione, nonché la predisposizione di registri pubblici nei quali deve figurare l’ubicazione di ciascuna emissione di OGM.
In tal senso, coloro che intendono emettere OGM nell’ambiente sono tenuti, in forza della direttiva, a inoltrare una notifica alle autorità nazionali competenti, che deve includere un fascicolo tecnico contenente le informazioni richieste, vale a dire:
1) l’ubicazione e le dimensioni dei siti di emissione nonché la descrizione dell’ecosistema locale di emissione, inclusi clima, flora e fauna, così come la prossimità di biotopi ufficialmente riconosciuti o di aree protette che potrebbero essere interessati dal fenomeno, per le piante superiori geneticamente modificate;
2) l’ubicazione geografica e le coordinate del sito o dei siti di emissione nonché la descrizione degli ecosistemi, bersaglio o non bersaglio, che possono essere interessati, per quanto riguarda gli altri OGM.
Pertanto, gli elementi relativi all’ubicazione geografica di un’emissione deliberata di OGM che devono figurare nella notifica di quest’ultima rispondono all’esigenza di determinare gli effetti concreti di una tale operazione sull’ambiente. Le indicazioni riguardanti il sito di una siffatta emissione devono essere quindi definite rispetto alle caratteristiche di ogni operazione e del suo eventuale impatto ambientale.
Dal nesso così stabilito tra la procedura di notifica e l’accesso ai dati relativi all’emissione deliberata di OGM risulta che, salva deroga prevista dalla direttiva in questione, il pubblico interessato può chiedere la divulgazione di qualsiasi informazione trasmessa dal notificante nell’ambito della procedura di autorizzazione relativa a una siffatta emissione.
Quindi, il "sito dell’emissione" è determinato da qualsiasi informazione relativa all’ubicazione dell’emissione, fornita dal notificante alle autorità competenti dello Stato membro sul cui territorio deve avvenire l’emissione conformemente alla direttiva.
Il diritto di accesso dei terzi alle informazioni relative all’emissione
La direttiva definisce in termini precisi la riservatezza di cui possono beneficiare i vari dati comunicati nell’ambito delle procedure di notifica e di scambio di informazioni da essa previste. In tal senso, informazioni riservate notificate alla Commissione e all’autorità competente o scambiate in forza della direttiva nonché le informazioni che possono pregiudicare una posizione concorrenziale non possono essere divulgate e i diritti di proprietà intellettuale afferenti a tali dati devono essere tutelati. Inoltre, l’autorità competente decide, previa consultazione del notificante, quali informazioni debbano rimanere riservate alla luce della «giustificazione verificabile» fornita da quest’ultimo. Pertanto, l’informazione relativa al luogo dell’emissione in nessun caso può rimanere riservata. In tale contesto, considerazioni relative alla salvaguardia dell’ordine pubblico e ad altri segreti tutelati dalla legge, enunciate dal giudice del rinvio, non possono costituire motivi tali da limitare l’accesso ai dati elencati nella direttiva, nel novero dei quali figura in particolare quello relativo al sito dell’emissione.
Tale interpretazione è suffragata dall’esigenza, enunciata nella direttiva, secondo cui i dati relativi alla valutazione dei rischi ambientali non sono considerati riservati. Inoltre, uno Stato membro non può invocare una disposizione derogatoria figurante nelle direttive relative alla libertà d’accesso del pubblico all’informazione ambientale per rifiutare l’accesso a informazioni che dovrebbero essere di dominio pubblico 2.
Di conseguenza, non si può opporre alla comunicazione delle informazioni indicate nella direttiva una riserva relativa alla protezione dell’ordine pubblico o di altri interessi tutelati dalla legge. Il timore di difficoltà interne non può giustificare l’omissione da parte di uno Stato membro nell’applicare correttamente il diritto comunitario.

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venerdì 20 febbraio 2009

L'ibrido è di moda, ma....


Anche oggi riportiamo (in parte) un articolo uscito su La Stampa online. Il 15 febbraio Piero Bianco scrive :

Non basta per guarire l’ambiente, ma è una medicina che aiuta. Soprattutto, come ammette il direttore generale di Honda Italia Alessandro Skerl «è l’occasione per comprare qualcosa con cui distinguersi e che ci fa sentire la coscienza a posto, un prodotto che oggi è comunque la miglior risposta all’inquinamento nei centri urbani». L’ibrido è di gran moda. I costruttori si sfidano nel progettare e proporre modelli a propulsione mista: motore a benzina (o Diesel) abbinato all’elettrico. Si abbassa la media delle emissioni nocive, si consuma meno, si ottengono gli incentivi e si viaggia pure in presenza di blocchi ecologici. Anche se l’auto "tutta elettrica" è ben altra cosa perché le batterie, nelle ibride, assolvono un ruolo decisamente marginale...... perché in città l’ibrido oggi ha un senso, in autostrada invece è solo tecnologia in più da portarsi a spasso.


Tutto l'articolo è qui
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giovedì 19 febbraio 2009

Il nuovo veicolo lunare elettrico con batterie al litio

Abbiamo letto sul Corriere online che in questi giorni sono in corso i test sul prototipo del Lunar Electric Rover (LER) un veicolo elettrico con 12 ruote tutto dipinto di bianco e con grandi finestre su un lato. E' stata colta l'occasione di presentazione al neopresidente Obama per fare un lancio mediatico del futuro spaziale che attende l’America per riportare gli astronauti americani sulle sabbie lunari con nuovi vettori necessari. Il prototipo del Lunar Electric Rover può ospitare due astronauti per 14 giorni consentendo loro anche di dormire al suo interno, oltre ad avere naturalmente tutti gli impianti e le risorse per mantenerli in vita. Secondo gli ingegneri non ha bisogno di alcuna manutenzione e può affrontare pendenze fino a quaranta gradi. Il prototipo impiega batterie a ioni di litio da 125 Wh/kg, ma il modello lunare dovrà avere 200 Wh/kg e garantire un’autonomia per percorrere almeno 500 miglia (800 km) prima di essere ricaricate. Interessante è la sistemazione delle tute integrate nella struttura all’esterno ma con accesso diretto dall’abitacolo per cui gli astronauti si infileranno al loro interno e poi si staccheranno per la passeggiata.

