Veicoli elettrici - mobilità - tecnologie - ambiente - energia rinnovabile. L'esaurimento delle risorse e le conseguenti ripercussioni politiche ed economiche rendono necessario ridurre la dipendenza dall'importazione di prodotti petroliferi e spingere quindi verso lo sviluppo di fonti energetiche alternative. I veicoli elettrici possono utilizzare tecnologie e risorse nel modo più efficiente.


giovedì 31 marzo 2016

Fatturato e ordinativi dell’industria

A gennaio il fatturato dell'industria, al netto della stagionalità, registra un incremento dell'1,0% rispetto a dicembre 2015, con variazioni positive sia sul mercato interno (+1,2%) sia su quello estero (+0,4%).

Nella media degli ultimi tre mesi, l'indice complessivo diminuisce dello 0,6% rispetto ai tre mesi precedenti (-0,8% per il fatturato interno e -0,4% per quello estero).

Corretto per gli effetti di calendario (i giorni lavorativi sono stati 19 contro i 20 di gennaio 2015), il fatturato totale segna un calo tendenziale dello 0,3%, sintesi di una flessione dello 0,6% sul mercato interno e un incremento dello 0,3% su quello estero.

Gli indici destagionalizzati del fatturato registrano incrementi congiunturali per i beni strumentali (+1,6%), i beni di consumo (+1,0%) e i beni intermedi (+0,8%), mentre segna una diminuzione per l'energia (-1,8%).

L'indice grezzo del fatturato cala, in termini tendenziali, del 3,3%: il contributo più ampio a tale flessione viene dalla componente interna dei beni intermedi.

Per il fatturato l'incremento tendenziale più rilevante si registra nella fabbricazione di mezzi di trasporto (+13,9%), mentre la maggiore diminuzione riguarda la fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-11,2%).

Per gli ordinativi totali, si registra un incremento congiunturale dello 0,7%, con variazioni positive per gli ordinativi interni (+0,6%) e per quelli esteri (+0,8%).

Nel confronto con il mese di gennaio 2015, l'indice grezzo degli ordinativi segna un aumento dello 0,1%. L'incremento più rilevante si registra nella fabbricazione di computer, prodotti di elettronica e ottica, apparecchi elettromedicali (+24,6%), mentre la flessione maggiore si osserva nella metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo (-6,4%).


I nostri grafici con i dati forniti dall'Istat.








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mercoledì 30 marzo 2016

Le rinnovabili e la produzione nazionale di energia elettrica a Febbraio

L'altro giorno abbiamo visto i consumi di energia elettrica in Italia a Febbraio, oggi portiamo a termine l'argomento trattando la produzione nazionale di energia elettrica e l'analisi delle rinnovabili nel contesto produttivo.

Prima di tutto, la produzione nazionale leggendo il comunicato stampa di Terna.

Nel mese di febbraio 2016 la domanda di energia elettrica è stata soddisfatta per l’81,9% con produzione nazionale e per la quota restante (18,1%) dal saldo dell'energia scambiata con l'estero. In dettaglio, la produzione nazionale netta (21,0 miliardi di kWh) è in flessione dello 0,1% rispetto a febbraio 2015.

Sono in crescita le fonti di produzione eolica (+44,2%), geotermica (+5,8%) e termoelettrica (+0,8%).

In calo le fonti idroelettrica (-21,3%) e fotovoltaica (-10,3%).


I nostri grafici

Per aiutarci nella comprensione con un semplice sguardo abbiamo realizzato come al solito, alcuni grafici.

La produzione nazionale dal 2009

 per anno solare si vede che siamo quasi al livello più basso


 
... e in sequenza mensile.

 
Il grafico seguente rappresenta l'andamento della produzione nazionale come sommatoria dei 12 mesi precedenti alla rilevazione del mese di riferimento.



La produzione fotovoltaica negli ultimi anni suddivisa per anno solare.


 
La produzione eolica negli ultimi anni suddivisa per anno solare con il notevole picco del mese trascorso.


Il grafico delle varie rinnovabili mostra il repentino calo dell'idroelettrico.

 
Qui sotto vediamo la quantità di energia prodotta da fonte idroelettrica separate dalle altre componenti rinnovabili sommate insieme.

 
Qui sotto è la quantità di energia termoelettrica rapportata a tutte le rinnovabili



Il grafico seguente, di forte Terna, mostra il ruolo delle componenti nella produzione di energia nei primi 2 mesi dell'anno in corso. Le rinnovabili (idroelettrica + geotermica/eolica/fotovoltaica)  valgono il 23,3% (Grafico Terna) .




