Veicoli elettrici - mobilità - tecnologie - ambiente - energia rinnovabile. L'esaurimento delle risorse e le conseguenti ripercussioni politiche ed economiche rendono necessario ridurre la dipendenza dall'importazione di prodotti petroliferi e spingere quindi verso lo sviluppo di fonti energetiche alternative. I veicoli elettrici possono utilizzare tecnologie e risorse nel modo più efficiente.


giovedì 23 settembre 2010

2015, 100 diversi modelli di auto elettriche ed ibride

Si legge in un articolo su Hybridcar.com:

L'unica verità coerente nel settore automobilistico sulle previsioni di vendita è che tutte le previsioni siano sbagliate.

Tanto più ci si può aspettare che lo siano (sbagliate) quelle legate ad una tecnologia emergente come quella dei veicoli elettrici e ibridi. Le dimensioni del mercato e gli scenari rosei sono immaginati dalle case automobilistiche, dai governi e dagli ambientalisti piuttosto che concepiti in base a piani concreti. Ma se ci limitiamo ad osservare quei piani a breve termine, dei prossimi cinque anni, già esistenti siamo in grado di capire che potrà realizzarsi un mercato fiorente, pianificato, nel quale saranno presenti un centinaio di modelli elettrici con una trentina di modelli di auto elettriche pure a batteria, una cinquantina di ibride convenzionali e una ventina di ibride plug-in. Questi numeri vengono da Alan Baum, un analista del settore auto che gestisce da anni le previsioni del mercato auto, sin dal 1980. La sua previsione si basa su un modello previsionale bottom-up.

La crescita del mercato statunitense sarà del 4 o 5 per cento ( 900.000 ibridi e EV all'anno entro il 2015), potrebbe aprire la strada per una crescita ancora maggiore in una fase successiva. Infatti, le regole sempre più stringenti sul risparmio di carburante previste per il periodo compreso tra il 2017 e il 2025 forzatamente richiederà un massiccio spostamento sui veicoli ibridi, sostenendo anche un numero crescente di auto elettriche che indurranno l'amministrazione pubblica ad una offerta di crediti extra alle case automobilistiche per soddisfare tali standard sempre più elevati.

Attendiamo di verificare quanto sbagliata sia questa previsione. Molto probabilmente ci sarà una accelerazione verso l'introduzione di auto ibride più di quanto certi analisti classici del settore automotive pensino adesso. Ritengo che non ci sarà una crescita del mercato, ma una contrazione (numerica), nella quale i veicoli elettrici ed ibridi avranno sempre più spazio a scapito degli endotermici. Le date mettetele voi ... mi si è rotta la sfera di cristallo.


L'immagine è tratta dal film di George Pal "L'Uomo che visse nel futuro"  (1960) dal romanzo di H. G. Wells "La macchina del tempo" del 1895
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16 commenti:

Unknown ha detto...

Sono d'accordo sulla diffusione delle auto ibride, il tutto però dipenderà dal prezzo del petrolio. Sinceramente penso che il modo per indirizzare il mercato verso soluzioni più eco-friendly non si debba fare solo con incentivi, ma la parte principale deve essere realizzata con un prezzo del petrolio alto ottenuto grazie ad un ulteriore aumento della tassazione. Ciò permette la scelta giusta da parte dei clienti e non con auto che nel ciclo di omologazione consumano quasi la metà del reale!
Tra l'altro un prezzo del petrolio alto ha permesso di ripararsi in parte dalla crisi alle Case auto europee, mentre quelle americane hanno subito fortissime contrazioni che hanno aggravato la situazione.
Ricordo ancora un'intervista a BobLutz nel 2008 di cui ne ho parlato nel seguente articolo:
http://groups.google.it/group/hainz/web/mercato-americano?hl=it

Anonimo ha detto...

Aumentare ancora la tassazione sulle benzine?!? In Italia!? Bisognerebbe fare un'altra guerra in Abissinia... Non bastano gli Emission Debits previsti in tutta Europa a partire dai prossimi anni?
E poi, citare Bob Lutz... Uno che ha ripetutamente mostrato di conoscere bene i suoi Clienti... Prima contribuisce a portare al fallimento la GM, poi azzarda questa previsione: “Si, credo che l’Ampera e la Volt saranno un grande successo, probabilmente più in Europa che negli Stati Uniti, proprio per il discorso del il prezzo del petrolio...” . Pregasi leggere i numerosi articoli in rete a proposito delle straordinarie vendite della Volt in una manciata di Stati americani e in poche settimane. Meno male che almeno i progettisti e tecnici GM ci hanno creduto.

