Veicoli elettrici - mobilità - tecnologie - ambiente - energia rinnovabile. L'esaurimento delle risorse e le conseguenti ripercussioni politiche ed economiche rendono necessario ridurre la dipendenza dall'importazione di prodotti petroliferi e spingere quindi verso lo sviluppo di fonti energetiche alternative. I veicoli elettrici possono utilizzare tecnologie e risorse nel modo più efficiente.


giovedì 20 maggio 2010

Il carbone, produzione, costi ed effetti sul clima - 1/2

Un amico mi segnala che a pag. 96 dell'Internazionale datato 14 maggio 2010 si legge un articolo Marco Morosini ( analista ambientale del Politecnico federale di Zurigo) intitolato " Il futuro del carbone " , un tema spesso affrontato nel nostro blog categorizzato sotto il gruppo della limitatezza delle risorse del nostro pianeta.


Ogni euro di carbone venduto nel mondo causa più di un euro di danni all'ambiente e alla salute. Eppure molti paesi continuano a puntare su questo combustibile fossile.

Le riserve, stimate a 900 miliardi di tonnellate, potrebbero sostenere per più di un secolo l'attuale consumo, che è di sei miliardi di tonnellate all'anno.


Per altri è fissato entro il 2020-2030 il picco del carbone, per cui la produzione potrebbe cominciare a scendere non si sa quanto rapidamente.

Oggi con il carbone si producono un quarto dell'energia commerciale primaria mondiale, due terzi dell'acciaio e il 40 per cento dell'elettricità.

Negli Stati Uniti e in Germania si arriva al 50 per cento dell'elettricità.

In Cina al 70 e in Australia all’80.

Quasi due terzi del carbone vanno al settore elettrico e un terzo a quello industriale.

L'Italia produce il 17 per cento della sua elettricità con il carbone e vuole aumentare questa quota.

Da alcuni anni la produzione di carbone cresce più di quelle di gas e petrolio, e alcune stime del 2009 prevedono un aumento del 50 per cento entro il 2030.

La fortuna del carbone si deve al fatto che si trova in molte regioni del pianeta, è facile da estrarre e costa meno degli altri combustibili fossili.

I principali produttori sono Cina, Stati Uniti, India e Australia.

Secondo alcuni analisti, però, le riserve di carbone sono inferiori alle stime.

E i costi reali sono superiori ai prezzi di mercato. La differenza tra costi reali e prezzi riguarda tutte le merci, non solo il carbone. Gli scambi commerciali, accanto all'utilità per chi vende e chi compra, hanno anche degli effetti sugli altri, generati durante la produzione, l'uso o lo smaltimento di una merce.

Quando questi effetti sono dannosi, le merci sono “beni” per chi le vende o le compra, ma “mali” per gli altri.

Alcuni economisti li hanno chiamati “costi esterni” (Arthur Cecil Pigou) o “costi sociali” (Karl William Kapp) della produzione. Anche se vengono quasi trascurati nelle contabilità nazionali, i costi sociali di molte merci sono elevati e spiegano perché in alcuni paesi ricchi il pil cresce, ma il benessere diminuisce.

Gli effetti sul clima in questo post.
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3 commenti:

Silvano Robur ha detto...

L'uso del carbone per la produzione di energia elettrica ha favorito nel tempo il maturare di tecnologie volte alla divesa ambientale.
La cosa poi si è esasperata con il fatto che il carbone è stata da molti salutata come una valida alternativa al nucleare.
Più economico, dai costi strutturali certi.
Il carbone bruciato direttamente produce, quale, prodotto di combustione, CO2, SO2 (Anidride solforosa), SO3 (Anidride Solforica), NO2 (Anidride nitrosa), NO3 (Anidride Nitrica), ceneri ricche di silice.
Le anidridi solforose e solforiche, nonchè nitrosa e nitrica, combinandosi con il vapore acque presnete in atmosfera diventano acidi.
Queste precipitano a terra dando luogo alle temutissime piogge acide.
Non vi azzardate a farvi entrare una goccia d'acqua durante i primi istanti di pioggia nell'occhio : è la fase in cui la pioggia presenta la massima acidità.
Le piogge acide sono quelle che distruggono i nostri monumenti.
Infatti il carbonato di calcio di cui è costituita la pietra reagendo con l'acido solforico che cade con la pioggia, mi diventa solfato di calcio biidrato : ovvero gesso ! Il quale essendo solubile in acqua viene dilavato.
Per abbattere le emissioni dalla combustione del carbone si utilizzano in maniera sempre più diffusa i gassificatori : il carbone viene surriscaldato in recipienti sottopressione e ne viene ricavato un gas costuito da metano e monossido di carbonio.
Il combustibile così prodotto viene fatto espandere in una camera di combustione di una turbina a gas.
Il gas di combustione viene fatto passare in una caldaia per la produzione di vapore.
Il vapore viene fatto espandere in un'altra turbina.
Il ciclo prende il nome di ciclo turbogas - vapore ed ha rendimenti molto alti : anche il 50 %.
Il carbone fatto bruciare con calcare produce come sottoprodotto il gesso, molto utilizzato nell'ediliza.
Le ceneri, ricche di silice, è utlizzato per i cementi.
I fumi vengono compressi e sparati sottoterra, dove si combinano con le marne calcaree per produrre agglomerati di carbonato di calcio.
E questo per dimosstrare che il carbone è diventato un pò come il maiale : non si butta via niente.
Tutto bene allora ?
Nemmeno per sogno !
L'impatto ambientale e sociale dell'industria di estrazione del carbone è pesantissimo.
Avete mai visto una miniera a cielo aperto ? E' un enorme cratere a cielo aperto, nero, con i camion ed escavatrici che scendono e salgono per le rampe.
Un sottile velo di terreno ricopriva il giacimento.
E' stato completamente asportato.
Ma una volta tolto il carbone, cosa ci mettiamo al suo posto ?
Perchè altrimenti rimane il cratere.
Per la miniera in tunnel le cose vanno meglio : ma solo perchè non sono visibili.
Le vene esaurite vanno subito riempite per evitare crolli.
Per la salute degli addetti all'estrazione del carbone le cose non vanno meglio. Esplosione di gas metano (Il Grisù !), malattie polmonari, stress psicologici (Starsene in una galleria a 500 metri sottoterra, non mi pare che sia il massimo).
Ma anche per la popolazione le cose non vanno meglio.
Le particelle solide finissime che arrivano direttamente nei nostri polmoni.
Posso concludere dicendo che l'industria del carbone ha impatti devastanti, sull'ambiente inteso come sistema acqua - suolo - aria, sulla spesa socio - sanitaria.
Nel complesso le misure che ho descritto per limitare i danni, non potranno mai appianare l'impatto prodotto.

Massimo J. De Carlo ha detto...

Da tenere ben presente.

Anonimo ha detto...

Ogni miniera "celo aperto" lascia un buco, basta vedere quelle di Rame o Ferro o altre. Per le miniere "tunnel" oramai si usano enormi macchine escavatrici che scavano al posto degli uomini ad un minor costo, poi vengono riempite (Germania) di materiali inerti o lasciate semplicemente infatti non sempre è obbligatorio riempirle.
Per il resto, per me è tutto vero. Ma è anche vero che i costi di queste miniere sono spesso sovvenzionate statalmente in quanto oramai costa di più l'estrazione del carbone che l'energia resa.

Zio