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martedì 29 marzo 2016

Filtri antiparticolato diesel, indagato il ministero dei Trasporti

Questa notizia diffusa dal Fatto Quotidiano di qualche giorno fa è clamorosa. Il ministero dei Trasporti è indagato per inquinamento ambientale e omissione di atti d'ufficio.
Per il gip di Roma, Paola Di Nicola, i dirigenti del dicastero sanno da anni che la tecnologia dei Filtri antiparticolato non funziona, anzi, invece di ridurre le particelle inquinanti le trasformano in unità più piccole e pericolose che finiscono direttamente nei polmoni dei cittadini.
 Il gip di Roma potrebbe aver alzato il velo su uno degli scandali industriali più nascosti di sempre. La tecnologia dei Filtri antiparticolato (Fap) per i motori diesel (quelli che dovrebbero abbattere le polveri sottili) non funziona: anzi, è possibile che sia rischiosa per l'ambiente e la salute. Nonostante il pericolo sia noto da anni, al ministero dei Trasporti nessuno ha fatto niente. Per questo, dice il gip, tre alti dirigenti (tra cui il capo della Motorizzazione) vanno indagati per rifiuto e omissione di atti d'ufficio e, soprattutto, inquinamento ambientale.... i filtri antiparticolato furono indicati come rimedio tecnologico dalle industrie del settore, da allora sono montati su tutte le vetture – e pagati a caro prezzo dai consumatori e pure dallo Stato grazie a generosi contributi pubblici, gli ultimi elargiti ancora nel 2015 – per avere sul libretto la scritta “euro 4” o “euro 5”. Chi stabiliva l'efficacia dei Fap? Il ministero dei Trasporti, attraverso la Motorizzazione e i suoi Centri prova auto (Cpa). ... dalle perizie e dagli studi presentati, infatti, risulta che i Fap non sono affatto “ecologici”. Il contrario. I filtri lavorano così: bloccano le Pm10 e poi le bruciano finendo per sminuzzarle e produrre particelle inquinanti più piccole (Pm2,5 o inferiori) e pericolose.

Per leggere tutto l'articolo cliccare qui.


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sabato 26 marzo 2016

Dopo 115 anni la Scozia esce dal carbone, ora si punta sulle rinnovabili al 100%

Dopo 115 anni, la Scozia ha bruciato il suo ultimo pezzo di carbone per produrre energia elettrica. La centrale di Longannet, l'ultima e più grande centrale elettrica a carbone della Scozia, è stata definitivamente spenta giovedì scorso. Quello che una volta era la più grande centrale a carbone d' Europa, ha chiuso dopo 46 anni avendo come testimoni dello storico evento i lavoratori e i giornalisti riuniti nella sala di controllo principale.
"Ok, qui ci fermiamo," ha sentenziato un lavoratore un attimo prima di premere un pulsante rosso brillante che ha fermato le turbine a carbone che hanno generato l'elettricità per un quarto delle abitazioni scozzesi.

Con la chiusura di Longannet, la Scozia, un paese di circa 5 milioni di persone, mira ad avere abbastanza energia rinnovabile per alimentare il 100 per cento del suo fabbisogno di energia elettrica entro il 2020. E mentre l'Europa ha diminuito i suoi investimenti in fonti rinnovabili di recente, la Scozia sembra sulla buona strada per raggiungere i suoi obiettivi per l'energia verde. La produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili è più che raddoppiato dal 2007 costituendo la metà dell'energia elettrica consumata. Questo aumento nelle rinnovabili in Scozia segue un massiccio investimento nelle turbine eoliche onshore e offshore risultando ospitare il più grande parco eolico di tutto il Regno Unito. Whitelee Wind Farm vicino a Glasgow ha una capacità di 539 megawatt e genera elettricità sufficiente ad alimentare poco meno di 300.000 case.

La fine di Longannet è stata attesa  a lungo. Due anni fa, Scottish Power, che possiede Longannet, si è resa conto e affermato che l'impianto è troppo costoso da mantenere. Secondo il Guardian, ci si inchinò a una miscela di obsolescenza favorita dall'aumento dei costi di trasmissione e delle  tasse più alte per il livello di carbonio emesso. L'onere per produrre l'energia ora ricadrà sulle spalle delle centrali nucleari e del gas, così come delle energie rinnovabili, in particolare sui parchi eolici.