T. Fulvio ha detto...

Domenica sono andato a vedere la nuova toyota Auris ibrida...
23.000 euro. Ovvero poco più della turbo diesel pari equipaggiamento ma con il cambio elettronico di serie.
Credo la strada sia questa.
Qui sotto leggo che la Prius è l'auto più venduta in Giappone... quindi le ibride non sono più una chimera.
Credo che la differenza la farà il prezzo d'acquisto più che quello del petrolio.
Per le elettriche pure invece penso la strada sia ancora molto lunga.

Unknown ha detto...

@ Defcon
Avere tasse maggiori ha mitigato molto il rialzo del prezzo del petrolio. Per esempio ora che è basso lo si potrebbe portare a 1,8-2,0 euro con le tasse in modo da generare un comportamento virtuoso sin da ora. Nel caso si alzasse il prezzo del petrolio le tasse le si toglierebbero mano mano, così il nostro Paese sarebbe abituato a ciò e non ci troveremmo tra un pò alla "rincorsa" a comprare Prius come è avvenuto in America nell'estate del 2008.
A parte che Bob Lutz non è il padre e padrone di Gm e poi voglio vedere se dopo il botto iniziale continuerà a vendere.
Condivido poi quanto dice sulla maggior utilità della Volt in Europa in quanto noi europei abbiamo percorrenze inferiori e spesso a velocità inferiori (a Milano la velocità media difficilmente supera i 25-30km/h).

Hainz
http://groups.google.it/group/hainz?hl=it

Unknown ha detto...

La Auris HSD è molto valida e sicuramente superiore alla Insight. Quest'ultima aveva il vantaggio del prezzo inferiore, ma con limitazioni importanti che verranno soprattutto fuori con batterie abbastanza capaci da fare qualche km.
Il futuro è nell'ibrido full come Toyota che giustamente lo stanno sviluppando e prevedendo per tutti i suoi modelli con il risultato di abbassare notevolmente i costi per le economie di scala

Hainz

markogts ha detto...

@ defcon, capisco il fastidio del concetto, ma un aumento del costo dei carburanti è l'unica via praticabile per una seria riduzione delle emissioni di CO2. Non lo dico io ma il paradosso di Jevons: se le auto consumeranno meno, ma il carburante costerà lo stesso, la gente le userà ancora di più. Lo scopo invece è costringere la gente ad avere una macchina che consumi di meno *e* usarla di meno. E comunque l'aumento del prezzo succederà lo stesso prima o poi, causa picco del petrolio: tanto vale muoversi come spiega enzo.

markogts ha detto...

Sulle previsioni per il futuro: ovviamente ogni industria fa le proprie previsioni. Ma stiamo facendo i conti senza due osti: innanzitutto il prezzo del petrolio. La crisi lo tiene basso, sta ora a vedere cosa succederà. Col petrolio a 80$ non c'è speranza per alternative alla benzina.
Secondo oste molto importante è la politica economica, normativa e fiscale. Se l'Europa continuerà nella follia di incentivare il diesel soffocando i nostri centri cittadini solo per far contenta la Bosch, ad esempio. O se invece farà una seria politica di revisione delle procedure di misura dei consumi (oggi il ciclo ECE è una F A R S A !) L'Italia metterà il bollo sulla benzina, finalmente, in modo da pagare davvero per quello che si viaggia e non per tenere l'auto ferma in garage? Arriveranno tasse al km come in Olanda? Ci saranno sconti per le auto elettriche?

Insomma, tantissime variabili, ma pare che attualmente il problema più importante sia sapere dove dorma il cognato di Fini...

Anonimo ha detto...

@enzo @markogts
scusatemi ma mi sembra di sognare, anzi peggio, mi sembra di ragionare con Pecoraro Scanio... un aumento istantaneo del 60% delle benzine così, dall'oggi al domani, metterebbe in ginocchio qualunque economia, figuriamoci la nostra.
Più in piccolo, il sottoscritto, che si sobbarca 90km al giorno per andare e tornare dal lavoro, dovrebbe cambiare azienda, accontentarsi di quello che trova più vicino ma a due/terzi dello stipendio, ritrovandosi senza i soldi che servono per comprare il PHEV o il BEV.
Lungi da me l'inalberarmi a difesa della mia Insight (non mi piace neppure granché, l'ho scelta perché dopo 13 anni di diesel mi ero proprio scocciato di riempire i polmoni della gente di particolato), però non è così male: col piede leggero (ma con un 20% di strada percorsa in salita), dopo 30000km di percorrenza mi sono stabilizzato su 4,7l/100km

Anonimo ha detto...