NASA's New Lunar Electric Rover (LER)
Next Generation Rover For Lunar Exploration Driving New Tech Here On Earth

per un approfondimento nel sito web della NASA cliccare qui

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mercoledì 18 febbraio 2009

L'efficienza delle auto elettriche


Dopo tante notizie infauste sull'idrogeno e sui presunti carburanti puliti, gli incentivi statali e le proposte di legge per buttare via un altro po' di soldi per ricerche che non portano a nulla (tipico esempio di incompetenza italica) rifacciamoci gli occhi con un articolo uscito su The Oil Drum

The energy efficiency of cars


a firma di Euan Mearns con bei grafici e conteggi che ancora una volta dimostrano il notevole vantaggi che si avrebbe utilizzando i veicoli elettrici ed abbandonando trazioni obsolete e false soluzioni avveniristiche. Con un certo orgoglio notiamo quanto la nostra piccola grande realizzazione di conversione del cinquino sia apprezzata all'estero tanto da prendere la sua immagine come esempio di veicolo elettrico sostenibile.

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martedì 17 febbraio 2009

Sotto il segno di Costantino


Il titolo su repubblica.it mi fa sussultare.

Al vaglio una proposta di legge per lo stanziamento di un Fondo di 20 milioni di euro a favore dello sviluppo di automobili a zero emissioni



Mi dico : vuoi vedere che qualcuno ha imparato a camminare sulle acque?

Continuo a leggere:

Un Fondo di 20 milioni di euro da utilizzare - per i prossimi cinque anni - in favore della ricerca, dello sviluppo e dell'innovazione di sistemi di mobilità


Si,sissi, vai, vai... leggo


con impiego di idrogeno e combustibili ultra puliti di nuova generazione di origine biologica.


Idrogeno? combustibili ultra puliti? origine biologica? ma che, che,che eeeeeh?
Il bla bla bla continua . Lo riporto nella sua totalità per favorire il senso dell'orrore.

E' l'oggetto di una proposta di legge a firma di Costantino Boffa, parlamentare del Pd, divisa in 7 semplicissimi articoli tutti volti a concretizzare al di là delle parole l'ambizioso progetto europeo di una mobilità ecologica su gomma.
Destinatari del fondo (secondo l'articolo 3) saranno le Regioni, le Province, i Comuni, le Università e gli Enti pubblici e privati di ricerca e di produzione di Idrogeno e di combustibili ultrapuliti di nuova generazione di origine biologica, mentre l'articolo 6 prevede, senza oneri per la finanza pubblica, l'istituzione di un Comitato di gestione formato da quattro rappresentanti del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e del Ministero dell'Ambiente.
Dal canto suo il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti di concerto con il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, dovrà prevedere, entro sei mesi dall'entrata in vigore della presente legge, anche le linee guida che definiscono i destinatari, le tipologie e le caratteristiche degli interventi finanziabili oltre alle modalità di funzionamento del Fondo. Ai 20 milioni si farà fronte mediante una corrispondente riduzione dello stanziamento del fondo speciale iscritto nel programma "Fondi di riserva e speciali" della missione "Fondi da ripartire" dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2009.
Ecco il testo della relazione del Presidente della Commissione Trasporti

Notizia del 27/01/2009

Mobilità sostenibile. L'on. Boffa presenta una proposta di legge.

Il 26 gennaio, l’on. Costantino Boffa, componente della IX Commissione Trasporti della Camera dei Deputati, ha presentato una proposta di legge denominata “Misure di sostegno per lo sviluppo di sistemi di mobilità ad alta sostenibilità con impiego di idrogeno e carburanti ultrapuliti di nuova generazione di origine biologica”. La proposta di legge Boffa è finalizzata alla promozione di sistemi di mobilità ad alta sostenibilità, attraverso l’istituzione, presso il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, di un Fondo a favore della ricerca, dello sviluppo e dell’innovazione, per sostenere lo studio, la sperimentazione, la prototipazione, la omologazione e la promozione di veicoli passeggeri e commerciali leggeri alimentati da idrogeno, prodotto con ausilio di fonti di energia rinnovabile, e da combustibili ultrapuliti di nuova generazione di origine biologica. “Con l’istituzione del suddetto Fondo – ha illustrato l’on. Boffa nel corso della conferenza stampa – si intende promuovere interventi di filiera per lo studio e la realizzazione di sistemi per la produzione, lo stoccaggio e la distribuzione di idrogeno prodotto con ausilio di energia solare o altra fonte di energia rinnovabile; di sistemi per la produzione, lo stoccaggio e la distribuzione di combustibili ultrapuliti di nuova generazione di origine biologica; di prototipi di veicoli alimentati ad idrogeno o con combustibili ultrapuliti di nuova generazione di origine biologica; delle procedure di omologazione per i suddetti veicoli; di reti di monitoraggio intelligente finalizzate al controllo dell’efficienza e della sicurezza dei veicoli del tipo considerato e di posteggi esclusivi muniti di stazioni di controllo e di ricarica”. Destinatari del Fondo sono, nelle intenzioni del legislatore, le Regioni, le Province, i Comuni, le Università e gli Enti pubblici e privati di ricerca. “Occorre affrontare con urgenza le sfide poste dai cambiamenti climatici dovuti alle emissioni antropiche di gas a effetto serra, derivanti principalmente dall'uso di combustibili di origine fossile – ha proseguito l’on. Boffa – attraverso una nuova, vasta ed ambiziosa politica energetica. In questo quadro, il settore della mobilità su gomma si contraddistingue per la sua potenziale capacità di ridurre le emissioni di gas a effetto serra e l'inquinamento, soprattutto nell’ambito delle aree urbane. In questi ultimi trent’anni, infatti, la mobilità delle persone su autovettura privata è aumentata, nel nostro Paese, del 214%. Allo stato attuale il nostro Paese risulta essere quello, fra i 15 dell'Unione europea, in cui si “consuma” più mobilità di persone, con una media di oltre 16.200 km pro capite/anno di cui solamente il 3,5% ciclo pedonali. A fronte di tali dati si registra un forte incremento nell’uso dell’auto. E’ in un tale contesto che la presente proposta di legge intende fornire un contributo finalizzato a produrre un profondo cambiamento nel settore della mobilità su gomma, promuovendo una mobilità “pulita” e sostenibile, con impiego di idrogeno e combustibili gassosi di nuovissima generazione di origine biologica, a ridottissimo impatto ambientale, e, al contempo, creando condizioni favorevoli per lo sviluppo di veicoli e sistemi di mobilità sostenibile ad alto valore tecnologico. Questa proposta vuole altresì fornire una spinta positiva e forte, rivolta non solo ai grandi gruppi industriali, ma anche a quei sistemi locali, sia istituzionali che del mondo produttivo e della ricerca che hanno prodotto esempi innovativi e significativi nell’ambito della mobilità sostenibile, non solo in termini di prototipi, ma anche in termini di produzione de localizzata, quindi distribuita, di combustibili ultrapuliti prodotti con ausilio di energia derivante da fonti rinnovabili o con l’impiego di reflui e sostanze di origine biologica, così come definito da nuove tecnologie internazionali, come nel caso dei carburanti ultrapuliti (esempio “caso Magnegas”), di recente pubblicato da riviste specializzate del settore. La proposta nasce altresì sulla base delle esperienze compiute in questi anni dal sistema istituzionale locale che con la collaborazione della Provincia, dell’Università, di enti di ricerca e di aziende private, ha dato vita alla sperimentazione ed alla realizzazione di iniziative, progetti, prototipi di autoveicoli ad idrogeno con celle a combustibili ad emissioni zero di grande vitalità e interesse. Il tutto non ha trovato finora un quadro normativo di riferimento nazionale in grado di consentire lo sviluppo di queste esperienze. Con questa proposta di legge si vuole dunque superare questo problema e porre il tema al centro non solo di esperienze locali, ma anche di una nuova e diversa politica dei trasporti ispirata alla mobilità sostenibile”.


