Veicoli elettrici - mobilità - tecnologie - ambiente - energia rinnovabile. L'esaurimento delle risorse e le conseguenti ripercussioni politiche ed economiche rendono necessario ridurre la dipendenza dall'importazione di prodotti petroliferi e spingere quindi verso lo sviluppo di fonti energetiche alternative. I veicoli elettrici possono utilizzare tecnologie e risorse nel modo più efficiente.


lunedì 30 gennaio 2012

Due idee elettriche per l'industria

Una prima idea, la cosiddetta industria diffusa sul territorio nazionale, è quella del retrofit elettrico o conversione elettrica. Trasformare le auto che già circolano su strada con motore termico in auto elettriche per un trasporto privato o pubblico (taxi) o trasporto merci nell'ambito cittadino con una percorrenza tra i 100 e i 150 km, ampiamente sufficiente per coprire le necessità quotidiane dell'80% degli utenti automobilisti. Cosa vuol dire industria diffusa e retrofit elettrico lo abbiamo (ri) spiegato nel post di qualche giorno fa "Conversione delle auto in elettriche. La Fase 2".

A noi di Eurozev farebbe molto piacere se il Ministro dell'Ambiente Corrado Clini volesse tenere in considerazione la nostra idea, messa in pratica,  come il miglior esempio per ottenere molteplici risultati tutti favorevoli: la riduzione delle emissioni di gas serra, CO2, riduzione delle importazioni di petrolio estero, riduzione drastica dell'inquinamento, ecc.. Il Ministro ha partecipato recentemente al Convegno ‘L’auto elettrica ama il green. Mobilità e rinnovabili' dove ha ascoltato gli oratori esprimersi su temi quali benzina alle stelle,  mobilità low carbon, sforamenti del tetto delle polveri sottili, incentivi alla mobilità carbon free, realizzazione di infrastrutture, le colonnine di ricarica,  la creazione di migliaia di posti di lavoro, un settore di sviluppo strategico per l'industria italiana,.ecc...

Ma per far compiere alla mobilità elettrica e all'industria italiana il balzo in avanti necessario occorrono scelte politiche e amministrative come accade in molti altri paesi europei. Non chiediamo particolari  incentivi, pur necessari per la partenza di una nuova industria che si ripagherà nel prossimo futuro da sola con migliaia di posti di lavoro, ma di avere una particolare attenzione, questa sì, sul nostro retrofit per il fatto che è al 100% italiano con materiali e prodotti italiani fatta eccezione per le batterie al litio. Per inciso, se il Ministero volesse darci una mano avremmo anche delle soluzioni per le batterie.

La seconda idea, viene dall'aver analizzato il discorso del tram e del filobus e capito quanto in concreto la soluzione della mobilità su binari sia estremamente costosa per la maggior parte delle tratte cittadine. Invece, soluzioni più terra terra riescono a risolvere buona parte dei problemi di mobilità e pendolarismo quotidiano, urbano, adottando pratiche possibili, veloci de economiche con i filobus.
Considerando lo stato economico nazionale di oggi e in che condizioni siano messe le aziende di trasporti pubblici locali è impossibile sostituire tutte le linee costituite da bus tradizionali con i tram, punto! I filobus sono una soluzione più vicina alla realtà.

Gli stessi ragionamenti li abbiamo trasferiti per analizzare il trasporto extra cittadino, sia per il trasferimento quotidiano dei pendolari che per le merci., quando le reti esistenti non siano sufficienti a soddisfare le necessità. Costruire nuove linee ferrate distruggendo ancor più il territorio nazionale è impensabile oltre che insostenibile economicamente (leggasi TAV Torino/Lione). Sfruttiamo ciò che già esiste e rendiamolo più razionale con alcune modifiche, poche, innovative, creando al contempo nuovi posti di lavoro. Il filocarro rappresenta questa idea innovativa che in realtà è vecchissima per il trasporto di merci e il filobus a lunga percorrenza, già presente in alcune nazioni. Non ci sono problemi di potenze in gioco. Le strade e le autostrade ci sono, manca solo l'elettrificazione delle tratte. Ne riparleremo in seguito.
(l'immagine è presa da un sito web)
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6 commenti:

Anonimo ha detto...

Chissà se qualcuno del Governo, impegnato nelle affabulazioni europeo-finanziarie, ha avuto il tempo di leggere queste valutazioni così importanti e cogenti.

Unknown ha detto...

Secondo me l'idea del filo camion deve essere presentata alle associazioni (lobbies) dei camionisti.

Toufic

raimondo ha detto...

Sarebbe molto bello porre in essere quest'idea. Magari nelle aree poco servite dalle ferrovie.

Solo quando il fatturato di ENEL supererà quello di ENI e Autostrade insieme allora vedremo qualcosa di simile a quell'immagine.
Oppure si potrebbe pensare a unificare la proprietà delle reti autostradali e ferroviarie nelle mani di un solo ente che concede a privati la gestione.

In questi giorni si sta parlando di separare la rete del gas da ENI (sul medello TERNA-ENEL).
Come vedreste una mega-società proprietaria di tutte le reti (acqua, gas, elettricità, ferrovie, autostrade)?

1) Esistono già in commercio camion a trazione elettrica?
2) E' possibile mettere dei contatori del consumo elettrico di questi filocarri per pagare esattamente il consumo?
3) Come si potrebbe risolvere il problema dei furti di rame dalle linee?

Massimo J. De Carlo ha detto...

Daniela, puoi scommettere sul no, non le leggerà mai, forse non sono importanti...
Toufic, per adesso non ho riscontri positivi(né negativi) da parte delle lobby.
Raimondo, esistono mezzi pesanti da lavoro in miniera. Se cerchi nel blog filobus esce qualcosa. Sul consumo non vi sono problemi,i contatori esistono. I furti? in una autostrada trafficata giorno e notte?

Silvano Robur ha detto...

Rispondo a Raimondo.
I camion elettrici o filo carri, con alimentazione da linea di contatto, esistono.

http://www.youtube.com/watch?v=JhqgVimGZRs

raimondo ha detto...

http://www.treehugger.com/cars/sixty-two-miles-of-new-electric-highway-to-nowhere.html

e questo lo vorrebbero fare in Svezia