Ah, dimenticavo: non è che tutto il contenimento delle emissioni di CO2 deve essere sostenuto dalla sola mobilità privata.
Per esempio io e la mia famiglia, sempre in piccolo, pur allontanandomi dal luogo di lavoro, in un piccolo terreno che abbiamo trovato solo lì, ci siamo potuti costruire una casa che si scalda e si raffresca con una manciata di kWh/anno.
Se per adesso il bilancio complessivo di CO2 per abitazione e mobilità della mia famiglia è positivo (40% in meno dopo il trasloco, mi piace ragionare coi numeri...), con micro-cogeneratore a pellet e BEV per il tragitto casa-lavoro possiamo arrivare a meno 70%).
Ma per sostenere questi costi io devo lavorare e affinché io possa lavorare l'azienda che mi paga lo stipendio deve continuare ad esistere e guadagnare.
Non ce lo dimentichiamo mai, Pecoraro Scanio è sempre dietro l'angolo...

Unknown ha detto...

Ovviamente non vorrei mai un aumento dall'oggi al domani, ma una crescita costante e imposta in tutta Europa. Pensate appena dopo la crisi che la benzina è crollata, ebbene se si avesse compensato in parte questa discesa con alcune ulteriori tasse gli utenti avrebbero comprato auto più risparmiose, magari costruito/comprato case di classe A o B ecc...
Tra l'altro una tassazione elevata permette sia di portare più gente verso trasporti a minor impatto ambientale (vedasi treno) sia un guadagno di competività da parte di energie rinnovabili.
Condivido quanto dice Markogts, bisogna cambiare il ciclo ECE che non è per niente veritiero!

Anonimo ha detto...

Insomma, quando un noto ministro di centro-sinistra affermò che "le tasse sono belle" a voi venne un luccicone di emozione...
Le cose starebbero così: siamo italiani, ma in ambito di indirizzi legislativi prima ancora siamo europei. Nel 2008 la Commissione Europea votò, all'unanimità, una Direttiva divenuta poi nota come pacchetto 20-20-20. L'obiettivo numero 1 è quello di diminuire entro il 2020 i livelli di emissione di gas serra del 20% rispetto alle emissioni del 1990. Gli altri due "20" sono riferiti a un aumento di tale quantità relativa di energia prodotta da fonti rinnovabili e di un incremento di altrettanta quantità relativa dell'efficienza energetica. Quest'ultimo punto è dove si inseriscono le nostre discussioni sulla mobilità elettrica, privata o pubblica che sia. Tali tre obiettivi, mandatori per gli stati membri, prevedono dei costi per traguardare l'obiettivo del limite di 2°C di aumento massimo della temperatura media della Terra.
L'aspetto più delicato di tutta la faccenda non è stato ovviamente l'enunciazione del principio, quanto il metodo e i criteri di suddivisione di questi costi fra gli stati membri. Il meccanismo scelto è stato a parere di molti il più virtuoso per il conseguimento dell'obiettivo, ossia l'Emission Trading. Questi costi sono quantificabili in percentuale di PIL.
C'è un contenzioso semiserio in atto fra il Governo italiano e la Commissione (leggasi il chiaro articolo di Marzio Galeotti su http://www.lavoce.info/articoli/-energia_ambiente/pagina1000699.html), ma il costo dell'emission trading per il ns paese è qualcosa che oscilla tra lo 0,51 e il 0,66% del PIL italiano (1,1-1,4% per la nostra semiseria Ministro dell'Ambiente).
Dove volete che vengano prelevati i quattrini per finanziarlo, se non anzitutto dai consumi di prodotti petroliferi?
Vogliamo ulteriormente tassare le benzine per "toglierci lo sfizio" di vedere più auto elettriche per le nostre strade?

markogts ha detto...