Qui
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lunedì 16 febbraio 2009

Ecoincentivi, dal Gpl all'assurdo dell'idrogeno


Riporto qui di seguito un estratto dell'articolo uscito su La Stampa online del 14 febbraio 2009.

Ecoincentivi, dal Gpl all'assurdo dell'idrogeno

Spesso ci si irrita o ci si indigna o si resta perplessi nel leggere i provvedimenti che i nostri politici, avvicendandosi ai posti di comando, assumono nel corso del tempo. L’ultimo caso si riferisce al piano di ecoincentivi varato dal Governo a sostegno dell’auto. Qui siamo nella campo della perplessità e non ci riferiamo alla maggiore o minore incisività delle misure assunte (l’importante è che, comunque, si sia finalmente partiti), ma a due aspetti a dir poco singolari. L’inserimento delle vetture a idrogeno nel «pacchetto ecologico» e la disparità di trattamento riservata ai modelli a Gpl (Gas di Petrolio Liquefatto) e a Metano. ......Peccato che la rete di distribuzione del Metano sia assai meno capillare di quella Gpl: ad esempio, in Sardegna non esiste alcun distributore. Così, chi comprerà un’auto a Metano per usufruire dei 5.000 euro finirà per viaggiare soltanto a benzina. L’altra perplessità riguarda l’inserimento nel pacchetto delle vetture a idrogeno e la mancanza di quelle ibride. Cosa vuol dire? Che le ibride sono considerate a tutti gli effetti elettriche? Quanto all’idrogeno, c’è da sorridere. Non esistono in listino modelli di tale tipo ed è certo che in Italia non ne verranno posti in commercio entro il 31 dicembre, quando il piano scadrà. Per ora, esistono concept e flotte sperimentali con veicoli dati in uso con la formula del leasing (il costo è altissimo) a una clientela selezionata. E’ il caso della Bmw Serie 7 o della Honda Fcx Clarity (per Usa e Giappone).
Un inserimento, quindi, un po’ balzano. Ci ricorda un proclama del presidente della Regione Lombardia. Formigoni nel 2005 annunciò che in tempi rapidissimi nel territorio lombardo avrebbero potuto circolare solo veicoli a idrogeno.
L’ignoranza dei politici sul piano tecnico raggiunge l’assurdità.


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domenica 15 febbraio 2009

A qualcuno piace caldo. Errori e leggende sul clima che cambia

Nel settore dell’informazione sui cambiamenti climatici si assiste da qualche tempo a una pericolosa biforcazione. Da un lato, la quasi totalità degli scienziati è concorde nell’indicare nelle attività umane il principale responsabile dell’aumento di CO2 nell’atmosfera con la conseguente crescita delle temperature globali, a cui diventa sempre più urgente fare fronte con politiche e strategie mirate; dall’altro, sui media trovano spazio argomentazioni che di scientifico spesso hanno poco e che negano qualunque valore all’imponente mole di evidenze che si va via via accumulando. Non passa infatti giorno senza che qualcuno affermi che il riscaldamento globale non esiste, o che se anche ci fosse non sarebbe poi così male, oppure che è causato dal Sole, dai vulcani e persino dai moscerini... e il risultato è un’inerzia troppo spesso sospetta.

Per riportare il dibattito entro i limiti della discussione scientificamente corretta, Caserini prende in esame le posizioni dei “negazionisti” e ne evidenzia, con ironia e senza mai indulgere in tecnicismi, le incoerenze, le manipolazioni e, in parecchi casi, i condizionamenti esercitati da lobby e gruppi di pressione: una lettura indispensabile per fare chiarezza in un campo che tocca molto da vicino la vita di ciascuno di noi.

Stefano Caserini, docente di Fenomeni di Inquinamento al Politecnico di Milano, svolge da anni attività di ricerca nel settore dell’inquinamento dell’aria e dei cambiamenti climatici. È consulente di enti pubblici e privati per la redazione degli inventari delle emissioni in atmosfera e per l’impostazione delle politiche di riduzione. Ha collaborato alla revisione del Quarto Rapporto IPCC, Terzo Gruppo di Lavoro, ed è autore di circa 60 pubblicazioni scientifiche nel settore dell’inquinamento dell’aria e della gestione dei rifiuti.

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sabato 14 febbraio 2009

Nucleare. L'Anonimo commenta

Un Anonimo ha lasciato un commento sul nostro post "Nucleare; Siemens divorzia da Areva mentre la Tot..." di Domenica 25 Gennaio 2009:

il nucleare non ha ALCUN limite temporale nel futuro. l'uranio è uno degli elementi più diffusi sulla crosta terrestre, tanto da formarne circa il 6%.
il costo di estrazione di uranio fissile incide sul costo/kw con le tecnologie attuali per il 3%, mentre in futuro si potrà arrivare all'1.5%.
eventualmente, pagandolo un 9-10% si potrebbe addirittura estrarlo dal mare!

infine:
vogliamo scriverlo a caratteri cubitali che l'unica fonte di elettrogenerazione che non produca CO2 è il nucleare?