Ancora non sono state prese decisioni su quello che sarà fatto con il sito, anche se diverse proposte sono in fase di discussione, tra cui uno che avrebbe fatto di Longannet un centro di competenze sulle energie rinnovabili. Scottish Power ha detto che delinearà un piano entro la fine dell'anno.

Da parte loro, gli ambientalisti locali hanno accolto favorevolmente la fine di Longannet, ricordando che l'impianto ha bruciato intorno a 4,5 milioni di tonnellate di carbone all'anno, ed è stato responsabile di un quinto delle emissioni di gas climalteranti della Scozia. "Per un paese che praticamente ha inventato la rivoluzione industriale, questo è un passo estremamente significativo, che segna la fine del carbone e l'inizio della fine per i combustibili fossili in Scozia," ha concluso Richard Dixon, direttore degli Amici della Scozia. Adesso, con la chiusura di Longannet, l'unico impianto a combustibile fossile in Scozia resta un impianto a gas di Peterhead, nel nord-est.

Fonte: Think progress.org



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venerdì 25 marzo 2016

L'Italia aumenta gli aiuti al petrolio

Riporto alcuni stralci dell'articolo su 'la Repubblica' online che dimostra la scarsa lungimiranza del governo attuale riguarda alla programmazione energetica nazionale, miope e pericolosa.

Mentre il governo s'impegna a tagliare le emissioni serra, crescono gli incentivi per i combustibili fossili.... Nelle sedi internazionali da anni l’Italia si impegna a tagliare le emissioni di gas serra prodotte in larghissima parte bruciando combustibili fossili. Ma nel frattempo il governo aumenta i contributi ai combustibili fossili: siamo passati dai 12,8 miliardi del 2013 ai 13,2 miliardi di dollari del 2014 .... “Facendo addirittura peggio dei suoi predecessori, Renzi è riuscito a ostacolare le energie rinnovabili su tutti i fronti: cambiando in corsa accordi già sottoscritti con lo Spalma incentivi, modificando la tariffa elettrica per frenare il risparmio energetico e finendo per causare un aumento delle nostre bollette, bloccando i piccoli impianti domestici, specialmente quelli fotovoltaici”... Oltre la metà della nuova potenza elettrica installata nel 2015 su scala globale viene da fonti rinnovabili e in Germania gli incentivi all'energia dolce superano i 23 miliardi di euro mentre in Italia si fermano sotto gli 11 miliardi.

Per l'articolo completo cliccare qui.








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giovedì 24 marzo 2016

L'auto elettrica senza batterie verrà dal Giappone?

Un gruppo di ricercatori della Toyohashi University of Technology, venerdì scorso ha presentato un prototipo di veicolo elettrico che riceve l'alimentazione in modalità wireless da un sistema di trasmissione di potenza sepolto sotto il manto stradale. L'auto elettrica monoposto risulta essere un prototipo modificato sulla base della vettura realizzata dalla Toyota, la Com.  Presentata ai media sulla pista di prova di  Toyohashi, nella Prefettura di Aichi, ha raggiunto una velocità media di 10 km orari al giro. La Com 'normale' è solitamente alimentato da un pacco batteria di 120 kg con accumulatori al piombo-acido, rimosso per l'occasione dal team guidato dal professor Takashi Ohira, per installare al suo posto un circuito raddrizzatore.

Il prototipo viene alimentato da una coppia di elettrodi inserite all'interno delle due ruote anteriori e  nastri di acciaio  nascosti sotto la superficie la pista. La trasmissione di potenza tra i nastri d'acciaio e gli elettrodi si ottiene utilizzando una corrente di spostamento ad alta frequenza, che viene convertita in una corrente di alimentazione del motore dal circuito raddrizzatore. Una corrente 5 kW alla frequenza di 13,56 megahertz.

Secondo Ohira, che dirige il centro di ricerca dell'università per i veicoli del futuro, questo test ha ottenuto un buon successo soprattutto per avere dimostrato che un veicolo elettrico con equipaggio può funzionare senza disporre di una batteria a bordo. Il team continuerà a lavorare per migliorare le prestazioni di guida, l'efficienza e la sicurezza della trasmissione di potenza.  "Vogliamo iniziare a condurre prove su strada entro il 2022", ha detto Ohira, aggiungendo che il team spera di collaborare con gli operatori delle autostradale per abilitare tali test. (Fonte: Asian Review, Nikkei)

Non si parla di efficienza nè del costo di infrastrutture adatte per trasportare energia attraverso i famosi nastri di acciaio nascosti sotto la superficie stradale, particolari che, di primo acchito, ci fanno prevedere un futuro possibile tecnologicamente ma poco probabile in pratica.