Tu la metti troppo sul piano politico, quando il problema è prettamente scientifico. Serve ridurre le emissioni di CO2, sì/no? Sta finendo il petrolio, sì/no? È vero il paradosso di Jevons, sì/no? Allora la necessità (o meno) di aumentare la tassazione sui prodotti petroliferi (la benzina non lo è?) ne discende automaticamente, Pecoraro Scanio o Prestigiacomo che ci sia.

Nota bene che l'idea di fondo mia non è quella di aumentare la spesa pro capite media per energia e sistemi, ma anzi di ridurla, sul lungo periodo (rispetto allo scenario "business as usual"). Ma per fare questo serve una scossa adesso. Hai detto di avere la Insight: hai fatto i conti di quanto ti risparmia in termini monetari? Non trovi assurdo che sia necessario incentivare le auto ibride? Non dovrebbe essere ovvio il risparmio a comprare una ibrida? Invece no, oggi, con la benzina a 1€40, il risparmio non è ovvio. E lo stesso vale per l'isolamento della casa e per quasi tutte le scelte di risparmio energetico. Io ho ristrutturato la casa l'anno scorso, facendo degli interventi ragionati. Solo di impianto ho speso circa 10.000 euro, ebbene quest'anno sulle bollette ho risparmiato circa 200€. Se uno valuta solo costi e risparmi, pensa che sono pazzo. È il turno degli infissi, adesso, con una rapida stima spannometrica vedo che potrei risparmiare altri 100€ all'anno di gas. Per farlo però devo spendere 6000 € in finestre. 60 anni di tempo di ritorno? Ovvio che lo farò, perché *so* che c'è da ridurre la CO2 e che si sta avvicinando una forte impennata dei prezzi del metano, ma quanti sono in grado di fare simili ragionamenti? Se il metano fosse più caro, sarebbe più semplice per tutti. Tutti oggi spenderebbero di più per spendere di meno quando i prezzi del petrolio saliranno alle stelle.

Se vuoi buttarla in politica, ecco, chiediamoci se un Paese privo di risorse fossili come l'Italia debba, in un simile quadro, giocare di rimessa o d'anticipo.

PS se potessi scegliere tra l'Italia con il 45% di pressione fiscale e la Svezia col 60, non esiterei un attimo, ma questo mi sembra OT.

Anonimo ha detto...

@markogts
Vedo che il nostro scambio sta diventando un tantino sordo e piccato: ti rammento solo che, la scelta di aumentare le accise sulle benzine è una scelta prettamente politica, di politica fiscale per la precisione, quindi la si deve buttare in politica per capire se la scelta è giusta. La comunità scientifica dovrebbe essere ascoltata, questo sì, ma le decisioni si prendono in Politica.

Mi fermo qui, vado un attimo sul generico e, sfiorando l'OT, pontifico suscitando sicuramente l'ilarità di qualcuno...

Mondoelettrico sta diventando a mio parere il contenitore di riferimento in Italia per tutto ciò che attiene la transizione delle energivore attività degli umani industrializzati verso la nobile energia elettrica. Non ho trovato in rete qualcosa di meglio, che sia focalizzato su questi temi e che li osservi dal punto di vista italiano. Tutto il merito va all'Autore, che ne ha avuto l'idea e lo sta sviluppando in tal senso; però, visto il numero di frequentatori e vista l'importanza degli assetti energetici per un paese industrializzato, mi piacerebbe che le discussioni prendessero una piega un po' più "adulta" e obiettiva.

Mi spiego meglio: i tempi delle campagne alla Al Gore dovrebbero essere terminati, mettiamoceli alle spalle. Anche il mondo scientifico dei climatologi sta rivedendo la sua (mancanza di) strategia di comunicazione, che finora ha generato parecchi autogol e prestato il fianco ai negazionisti. Non dimentico che è sicuramente anche grazie a queste campagne che molti cittadini del mondo occidentale e non sono ormai consapevoli che occorre rivedere il modo in cui si sfruttano le risorse del pianeta, in particolar modo per la produzione di energia a scopi industriali e civili e per la mobilità. Ma ritengo che, a questo punto, sia necessario un cambio di passo: adesso che siamo consapevoli degli obiettivi, quali sono le scelte migliori da fare? Quanto possiamo osare nello sviluppo e sfruttamento di alcune tecnologie a discapito di altre? Quali sono i criteri per garantire maggiore efficienza al sistema energetico? Quali sono i passi per garantire al nostro Paese la sicurezza energetica necessaria allo sviluppo?