Se così fosse non si comprende come mai i privati e l'Areva per prima non si buttino a pesce sul così proficuo affare. Si sa, i privati amano il profitto, le banche concedono crediti a iosa. Se fosse così. Ma... non è così. In Gran Bretagna il Governo ha aperto ai privati la possibilità di realizzare una ventina di centrali in sostituzione (in sostituzione, ripeto, non nuove) di quelle in via di obsolescenza destinate a essere chiuse per improduttività. Orbene, tutti fermi. perché? Perché il Governo obbliga chi costruisce a prendersi in carico anche il decomissioning e lo smaltimento dei rifiuti nucleari. Normale, no? giusto no? Allora si scopre che il costo dell'energia nucleare non è più a buon mercato e i profitti scricchiolano. Costa molto di più di quello che appare, quindi non conviene.
L'uranio è abbondante? Ok. Ma quanto costa estrarlo? Adesso poco, perché si sfrutta quello che è concentrato in alcune miniere, dopo saranno costretti a sfruttare quelle 'vene' dove la concentrazione è minore. Cosa significa? Che per estrarre un'oncia di ossido d'uranio dovremo impiegare molta più energia, di conseguenza costerà di più estrarlo. E' come piantare un chilo di riso per veder crescere un chilo e mezzo di riso, poi un chilo, poi mezzo chilo. Non conviene, punto e basta. Già non conviene adesso con la storia del decommissioning e trattamento delle scorie, immaginiamo dopo.
La leggenda dell'uranio del mare è una verità ... mascherata. Il problema sta nel fatto che l'uranio è 'sciolto' nel mare . Non è concentrato, quindi vale quanto detto sopra, energia per estrarlo.

La produzione di energia non produce Co2 ma... quanta ne produce l'estrazione dalle miniere dell'uranio, il trasporto, la purificazione, il trattamento, la realizzazione degli impianti, il decommissioning, lo stoccaggio delle scorie ecc.? Se non si analizza questa LCA non ha senso un discorso di CO2 uguale a zero, perché è una grossa dimenticanza.

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venerdì 13 febbraio 2009

Flessione dell'8,5 dei consumi elettrici a gennaio

Terna comunica che i consumi elettrici a gennaio segnano il maggior calo registrato dal 1975, - 8, 5% rispetto allo stesso mese del 2008. Si tratta quindi della maggiore flessione da 34 anni a questa parte quando nell'agosto del 1975 la diminuzione della domanda fu del 7,6%. Su base mensile il calo e' dello 0,4%. Il dato risente probabilmente anche degli effetti causati dalle scelte di alcune aziende che hanno deciso di riprendere l'attività lavorativa il 12 gennaio.

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giovedì 12 febbraio 2009

Insight. Auto ibrida furbetta

Abbiamo letto su quattroruote online un breve articolo che descrive cosa c'è dietro la scelta della Honda di produrre l'ibrida Insight. Purtroppo comprendiamo che anche i giapponesi non riescono ad uscire da certi schemi mentali che vengono dalla datata produzione di veicoli con motore a scoppio. La giustificazione al fatto che la Insight a differenza di altre macchine ibride non possa percorrere alcuni chilometri in modalità solo elettrica Yasunari Seki, ingegnere capo dell'intero progetto, risponde che problemi di spazio non avevano la possibilità di mettere batterie più grandi e motori elettrici più potenti. A noi viene il sospetto che l'operazione sia ancora una volta di pura (perdonate la parola sconveniente in questo contesto) e semplice 'di facciata' o forse anche 'furbetta' per poter ricevere agevolazioni di qualsiasi genere e fregiarsi del termine 'Ibrido'. Speriamo che prima o poi l'Honda si indirizzi senza indugio verso l'auto tuttalettrica se vuole restare in un contesto mondiale tra le case automobilistiche che sopravviveranno nel prossimo futuro.

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mercoledì 11 febbraio 2009

Messaggio all'Anonimo visitatore

Spero che sia raggiungibile l'Anonimo che ha lasciato la sua impronta tecnica al post L'auto del futuro. Il testo del commento è qui sotto riportato:


Egr. Sig. Me mi sa che tu di tecnologia mica ne capisci tanto , migliorare l'efficenza delle auto è cosa facile e possibile , ma cambiare il sistema è cosa difficile !!!! Vai a una fiera delle nuove applicazione = niente attriti sulle parti meccaniche !!!!



Gen.mo sig. Anonimo, grazie per la segnalazione, ma, visto che Lei visita, almeno spero, le fiere delle nuove applicazioni, a differenza di quanto facciamo noi di ME, a suo dire, sarei ben lieto di ospitare un Suo articolo sull'argomento. Mi creda, abbiamo da imparare tutti su tutto e spero che Lei abbia di che insegnarci. Ci scriva poi sarà nostra premura contestare o condividere le Sue tesi.
In attesa, Le porgo i più cordiali saluti.



Colgo l'occasione per invitare chiunque abbia delle cose interessanti da comunicare e voglia pubblicarle su ME a scrivermi all'indirizzo di posta elettronica personale.

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martedì 10 febbraio 2009

Auto ad idrogeno, 5.000 euro per l'auto che non c'è

In un commento al nostro post di sabato scorso intitolato Bonus bovus l'Anonimo chiedeva:











Perchè l' auto a idrogeno non possono circolare in Italia? La BMW regalò a Veltroni (quando era ancora sindaco di Roma) delle auto a idrogeno, e con quelle ci andava in giro... o non è vero? La notizia la sentii al telegiornale.

Nel sito specializzato autoidrogeno.org ho controllato, ho letto, quindi copio e incollo



Omologazione più vicina per le auto a idrogeno

La Commissione europea ha stanziato 470 milioni di euro per accelerare lo sviluppo e la commercializzazione delle auto a idrogeno. Al finanziamento comunitario si aggiunge un finanziamento di pari importo dal settore industriale privato, complessivamente un miliardo di euro per accelerare la via dell'idrogeno in Europa. Il fondo servirà a finanziare le iniziative tecnologiche sulla realizzazione delle celle a combustibile a idrogeno e un programma di ricerca a attuazione della tecnologia. La ricerca sarà condotta da partner pubblici e privati, appartenenti al mondo industriale ed accademico europeo, e avrà una durata di sei anni. L'obiettivo è chiaro: lanciare in commercio le automobili a idrogeno nel decennio 2010-2020. In altri termini, fra tre anni.
L'omologazione delle auto a idrogeno

Sulla base dell'indagine preliminare condotta dalla Commissione europea, già oggi diversi veicoli a idrogeno sarebbero pronti a entrare sul mercato. Manca tuttavia una procedura comune, standard e semplificata da seguire per l'omologazione dei veicoli a idrogeno. Attualmente i veicoli a idrogeno non rientrano nel regime comunitario di omologazione dei veicoli. La definizione degli standard europei permetterà di ridurre il margine di rischio sulla ricerca da parte delle case costruttrici delle automobili che, in tal modo, potranno valutare quali prototipi avranno un reale sbocco commerciale sui mercati.

Le proposte saranno sottoposte al vaglio del Parlamento europeo e del Consiglio dei ministri. L’introduzione dei veicoli ad idrogeno può rendere l’aria piu’ pulita e ridurre la dipendenza dell’Europa dai combustibili fossili importati dall'estero.


