Veicoli elettrici - mobilità - tecnologie - ambiente - energia rinnovabile. L'esaurimento delle risorse e le conseguenti ripercussioni politiche ed economiche rendono necessario ridurre la dipendenza dall'importazione di prodotti petroliferi e spingere quindi verso lo sviluppo di fonti energetiche alternative. I veicoli elettrici possono utilizzare tecnologie e risorse nel modo più efficiente.


mercoledì 30 gennaio 2013

Le difficoltà di smantellare le centrali atomiche

Tutte le centrali nucleari dovranno essere completamente smantellate prima o poi, impiegando decenni, a causa della contaminazione del reattore e delle strutture ed il trasporto del materiale inerte da qualche parte. Dove? Un redattore di Swissinfo è andato a cercare di capire cosa si deve fare presso un impianto atomico in pieno in Germania in piena decommissioning, di Mülheim-Kärlich sul Reno, a una cinquantina di chilometri a sud di Bonn. Le operazioni di demolizione  iniziate nel 2004 hanno occultato l'impianto che non è più visibile dall'esterno chiuso come è da  tende dotate di sistemi di aspirazione dell'aria, mentre  all'interno dell'edificio il reattore e le componenti metalliche vengono segate e e contemporaneamente pulite con potenti getti d'acqua ad alta pressione. Già spariti, in quanto smantellati, sono i motori, pompe, tubazioni e generatori di vapore. 13.000 tonnellate di materiale da portare all'esterno,  9'200 tonnellate sono già partite ma la quantità totale di materiale da portate via è la bellezza di  60.000 tonnellate. Una sfida enorme, che richiede tempo.
 Fuori dalla zona controllata, il materiale non è contaminato. La turbina e il generatore sono stati smontati e dovrebbero essere rimontati in Egitto. 13.000 tonnellate di materiale devono essere decontaminate dalle radiazioni e dimostrare che al momento sono esenti da contaminazione. Pulire significa irrorare con un getto d'acqua con una pressione fino a 2'000 bar che corrisponde a un getto d'acqua in un tubo di 20.000 metri di altezza. Ma delle circa 500.000 tonnellate di materiale e componenti dell'impianto di Mülheim-Kärlich, che devono essere smontate e smaltite, resteranno probabilmente 3'000 tonnellate di scorie radioattive.
Il terreno dove sorge la centrale diventerà un prato ma solo fra 20 anni . Deve passare attraverso un periodo di tempo nella cosiddetta fase di post-chiusura che dura fino a sette anni. Durante questo tempo, le barre di combustibile si raffreddano e vengono quindi rimosse. I lavori di demolizione devono essere approvati dalle autorità competenti e monitorati per tutta la loro durata. Si è dovuto creare ex novo anche la logistica per trasportare via il materiale che prima non esisteva con un impegno di 2 anni. Il materiale è accuratamente ordinato in base alla sua natura e riposto in contenitori  compatti, lunghi cesti, dalle dimensioni di 80 centimetri di larghezza e 120 centimetri di altezza. Ognuno di questi è controllato in un padiglione costruito appositamente a questo scopo, che dispone di un impianto di misurazione per verificare che non siano rimaste radiazioni. Il materiale viene infine portato via da un rottamaio e segue il normale percorso di riciclaggio, che a pieno regime raggiunge le cinque tonnellate di materiale al giorno
Una volta che l'edificio del reattore viene svuotato, rimangono ancora il reattore stesso e il suo guscio, con l'impiego di strumentazioni telecomandate a causa dei livelli di radiazione troppo elevati.

Il reattore deve essere smaltito in un deposito finale di scorie radioattive.

Dove va a finire il materiale decontaminato?

Il responsabile del progetto suppone  (suppone?) che il deposito finale sia una miniera abbandonata, la cui apertura è stata più volte rinviata, che entrerà in funzione al più presto nel 2025. Perciò stanno riflettendo se abbia senso smontare il reattore, scomporlo e trasportarlo ad un deposito di stoccaggio temporaneo, o se lasciarlo li dove è fino a quando il deposito finale potrà entrare in funzione. Bella soluzione!

Ma in sostanza la centrale tedesca ha prodotto corrente solo per 13 mesi, a causa di un errore delle autorità nel permesso di costruzione, nel 1988 ha dovuto essere spenta. Prima dell'inizio dei lavori di demolizione, nel 2004, sono dunque trascorsi 16 anni. Un lasso di tempo durante il quale gran parte degli elementi avevano superato la loro emivita. Con un periodo di emivita di 5 anni, la forza di radiazione era quindi già decaduta a un ottavo. Meno radiazioni significa meno contaminazione. Negli impianti che hanno funzionato a lungo, la contaminazione raggiunge la struttura dell'edificio. A un dato momento può esserci stata una fuga di vapore o una perdita. Così per esempio può essere stato contaminato l'intonaco o un pezzo di pavimento... da decontaminare. Se, ma, forse, supponendo. 




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