Veicoli elettrici - mobilità - tecnologie - ambiente - energia rinnovabile. L'esaurimento delle risorse e le conseguenti ripercussioni politiche ed economiche rendono necessario ridurre la dipendenza dall'importazione di prodotti petroliferi e spingere quindi verso lo sviluppo di fonti energetiche alternative. I veicoli elettrici possono utilizzare tecnologie e risorse nel modo più efficiente.


martedì 12 gennaio 2010

Detroit. Cobo ed Electric Avenue

Si è aperto ieri la 22a edizione del Salone dell'Auto, North American International Auto Show, al Cobo Center a Detroit nel Michigan. L'apertura al pubblico è prevista per sabato 16 gennaio per chiudere il 24. Qui di seguito una miscellanea di spezzoni di articoli da La Stampa e Il Sole 24 Ore che mette in evidenza la profonda crisi che sta affliggendo il mercato dell'auto a livello mondiale in particolare modo negli USA. L'interesse delle Case produttrici per le auto a trazione elettrica sembra più attaccata ad una realtà immanente fornita dall'amministrazione Obama ai Big Three con i contributi statali di sviluppo del settore diretti alle nuove tecnologie delle motorizzazioni elettriche ed ibride piuttosto che una chiara visione della limitatezza delle risorse disponibili oggi e ancor meno nel futuro . E' evidente che la crisi del settore non sia finita, movimenti tellurici stanno sconquassando i continenti preparando ridimensionamenti ulteriori e definitivi che alcuni manager automotive non vogliono vedere. Il loro motto sembra essere: carpe diem. Vedremo quanto resisteranno.



Gli Stati Uniti hanno perso la leadership globale, superati da un mercato cinese in espansione. Nonostante l’impennata di dicembre (+14,9%), le vendite registrano una flessione del 21,4%, con 10.254.128 consegne. Non andava così male dal 1982. Gm (2,08 milioni di veicoli) ha perso il 29,9%, Ford (1,67 milioni) il 15,3%, Chrysler (93.000) addirittura il 35,9% archiviando il peggior bilancio degli ultimi 47 anni. Le Case straniere più aggressive sul mercato americano nel 2009 hanno limitato i danni, calando meno della media: Toyota -20,2%, Honda -19,5% e Nissan -19,1%. Per la prima volta in Usa le vendite asiatiche hanno superato quelle dei marchi domestici. Volkswagen (-5,2%) ha migliorato la propria quota di penetrazione, qualche Casa ha perfino incrementato le vendite: Subaru (+15,4%), Kia (+9,8%), Hyundai (+8,3%). Il lusso europeo ha pagato la crisi con le perdite di Daimler (-17,8%) e Bmw (-20,3%) e una pesante flessione delle icone sportive come Ferrari (-14,2%), Porsche (-24,3%), Bentley e Maserati (-49,2%), Lamborghini (-53,2%).

A confermare il ruolo della politica nel salvataggio dell’industria automobilistica una delegazione del Congresso, guidata dal presidente della Camera Nancy Pelosi, visiterà il salone anche per verificare come sono stati spesi i soldi a carico dei contribuenti per salvare l’industria auto. Sono complessivamente 700 i modelli esposti al Cobo Center, di cui 40 debutti di modelli appena usciti di fabbrica. Grande spazio è stato riservato ai veicoli elettrici e ibridi, ai quali è stata dedicata una sezione esclusiva chiamata Electric Avenue. E a dimostrare quanto in un anno le cose siano cambiate ci sono gli spazi occupati dalle singole case all’interno del Cobo Center: lo stand di Ford sarà il 48% più grande dello scorso anno, mentre quello di General Motors sarà ridimensionato, visto che molti marchi del gruppo sono stati chiusi. «Ci sarà una differenza netta rispetto allo scorso anno. Ci sono una ritrovata speranza e un ritrovato ottimismo», spiega il presidente del salone Doug Fox. La kermesse di Detroit in sostanza potrebbe essere l’anno zero della rinnovata industria automobilistica proiettata verso le vetture ecologiche dando l’addio all’era delle «Big Three» (Ford, General Motors e Chrysler) per inaugurare l’epoca delle «Medium Six»: Gm, Ford, Toyota, Honda Nissan con il sesto posto che resta da assegnare, forse a Fiat-Chrysler, forse a Volkswagen, forse a Hyundai.