In un contesto come questo blog credo quindi sia più opportuno affrontare questi temi senza il timore della complessità che sottendono, a volte enorme, facendo informazione con il contributo che ognuno può dare, anzitutto l'Autore. Meno tesi preconcette quindi e più approfondimenti, con tutti i numeri che servono per capire.

Parlando di gas serra, la vera sfida che ci attende è quella di riportare le nostre emissioni alla sostenibilità per il pianeta senza perdere un bit del benessere e opportunità che, con estremo sacrificio, i nostri pro-genitori ci hanno consegnato. Non occorre de-industrializzare, non occorre rinunciare al piacere di un viaggio, non occorre rinunciare a una doccia calda o una casa ben illuminata. E' una sfida tranquillamente alla nostra portata, abbiamo tutte le armi per vincerla, anche nel nostro Paese al di la dei palcoscenici dei teatrini della politica non ci manca davvero niente. Vista dai miei occhi, questa neo rivoluzione industriale è estremamente stimolante. Lasciamo perdere gli occhi tristi degli orsi polari intrappolati sul pezzo di banchisa alla deriva e rimbocchiamoci le maniche per gestire al meglio la transizione verso questa bellissima nuova era.

Anonimo ha detto...
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markogts ha detto...

Temo che tu legga ciò che vuoi leggere. Mi chiedo e ti chiedo dove io abbia parlato di rinunciare a qualcosa. Il mio punto è un altro: oggi risparmiare, fare le cose virtuose che elenchi, *non conviene*. Non sono un neo-luddista. Sono perfettamente d'accordo con te che abbiamo tutti gli strumenti per poter mantenere il livello attuale di benessere e ridurre contemporaneamente le emissioni, ma ti chiedo: perché non lo facciamo, o lo facciamo solo in pochi? Ti ho fatto un esempio banale con le finestre. Lo stesso si applica per i consumi dell'auto, vedi il fallimento della Polo 3L.

Forse tu pensi che io sia il tuo Pecoraro nero, se mi passi il gioco di parole. Ma non è così. Io vedo che il mondo non si muove, e non è una questione di lobby o di complotti, quanto il semplice fatto che l'essere umano fa solo ciò che gli conviene.

I consumi delle auto di oggi sono perfettamente calibrati in modo da ottenere il minimo, in termini attualizzati, della somma del prezzo di acquisto e del prezzo del carburante che l'auto consumerà nel suo ciclo di vita. Quello che dico è che bisogna spostare questo punto di equilibrio verso auto più care (perché complesse) ma più efficienti. E ci sono solo due modi per farlo: incentivare l'acquisto di auto che consumano poco o aumentare i prezzi del carburante. La seconda avverrà comunque nel giro di qualche anno, non lo dico io e non lo dice Pecoraro Scanio, lo dice l'esercito tedesco, tra gli altri. Inoltre, incentivando modelli specifici, si rischia di arrivare a una economia pilotata simil sovietica, dove magari un'altra idea vincente ma non contemplata dalle leggi non viene premiata (vedi appunto la succitata Lupo 3L, che non essendo ibrida né altro, non ha mai goduto di particolari incentivi, pur consumando, dieci anni fa, il 3%). Aumentando il prezzo del carburante, invece, *ogni* soluzione che permetta di ridurre i consumi viene equamente premiata. Compri casa sopra l'ufficio per non consumare nei tragitti casa-lavoro? Abiti dall'altra parte del mondo ma ogni mattina vai in aliante a lavorare? A me Stato non interessa *come* lo fai, a me deve interessare solo che tu lo il risparmio lo faccia. Che facciamo, attendiamo che ci siano incentivi per l'acquisto di case sopra gli uffici e per gli alianti?

Non sarebbe più logico, ad esempio, cominciare eliminando il bollo e il suo farraginoso sistema di gestione, trasferendo il gettito sulle accise?

Ultima considerazione: quando il petrolio schizzò a 140$ al barile, chi ha resistito meglio alla botta: l'Europa con le sue accise o l'America con la benzina quasi a prezzo di costo?

Ribadisco: in questi ragionamenti non c'è politica, non c'è destra o sinistra. Che poi sia la sinistra ad essere più sensibile a certi argomenti, ci può stare, ma il problema è, magari complesso, ma analizzabile solo in termini razionali e scientifici.