Da questo si arguisce che nessun veicolo ad idrogeno può circolare sulle strade italiane, quindi nessun incentivo sarà dato per una vettura alimentata ad H2.
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lunedì 9 febbraio 2009

Incentivi auto, 5.000 euro per l'idrogeno che non c'è

Il nostro Governo ha promesso di stanziare (e lo ha fatto già da sabato scorso) gli incentivi per l'acquisto di auto secondo nelle condizioni ben note. Sono quasi sicuro che non spenderà un centesimo dei 5.000 euro per chi acquista un'auto ad idrogeno con rottamazione o 3.500 senza rottamazione. Non vorrei sbagliare ma nel nostro Paese mi pare che non si possa vedere sulle nostre strade alcun tipo di veicolo alimentato ad idrogeno poiché non è contemplato da nessuna legge ed autorizzazione per la circolazione su strada.

In Europa solo il 4 febbraio del corrente anno (pochi giorni fa!!!!) si è scritto nero su bianco un regolamento comparso in Gazzetta Ufficiale UE.

Gazzetta ufficiale n. L 035 del 04/02/2009 pag. 0032 - 0046.
Regolamento (CE) n. 79/2009 del Parlamento europeo e del Consiglio del 14 gennaio 2009 relativo all'omologazione di veicoli a motore alimentati a idrogeno e che modifica la direttiva 2007/46/CE IL PARLAMENTO EUROPEO E IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA

Qui il documento in formato PDF


Questo è un modo per risparmiare ... non spendendo gli incentivi stanziati.

Parlando in generale sugli incentivi, ammesso che il popolo bue abbia risorse familiari da spendere per acquistare un'auto (vedremo) sono certo di due cose. La prima è che 7 su 10 auto, che verranno acquistate, saranno prodotte all'estero con marchio estero. Delle 3 su 10 con marchio italiano una minoranza viene prodotta è made in Italy. Grazie agli incentivi si crea lavoro o piuttosto non si fanno perdere molti posti di lavoro fuori dai nostri confini. Per questa ragione la scelta degli incentivi per risollevare l'economia nazionale è una colossale bufala . Seconda, questa più immediata e verificabile accendendo la TV. Sono aumentati gli spot televisivi delle case automobilistiche (che già precedentemente erano più che presenti). C'era da aspettarselo, anche uno sprovveduto avrebbe capito che le TV avrebbero avuto un vantaggio (enorme) immediato e sicuro a prescindere dalla vendita o meno delle auto.
Cui prodest?

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domenica 8 febbraio 2009

Clima. Rapporto dell'Europarlamento per 'New Deal' verde

Agenda dettagliata di misure da adottare nel periodo 2009-2014
La plenaria dell'Europarlamento ha approvato con 570 voti favorevoli, 78 contrari e 24 astensioni, oggi a Strasburgo, la relazione di Karl-Heinz Florenz (Ppe) per una politica integrata dell'Ue sul cambiamento climatico, che indica le tappe da realizzare nei prossimi anni (2009-2014) per stabilizzare le emissioni di gas serra e mantenere l'aumento della temperatura media globale entro i 2 gradi centigradi.
La relazione, molto corposa (un'ottantina di pagine), completa dopo 21 mesi i lavori dalla commissione temporanea dell'Europarlamento sul clima presieduta dall'italiano Guido Sacconi (Pse). Con questo rapporto, l'Europarlamento sollecita la Commissione e gli Stati membri "a sostenere l'invito dell'Onu per realizzare un 'New Deal' verde", e a orientare gli investimenti che verrano fatti per uscire dalla crisi finanziaria ed economica in modo da sostenere la crescita sostenibile, "in particolare, promuovendo le tecnologie verdi". Il Parlamento europeo propone di definire un'agenda di misure e di interventi per il periodo 2009-2014, illustrandone le modalità d'applicazione. "Il picco delle emissioni globali dovrà essere raggiunto entro il 2015, altrimenti non riusciremo a restare sotto i due gradi di aumento della temperatura. La relazione disegna le tappe verso quest'obiettivo, tappe che trasformeranno la vita quotidiana dei cittadini", ha spiegato Sacconi durante una conferenza stampa con il relatore Florenz. Il testo raccomanda nel dettaglio le misure che occorrerebbe prendere nei campi della politica estera energetica dell'Ue, dell'energia e dei biocombustibili, dell'efficienza energetica, dei trasporti e della logistica, del turismo, dell'agricoltura, delle foreste e della pesca. Raccomanda azioni riguardo al sistema di scambio di quote di emissioni, alla gestione delle risorse idriche e al trattamento dei rifiuti, nonché alla tutela della salute. Sottolinea il ruolo dell'innovazione, anche per la crescita economica e dell'occupazione, sostiene la promozione delle nuove tecnologie, e propone misure nel settore dell'istruzione, della formazione e della comunicazione. Chiede anche la creazione di una "Comunità europea delle energie rinnovabili" esorta il sostegno allo sviluppo di tecnologie di trasporto ecocompatibili, come vetture a idrogeno, elettriche, a pile a combustibile o ibride. Gli eurodeputati evidenziano come, affrontando i cambiamenti climatici, sarà possibile creare nuove attività economiche e opportunità di lavoro, rendere l'Europa meno dipendente dalle importazioni di combustibili fossili e procurare benefici sociali ai cittadini. Sacconi ha detto che nella nuova legislatura il Parlamento europeo dovrebbe trovare il modo di continuare il lavoro della commissione temporanea sul clima, "per garantire il monitoraggio delle iniziative europee e degli Stati membri, i contatti internazionali e con il mondo della scienza, e anche una 'valutazione di conformità climatica' di tutti gli atti dell'Ue". La relazione, in effetti, sottolinea l'urgenza di integrare le considerazioni di politica climatica in tutti i settori e in tutti gli ambiti politici, adottando un approccio trasversale e tenendo conto delle cause e delle conseguenze del surriscaldamento globale nella legislazione comunitaria". Quanto al tema controverso dell'energia nucleare, riconoscendo i diversi approcci degli Stati membri in materia, il Parlamento europeo sollecita la Commissione "a riservare un'attenzione particolare ai rifiuti nucleari e al loro intero ciclo, allo scopo di migliorare la sicurezza". Il commissario europeo all'Ambiente, Stavros Dimas si è detto compiaciuto "per il sostegno, espresso nella relazione, alla proposta secondo cui i paesi sviluppati dovrebbero impegnarsi congiuntamente a ridurre le emissioni di gas serra del 25-40% entro il 2020 e di almeno l'80% entro il 2050, rispetto ai livelli del 1990. Questi obiettivi - ha sottolineato Dimas - sono perfettamente in linea con l'opinione della Commissione europea. L'Ue - ha ricordato il commissario - ha dato l'esempio predisponendo le misure atte a ridurre le emissioni del 20% (con il pacchetto clima adottato a dicembre, ndr) e impegnandosi a portare al 30% tale riduzione se altri paesi sviluppati accetteranno di operare tagli simili" alla conferenza Onu sul clima di Copenaghen, a dicembre. Sono lieto di constatare nella relazione - ha detto ancora Dimas - l'esplicito riconoscimento del fatto che la crisi economica e finanziaria non deve essere una scusa per ritardare l'azione contro i cambiamenti climatici. Rinviare la riduzione delle emissioni non farebbe che renderla più difficile e costosa. Dobbiamo invece considerare l'attuale necessità di ripresa dell'economia - ha concluso il commissario - come un incentivo ad intensificare gli investimenti nelle industrie a bassa emissione di carbonio e nell'occupazione 'verde' del domani".