L'auto elettrica.
Anche se è presto per suonare il cessato allarme, in questi giorni tra gli stand si tornerà dunque a parlare più di modelli che di bilanci. Come già in passato, anche quest'anno il Salone vedrà il consueto contrasto fra le ambizioni sportive e le esigenze di economia e di riduzione dei consumi. Per questo riguarda quest'ultimo aspetto, grande protagonista l'auto elettrica, che si merita per la prima volta un settore di esposizione a parte: la Electric Avenue, che anche simbolicamente ha preso il posto degli stand dei marchi eliminati da Gm - Hummer, Pontiac. Ci saranno auto elettriche e ibride dei tipi più svariati. In primo luogo la piccola Toyota che si affianca alla Prius e che, secondo John McElroy di Autoline Detroit "Potrebbe essere l'auto che fa decollare il mercato". La Chevrolet Volt, con un'autonomia di 40 miglia in elettrico e un motore a benzina per ricaricare le batterie: sarà sul mercato già a fine anno. Debutto nel 2010 anche per la Nissan Leaf, elettrica integrale sviluppata in cooperazione con Renault. Non è un caso che Carlos Ghosn, numero uno di Renault e Nissan, sia tra i più ottimisti sul successo dell'auto elettrica: prevede infatti che tra dieci anni i veicoli elettrici al 10% del mercato. Qui negli Usa sono parecchi gli scettici. Lo stesso Lutz (Bob Lutz, numero due della Gm), pur alla vigilia di un debutto importante come quello della Volt, avverte che "per i prossimi vent'anni le auto elettriche forniranno tutt'al più un complemento alla strategia di trasporto"; ma non potranno costituirne l'ossatura.

Fonti: La Stampa e Il Sole 24 Ore
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4 commenti:

Silvano Robur ha detto...

Dovrebbe essere chiaro a tutti che l'unica direzione percorribile è quella di una economia basata su fonti rinnovabili.

Vedo molte incertezze nelle politiche economiche di molte case automobilistiche.

Il Giappone e la Francia hanno le idee chiare : il trasporto privato di massa si baserà sull'elettrico.

Verranno ottimizzate le infrastrutture deputate alla ricarica : si massimizzeranno gli utilizzi invenduti di energia elettrica prodotta nelle ore notturne.

No.
Non occorreranno nuove centrali elettriche.

Si utilizzeranno quelle esistenti facendole funzionare anche nelle ore notturne.

Si arriverà ad ottimizzare l'ammortamento degli ivestimenti delle infrastrutture energetiche : siano esse di produzione che di trasporto.

Un impianto che mi funziona 24 ore su 24 mi si ammortizzerà in un tempo dimezzato rispetto all'utilizzo di 12 ore giornaliere.

Sono molti ad averlo capito.

L'idrogeno è destinato ad una nicchia limitata e costosa.

Il ricorso alla produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile finalmente ci affrancherà dai costi di approvigionameno e sociali derivanti dall'uso dei combustibili fossili.

I combustibili fossili hanno un costo sociale non indiferente.

Basti pensare agli oneri assicurativi sugli infortuni e malattia sul lavoro INAIL degli operai nelle industrie petrolifere, estrattive, sia da pozzi che minerarie.

Sono oneri che pesano sulla produzione di energia ma che molti fingono di non conoscere.

I tumori prodotti dall'industria petrolifera, del carbone, del nucleare sono sottaciuti perchè ritenuti "oneri sociali" che vengono scaricati sulla fiscalità sociale.

Basta vedere le tabelle INAIL sugli oneri del costo del personale per rendersi conto dei reali importi messi in gioco.

Un pannello solare, una turbina eolica, una centrale idroelettrica, un impianto a biomassa comporta un impatto a livello sociale e territoriale molto limitato.

Il tutto senza parlare dei danni causati alle popolazioni residenti per le malattie derivanti da produzioni impattanti sull'ambiente.

Produzioni che generano danni anche permanenti come le polveri sottili prodotte dalla combustione di prodotti fossili.

Le auto elettriche sono favolose : non producono polveri sottili.

Ma solo silenzio e vivibiltà.

Massimo J. De Carlo ha detto...

condivido

Mauro ha detto...

Sono abituato a girare con l'auto elettrica ed alla luce (leggi "buio") delle domande dei curiosi mi rendo conto che il problema numero 1 è:
"il consueto contrasto fra le ambizioni sportive e le esigenze di economia e di riduzione dei consumi."

Massimo J. De Carlo ha detto...

Mauro, penso che fra poco le risposte se le daranno da soli.