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giovedì 28 maggio 2009

La tundra artica può contribuire al riscaldamento globale.


I ricercatori prevedono che il disgelo del permafrost intensificherà i cambiamenti climatici

Uno studio pubblicato su Nature permette di definire la significativa potenzialità dello scioglimento del permafrost nel determinare l'aumento della concentrazione di carbonio in atmosfera mai registrato nel passato.

Negli studi precedenti si pensava che il permafrost avrebbe contribuito per 0,8/11 gigatonnellate di carbonio per anno e non sapevamo quanto veloce potesse essere questo rilascio e quale feedback potesse cambiare nel tempo. Nella tundra una grande quantità di carbonio organico è accumulata nel suolo e nel permafrost. Questo insieme di carbonio è depositato in migliaia di anni rimanendo bloccato nel suolo perennemente ghiacciato. Negli anni recenti quest'area comincia a sciogliersi permettendo l'accesso a microrganismi e piante che sono in grado di scambiare il carbonio dal suolo all'atmosfera.
La comprensione del tasso di rilascio del carbonio permette di stimare la forza del feedback positivo dei cambiamenti climatici e le conseguenze dello scioglimento del permafrost. Gli scienziati usano il termine di feedback positivo per descrivere il sistema: un clima più caldo permette lo scioglimento del permafrost , che a sua volta fa rilasciare più carbonio in atmosfera che incrementa ulteriormente la temperatura del globo.
Dal 2004 al 2006 Schuur ed il suo team hanno lavorato sulla datazione del carbonio per tracciare i movimenti del 'vecchio' carbonio organico accumulato nel suolo e permafrost in Alaska. L'abilità di distinguere il vecchio dal carbonio più recente ha permesso ai ricercatori di tracciare il metabolismo del vecchio carbonio in un area dove lo scioglimento del permafrost sta aumentando.
Sorprendemente queste ricerche hanno rivelato che durante le fasi iniziali dello scioglimento del premafrost, aumenta sia la crescita delle piante sia la fotosintesi che rimuovono il carbonio dall'atmosfera. Questo aumento compensa l'emissione del vecchio carbonio derivato dallo scongelamento. Tuttavia alimentando il disgelo alla fine si produrrà più carbonio di quello assorbito dalle piante, superando di gran lunga la loro capacità compensativa. Inserendo questo discorso in un contesto globale, se la temperatura globale continua a crescere i calcoli attuali prevedono che un feedback positivo dato dal disgelo del permafrost potrebbe aggiungere ogni anno più di carbonio in atmosfera, come ulteriore e importante fonte, il cambiamento dell'uso del territorio.
Il sito dove Alaska Schuur e colleghi hanno svolto le loro ricerche è stato controllato nel corso degli ultimi due decenni, con misurazione della temperatura del permafrost prima che questo iniziasse a scongelare. Questa registrazione dettagliata accoppiati con lo studio di Schuur delo scambio di carbonio degli ecosistemi e il rilascio di vecchio carbonio fornisce un quadro completo delle dinamiche di scambio del carbonio, in risposta al disgelo del permafrost.
Schuur: "Le registrazioni di questo sito esistono su una scala temporale di decennali, nel senso che siamo in grado di calcolare in modo più accurato i piccoli passi del processo di cambiamento all'interno del sistema. Nel complesso, questi documenti di ricerche a lungo termine sulle piante ed il suolo, come i cambiamenti che si verificano nel disgelo del permafrost, sono in grado di fornire una base per fare previsioni sul lungo termine del bilancio del carbonio degli ecosistemi con maggiore sicurezza ".

Fonte : National Science Foundation
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