qui

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sabato 7 febbraio 2009

Bonus bovus

I nuovi incentivi statali per aiutare il mercato dall’automobile e moto.

Per le automobili
Il bonus previsto è di 1.500 Euro per chi acquisterà un'auto Euro 4 o 5 (benzina o diesel) rottamando al contempo una Euro 0/1/2 immatricolata entro il 1999.
Le auto con emissioni inferiori ai 120 grammi di CO2 e con cilindrata inferiore ai 1.300 cc beneficeranno di un incentivo fino a 2.000 Euro. Per le auto elettriche, alimentate a Gpl, idrogeno (che non possono circolare in Italia poichè non esiste un regolamento in vigore) o metano il bonus aumenta di ulteriori 1.500 Euro.

Quindi le auto elettriche avranno 3.500 euro di incentivo. Rottamando si arriva a 5 mila euro?

Moto
Chi acquista una moto Euro 3 con cilindrata massima fino a 400 cc riceverà un incentivo di 500 Euro, se rottama una moto Euro 0/1/2.

Restiamo in attesa del testo definitivo quando sarà disponibile.

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Mission One

La moto elettrica più veloce in produzione. Mission One è stata progettata dalla Mission è capace di superare i 240 km/h con un autonomia di circa 240 chilometri. Due ore per la ricarica delle batterie agli ioni di litio. Il progettista è Yves Béhar . L'appuntamento su strada è dal 2010 per i primi 50 modelli, Prezzo: 68'995 dollari.

Caratteristiche

Powertrain

Battery Pack: High Energy Lithium-Ion w/ Integrated Thermal Management System
Motor: Liquid-cooled, 3-phase AC Induction
Torque: 100 lb-ft @ 0 to 6,500 rpm
Transmission: Single speed

Chassis

Suspension/Front: Ohlins 43mm inverted fork; fully adjustable, 4.5-in travel
Suspension/Rear: Ohlins Single shock w/piggyback reservoir; fully adjustable, 4.5-in travel
Brakes/Front: Dual Brembo 310mm disc; Brembo radial-mount forged 4-piston calipers
Brakes/Rear: Brembo 220mm disc; single-piston caliper
Wheels/Tires/Front: Marchesini forged aluminum 3.5" x 17", 120/70ZR17 - race Compound
Wheels/Tires/Rear: Marchesini forged aluminum 6.0"x17", 190/55ZR17 - race Compound

Target Performance

Top Speed: 150mph
Range: 150 miles per charge (est. EPA drive cycle)
Recharge Time: Under 2 Hours @ 240V (8 Hours @ 120V)
Interactive Feature: Adjustable regenerative rear wheel braking
Interactive Feature: Intuitive / adjustable data acquisition system


venerdì 6 febbraio 2009

Fotovoltaico, due progetti, obiettivi: efficienza ed economicità

Suscitano molto interesse due progetti, intrapresi rispettivamente da un'azienda statunitense e da una startup formata da ricercatori finlandesi e australiani, volti a creare pannelli fotovoltaici più economici. Il tutto senza influire sul risultato prodotto: stando ai protagonisti della ricerca, i nuovi metodi fornirebbero un risultato identico a quello ottenuto dei comuni pannelli fotovoltaici. Il primo progetto, nato dalla collaborazione tra l'Australian National University, Spark Solar Australia e l'azienda finlandese Braggone Oy, ha come obbiettivo quello di creare un componente fluido da spruzzare sui pannelli. Il progetto, che avrà durata triennale, dovrebbe consentire di "spruzzare un film di idrogeno ed uno di materiale non riflettente su un nastro trasportatore" si legge in una dichiarazione rilasciata da Spark Solar. Il procedimento, sul quale non è dato al momento sapere altro, servirà a rimpiazzare le attuali tecniche di fabbricazione delle celle fotovoltaiche, giudicate troppo costose. Secondo i ricercatori della joint venture il nuovo dispositivo potrà ridurre i costi complessivi di un'intera fabbrica di medie dimensioni di circa 2,5 milioni di euro. Il tutto sarà possibile senza alcuna perdita a livello qualitativo: "Le celle saranno della stessa qualità di quelle tradizionali, ma molto più economiche" dichiara il dottor Keith McIntosh della Australian National University.

qui

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Low Cost Anti-reflective and Hydrogenation Techniques
“These optical and electrical layers were previously integrated into components through expensive and high maintenance CVD tools,” commented Dr. Yrjö Ojasaar, Braggone CEO. ”Braggone can now introduce the same anti-reflective and hydrogenation techniques with a very simple and cost efficient spray coat, bake and repeat process. We are tuning the optics of the cell by introducing nanometer thick layers of our molecularly tailored materials. Now, for the first time, solar cell makers can have truly affordable passivation and anti-reflective solutions available and thus create a boost for their Mega Watt [Mw] production capacities."

This Braggone process is a very low cost barrier to entry for newly constructed solar cell factories, whereas existing lines that already include CVD tools can increase their capacity with low capital investment costs. For older factories that do not use anti-reflectives, they can simply increase the efficiency of their output cells by introducing this process at very low investment costs. This unique product is spray coated onto the solar cell, then cured at an elevated temperature. The innovative new product line is not only a breakthrough for crystalline silicon makers, but can also be used in thin film photovoltaics as well as in solar module manufacturing to further improve their power output.

