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mercoledì 20 maggio 2015

Un decimo del PIL è il calcolo dell'OMS dei costi per le morti premature da inquinamento atmosferico in Europa

Ancora un interessante articolo sul sito dell'Arpat, l'Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana, che riguarda un'indagine dell'Organizzazione Mondiale sulle morti causate dall'inquinamento nel continente europeo.

L'OMS calcola i costi delle morti premature da inquinamento atmosferico nel continente europeo, applicando la metodologia OCSE. Importante proseguire nella riduzione dell'inquinamento e orientare adeguatamente investimenti e incentivi nelle azioni più efficaci.
Secondo i calcoli dell’OMS, nel 2010 il costo economico delle circa 600.000 morti premature e delle malattie causate dall'inquinamento atmosferico, indoor e outdoor, nel continente europeo ha raggiunto i 1.600 miliardi dollari, un importo quasi equivalente a un decimo del prodotto interno lordo (PIL) di tutta l'Unione europea nel 2013.
 In una decina di paesi dell'Europa dell’est, delle 53 nazioni studiate, questo costo stimato al 2010 è pari o superiore al 20% del PIL nazionale, mentre in solo quattro nazioni (Svezia, Norvegia, Finlandia e Islanda) è inferiore all’1%; in Italia il costo stimato è pari al 4,7% del PIL.

Questo è quanto emerge dal primo studio realizzato a livello europeo per quantificare i costi dell'inquinamento atmosferico, elaborato dall'OMS in collaborazione con l'Organizzazione per la Cooperazione Economica e lo Sviluppo (OCSE), recentemente presentato al meeting tenutosi dal 28 al 30 aprile ad Haifa, dove sono stati discussi i progressi fatti in merito agli obiettivi fissati dalla Fifth Ministerial Conference on Viramento and Health (Parma 2010)

Nonostante gli alti numeri che ancora legano l'inquinamento atmosferico agli effetti sulla salute, le morti premature attribuibili sono comunque in netta diminuzione a partire dal 2005 per l'intera zona europea, grazie alla riduzione dell'inquinamento, tanto che solo in una mezza dozzina dei paesi che aderiscono all’OMS Europa si registra un leggero aumento.
Le stime economiche sono state elaborate utilizzando il metodo chiamato "Valore della vita statistica "(VSL) comunemente usato per la valutazione monetaria del rischio di mortalità da incidenti stradali. L'approccio usato basa il VSL principalmente sulle preferenze soggettive (disponibilità a pagare- WTP), valuta cioè il valore economico che un individuo attribuisce a una probabilità di riduzione del rischio di morte prematura. Si tratta di una metodologia già discussa anche da IRPET in Toscana e applicata nel 2005 nel report “Traffico e inquinamento: i danni per la salute dell'uomo e i costi sociali”.
In pratica il costo economico di un impatto di mortalità è dato dal valore VSL atmosferico stimato, moltiplicato per il numero di morti premature e il beneficio economico di un'azione mitigatrice diventa lo stesso valore VSL moltiplicato per il numero morti premature evitate.

Grazie ad uno sforzo di ricerca pluriennale portato avanti dall’OCSE è stato individuato un valore VSL per morte prematura di un adulto medio insieme a un metodo per il calcolo dei valori VSL nazione specifici (in considerazione delle influenze sociali sul valore della vita), a partire dall'anno 2005. Non c'è ancora accordo su come valutare il costo della morbilità, ma vi sono i presupposti per utilizzare come migliore stima di questo costo addizionale indicativamente un valore pari al 10% di quello totale per morti premature.
 Su questa base, al 2010 nei paesi della regione OMS Europa il costo economico per morti premature da inquinamento atmosferico va oltre 1.400 miliardi dollari, a cui si deve aggiungere un altro 10% per il costo di malattie dovute all'inquinamento, raggiungendo i 1.600 miliardi dollari.

Nel report si ricorda, inoltre, che oltre il 90% dei cittadini sono esposti a livelli annui di polveri sottili che sforano i valori consigliati dalle linee guida sulla qualità dell'aria dell'OMS e che questo ha causato, nel 2012, 482.000 morti premature dovute a malattie cardiovascolari e respiratorie, ictus e tumore polmonare. Nello stesso anno, l'inquinamento indoor ha provocato 117.200 morti premature, con valori cinque volte superiori nei paesi a basso e medio reddito rispetto a quelli con alto reddito.

Sulla base dei dati sull'inquinamento atmosferico nella regione OMS europa, gli autori del report “Economic cost of the health impact of air pollution in Europe: Clean air, health and wealth
evidenziano che dovrebbero essere implementate politiche di riduzione delle emissioni in determinati settori. Nel mirino, per il loro contributo all’inquinamento atmosferico indoor e outdoor, e conseguentemente per i costi sociali indotti, sono il trasporto su strada, il riscaldamento domestico e le combustioni industriali e agricole a carbone.

Nell'Unione Europea si è dimostrata vincente, ancorché imperfetta, la normativa sulla qualità dell'aria che ha portato comunque a notevoli progressi in termini di impatto sulla salute e sui costi nel corso degli anni. Tuttavia, in considerazione della persistenza di questo problema in Europa è auspicabile che vengano colmate le lacune nelle conoscenze esistenti e fatti investimenti nei modelli di consumo più efficienti, correggendo eventuali distorsioni prodotte da imposte e/o sussidi, ad esempio sui combustibili o sui sistemi di produzione di energia e di riscaldamento..

Come affermato da Zsuzsanna Jakab, Direttrice dell'ufficio regionale europeo dell'OMS, frenare gli effetti sulla salute dell'inquinamento atmosferico procurerà enormi vantaggi non solo perché si salveranno vite umane, ma anche perché si raggiungeranno risultati che valgono enormi somme di denaro.



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