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Aussie researchers develop spray-on solar
German solar reaches 40-percent efficiency
Finland's Braggone Oy and Spark Solar Australia collaborate on three-year project using spray-on films to cut production costs.
Researchers in Australia have started a three-year project to develop spray-on solar panels that are more efficient and less costly than today's PV.
Australian National University is working with solar company Spark Solar Australia and Finnish materials company Braggone Oy on the method, which could be commercially available by 2011, reports G-Online.
The method sprays hydrogen film and anti-reflective film on a conveyor belt. Traditionally, solar facilities use the plasma form of hydrogen and a vacuum method to deposit silicon nitrate as an anti-reflective coating. The two factors add significantly to the cost of a solar production facility, and the researchers said a spray-on method could reduce a medium-sized factory's overall cost by about AUD$5 million.
"The cells will be the same quality, but much cheaper," McIntosh said to G-Online. "These savings should be passed down to the consumer in a couple of years when demand for solar panels increases."
The researchers are also trying to improve solar cells' efficiency by experimenting with different surfaces.
Last week, researchers from Swansea University in Wales said they were investigating roll-on methods for reducing the cost of solar (see UK researchers simplify low-light solar with paint-on PV).

giovedì 5 febbraio 2009

Qui piove, in Cina siccità

Le autorità cinesi hanno dichiarato lo stato di emergenza nelle provincie settentrionali del Paese, a rischio siccità e dove quasi quattro milioni di persone soffrono restrizioni delle forniture idriche.
Come riporta il sito della Bbc, sono a rischio quasi la metà dei raccolti invernali, un'area pari a 10 milioni di ettari: il governo ha stanziato un fondo di 58 milioni di dollari per l'assistenza alle vittime.
La situazione di emergenza dovrebbe durare ancora a lungo, dato che le previsioni meteorologiche non parlano di pioggia nella zona per i prossimi dieci giorni.


China declares drought emergency

The prolonged drought has added to the misery in rural areas

China has declared an emergency in eight northern and central drought-hit regions, where nearly four million people are suffering water shortages. Nearly half of China's winter crop - some 10m hectares (24m acres) of wheat and rape seed - are also under threat. President Hu Jintao and Premier Wen Jiabao ordered all-out efforts to fight the drought, allocating 400m yuan ($58m, £40m) in relief assistance. China's drought relief office called it an event "rarely seen in history". China faces droughts and floods annually but has seen a recent increase in extreme weather conditions. The Chinese authorities say the current drought is expected to continue as no rain has been forecast in the affected areas for at least 10 days.

'Red alert'

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Auto, aiuti del Governo: bozza, sola o sbronza

Se bozza e' vera il dl di Berlusconi e' 'una sola'. Solo aiuti assistenziali, ben lontani dalla 'svolta' di Obama. "Se il decreto salva-auto è la bozza che circola in queste ore ci troviamo di fronte ad un aiuto assistenziale con rottamazione senza alcuna vera svolta ecologica nell'industria dell'auto". Lo ha dichiarato Paolo Cento dei Verdi che ha aggiunto: "Siamo ben lontani dal piano di Obama prevede incentivi per le auto elettriche, la riduzione drastica delle emissioni di Co2 e ricerca ed innovazione sull'idrogeno". "L'annuncio di Berlusconi, invece, nasconde solito regalo all'industria dell'auto, senza che sia previsto, peraltro, per le case automobilistiche il vincolo a mantenere inalterati i livelli occupazionali - ha concluso Paolo Cento -. Insomma è una vera e propria sola".

qui

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mercoledì 4 febbraio 2009

Inquinamento. Una patata bollente per il nuovo sindaco.

Tra le tante cose che non si devono saper c'è anche quella delle leggi fatte per essere puntualmente disattese. Tutto bene! Andiamo avanti. Mi riferisco ai vecchi e nuovi limiti (in vigore dal febbraio del prossimo anno) di legge relativi ai valori medi di CO2 . Non dovranno superare i 20 microgrammi al metro cubo. Li vogliamo tenere d'occhio? Ecco di seguito i valori del mese di gennaio del corrente anno. Alleniamoci a perdere tempo per non arrabbiarsi, puntualmente, dopo.

Allego qui due indirizzi dall'album che ho creato su Flikr dove troverete due grafici relativi ai rilevamenti ARPAT dei PM10 delle centraline nel mese di Gennaio del 2009.

I rilevamenti giorno per giorno

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Le medie

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Vedete nel grafico delle medie due linee rosse: la prima è il limite medio annuale di 40 microgrammi al metro cubo, la seconda 20 microgrammi al metr ocubo. Quest'ultimo limite entrerà in vigore dal febbraio dell'anno prossimo e, come vedette, neppure Boboli rientra,
per ora nei limiti.

Ultima annotazione: gli sforamenti a Gennaio 2009
1 - Giardino di Boboli
4 - V.le U. Bassi
17 - V.le Gramsci
17 - Via Ponte alle Mosse

Ricordo che gli sforamenti 50 microgrammi al metro cubo non devono superare il numero di 35 . Solo a gennaio abbiamo già raggiunto quasi la metà in 2 centraline. Nel 2010 non dovranno essere più di sette. Tratteniamo il fiato .

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martedì 3 febbraio 2009

Ci sarà una buona ragione, ma...

... noi continuiamo a non capire perché si spendano (stavo per scrivere sperperino) soldi per progetti in (in) fattibilità invece di comprare e usare veicoli elettrici.
La malagrazia è avvenuta a Genova dove hanno speso la bellezza un milione e mezzo di euro grazie ad uno stanziamento concesso, nel 2003, dal ministero dell’Ambiente serviti per lo studio di fattibilità (arieccolo), l’acquisizione di hardware e software, del centro di distribuzione, dell’acquisto dei elettrici e della diffusione dei dati. 1,5 milioni di cui solo 320 mila euro per l'acquisizione degli otto mezzi per approvvigionare negozi e botteghe del più grande centro storico europeo. I furgoni che non inquinano? Comprati e poi abbandonati! "A marcire, da mesi", commenta uno dei trasportatori, che avrebbero dovuto essere coinvolti nell’esperimento, che vuol rimanere anonimo.
Poi ci si lamenta che le città sono inquinate irrimediabilmente e si perpetua la favola che non esistano i veicoli elettrici. L'aggravante: i veicoli elettrici esistono, esistono anche quelli per il trasporto merci e oltretutto sono prodotti italiani e i produttori sono tre o quattro. I governi continuano a distribuire a destra e sinistra regalie sotto mentite e palesi spoglie per veicoli inquinanti che sono destinati a scomparire per colpa della concorrenza estera capace di mettersi in corsa con le nuove tecnologie emergenti, dell'obsolescenza, mancanza di lungimiranza dei manager e a causa del costo del carburante.

Qui
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lunedì 2 febbraio 2009

L'auto del futuro


E' uscito un articolo su IlSole24ore online nella sezione "Economia e Lavoro", senza firma, il cui titolo è

L'auto del futuro dovrà essere ad alta efficienza energetica


Qui riporto il test e il mio commento

Leonardo Maugeri, direttore strategie dell'Eni, sostiene che il modo più rapido per ridurre la dipendenza dell'Occidente dai paesi produttori di petrolio è quello di migliorare l'efficienza energetica. E il petrolio? Costerà "poco".

Il futuro dell'automobile? Per il prossimi 10-15 anni «non ci sono alternative reali» al petrolio e dunque l'unica via praticabile per ridurre rapidamente la dipendenza dall'oro nero è «migliorare l'efficienza energetica» dei motori. Ne è convinto Leonardo Maugeri, direttore strategie dell'Eni, intervenuto oggi ad un convegno organizzato dalla rivista Quattroruote per discutere dell'automobile del futuro. «I consumi procapite di petrolio in America sono di 26 barili all'anno, 12 in Europa e 14 in Giappone. Questi dati - secondo l'esperto di energia - dimostrano che i margini di miglioramento sono enormi. Penso - ha affermato - che per i prossimi 10-15 anni non ci siano alternative ad una maggiore efficienza energetica per ridurre la dipendenza dal petrolio». Il messaggio è rivolto soprattutto agli americani i cui consumi procapite sono più del doppio di quelli europei. Insomma, secondo Maugeri i margini per consumare di meno sono enormi, con benefici non solo per il portafoglio ma anche per l'ambiente.


me ----------
I margini di miglioramento del motore a scoppio non esistono più, tutt'al più si parla di frazioni di centesimi in percentuali. Pensare di migliorare sostanzialmente l'efficienza rappresenta un obiettivo insignificante. Solo una drastica diminuzione del numero di vetture circolanti permetterebbe un risparmio di carburante.
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E l'auto a idrogeno o quella elettrica? Sulla prima Maugeri è drastico: per ora non se ne fa nulla, anche perchè il 96% dell'idrogeno che si usa oggi si ottiene dal petrolio e da suoi derivati.


me ----------
Quando si parla di auto a idrogeno bisogna chiarire. Due tipologie. L'auto che usa l'idrogeno come carburante ha un motore a scoppio tradizionale e l'auto elettrica che utilizza le fuel cell ad idrogeno per produrre l'energia elettrica. Con la prima opzione si torna ai problemi del motore a scoppio che ha gravi problemi di efficienza/ rendimento ovvero un rendimento medio del 20% e un rendimento del 10% nel traffico cittadino. Cosa significa? Significa che l'80/ 90% dell'energia presente nel carburante, sia esso benzina, gasolio, idrogeno viene sprecato in calore e solo il 10/20% per muovere la macchina. Ciò diventa un'esaltazione dello spreco.
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Mentre per l'auto elettrica, oltre alla scarsità del litio, necessario per le batterie e prodotto solo da Bolivia e Tibet, c'è un problema di costi: «Tutte le innovazioni che inizialmente sono troppo costose rischiano di non essere sviluppate».


me ----------
Tutte le innovazioni sono costose all'inizio. Restano costose fintanto che la produzione è limitata. Nel m omento in cui si produce in quantità si ha una diminuzione dei prezzi. Quando si prenderà piena coscienza che l'unica possibilità per avere una mobilità decente sarà quella elettrica sia per l'efficienza del motore elettrico (motore: intorno al 98%), sia per i consumi del sistema elettrico (driver/caricabatterie 90/95%), almeno la metà del sistema a combustione interna, i tecnologi si metteranno in moto per affiancare alle batterie al litio altre batterie che si baseranno su altre tecnologie/elementi che già comunque sono allo studio e in fase prototipale. C'è inoltre da ricordare che quando pensiamo alle batterie pensiamo a uno strumento che al termine dei suoi giorni non deve essere smaltito o bruciato ma semplicemente rigenerato realizzando batterie nuove con gli stessi materiali riciclandoli.
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A questo proposito, è stato ricordato il forte calo delle vendite dopo la caduta dei prezzi del petrolio, di modelli che - al contrario - avevano avuto un enorme successo nei mesi in cui le quotazioni del greggio veleggiavano verso i 150 dollari al barile.


me ----------
Maugeri forse si riferisce alla caduta delle vendite della vettura 'ibrida' della Toyota che ha avuto la stessa caduta delle vendite come è accaduto per le auto motorizzate in modo tradizionale. Ciò è accaduto per la crisi economica che ha colpito tutta la società americana ed a prescindere dal prezzo del petrolio. Inoltre c'è da aggiungere che la Prius Toyota è una ibrida sui generis che poco a che vedere con un concetto serio di veicolo ibrido infatti essa è una macchina con motore a scoppio ed un piccolo, quasi insignificante, motore elettrico. L'auto ibrida vera non è da concepire così.
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Maugeri ha poi lanciato una proposta che, visto l'uditorio, è sembrata una provocazione: il divieto d'ingresso nei centri urbani della auto con cilindrata superiore ai 1.000 cc, a partire dal 2015, un modo per guardare all'auto del futuro che «non supererà i 90 km/h, avrà basse emissioni» e non sarà più un simbolo di «potenza, prestazioni e velocità»: categorie che passeranno in secondo piano rispetto alle nuove caratterische che l'auto del futuro dovrà avere.


me ----------
Nei centri urbani l'auto non ha senso . Nei centri urbani si usano i mezzi pubblici. I veicoli dei centri urbani devono essere quelli di servizio ovvero, filobus, bus elettrici e furgoni trasporto merci elettrici. Nel prossimo futuro sarà così per le ragioni espresse
sopra.
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Il petrolio costerà "poco"

Quanto al prezzo del petrolio, Maugeri non ha voluto azzardare previsioni precise ma ha spiegato che «è in atto una crisi di sovrapproduzione, come di solito avviene dopo una fase di prezzi molto alti. Sul mercato c'è già tanto petrolio e ne sta arrivando ancora grazie ai forti investimenti realizzati negli ultimi anni quando le quotazioni erano molto elevate. Quello che fa l'Opec è assolutamente inutile - sono parole di Maugeri - anche perchè - nonostante i tagli - i paesi produttori continuano a vendere il greggio sottobanco». I prezzi, dunque? «Il petrolio costerà "poco"», ma mai come in questo cao il "poco" è relativo: «costerà meno di uno-due anni fa ma non tornerà ai livelli di 10 anni orsono quando i prezzi erano tra i 12 e i 18 dollari al barile».



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