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mercoledì 23 marzo 2016

Si ripercorrono le autostrade a buon ritmo


L'Aiscat ha pubblicato nel proprio sito web i dati relativi agli ultimi tre mesi del 2015 accompagnandoli con le osservazioni che riportiamo qui sotto, su Dicembre.
Il preconsuntivo dell'esercizio 2015 si chiude con risultanze di traffico che dal punto di vista complessivo confermano la piena ripresa iniziata nell'anno precedente dopo diversi esercizi trascorsi in negativo. Laddove nel 2014 si era assistito ad una prima inversione del trend, i dati complessivi correnti mostrano infatti una chiusura di anno caratterizzata da rialzi robusti ed assolutamente soddisfacenti sia per quanto concerne la componente veicolare leggera (+3,6%) sia per quanto concerne quella pesante (+3,8%), mentre le risultanze del singolo mese si attestano su valori anche essi più che buoni e pari rispettivamente a 4,5 e 5,6 percento.
I veicoli-chilometro percorsi globalmente sulla rete in questi dodici mesi sono stati quasi 79 miliardi e mezzo, dato questo assolutamente favorevole se confrontato con il suo analogo del 2014 che aveva invece raggiunto 76 miliardi e mezzo.
Passando agli indicatori sulla sicurezza stradale, il periodo si è caratterizzato per scostamenti minimi, in termini di valori assoluti, nei principali ambiti di riferimento. Sebbene ad una diminuzione del numero di eventi occorsi abbia fatto da contraltare un aumento della gravità degli stessi, l'esiguità dei numeri in questione (soprattutto per quanto concerne la mortalità dove si parla di numeri che superano di poco la decina), rapportata al rilevante aumento del traffico avvenuto, deve da un lato portare a considerare tali differenze come fluttuazioni fisiologiche della circolazione stradale e dall’altro lato deve indurre a valutare con prudenza il significato assunto dai relativi tassi percentuale.

I nostri grafici

Grazie ai dati forniti dall'Aiscat siamo in grado di procedere qui di seguito i nostri grafici del 2012, 2013, 2014, 2015 a cominciare dal traffico con il numero in milioni veicoli-km dei veicoli leggeri...


... e si prosegue con dal traffico in milioni veicoli-km dei veicoli pesanti, dove è evidente la distanza con lo stesso mese dell'anno passato e di due anni fa.




Il totale cumulato, leggeri e pesanti.






Ma i grafici non rendono bene la trama del racconto se non dal punto di vista meramente numerico di mese in mese. Altro discorso, più chiaro viene espresso con i tre grafici che seguono, ancora più significativi, in particolare il secondo dei quali mette in evidenza l'andamento di uno dei comparti che consideriamo come valido segnale dello stato di salute, buona o cattiva, della nostra economia, cioè quello relativo allo scambio delle merci effettuato con i mezzi pesanti, la produzione e la distribuzione e quindi, in definitiva, la ricchezza nazionale in movimento sulle ruote gommate. Vediamo qui sotto l'andamento con il grafico che prende in considerazione i 12 mesi precedenti al mese di rilevamento, relativo al traffico dei mezzi leggeri e pesanti destinati al trasporto delle merci .

Leggeri




Pesanti




Totali




Tutti i grafici segnalano una evidentissima crescita. Nessun dubbio. Buon segno? Forse. Non è da dimenticare, comunque, il fatto che la rete autostradale è cresciuta del 2,5% rispetto all'anno passato, e questo incide nell'incremento del traffico veicolare. Da questo indicatore rileviamo una crescita economica? Altri indicatori quali la disoccupazione, l'occupazione, la produzione industriale non sono così sicuri mentre alcuni dicono il contrario. Non tutto è ancora chiaro.
Stiamo a vedere cosa ci riserba il futuro, niente previsioni quindi, né ottimismo né pessimismo.




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martedì 22 marzo 2016

E' primavera con un giorno di anticipo dopo un inverno anomalo

Con un giorno di anticipo  è primavera, ma l'inverno anomalo ha risvegliato la natura da tempo, da allergie da polline a insetti.
E’ iniziata ufficialmente prima la primavera con l`Equinozio che quest'anno non cade il 21 marzo come da tradizione ma ha anticipato alle 5,30 del 20 marzo, segnando la fine di un inverno che è stato in Italia il terzo più caldo con una temperatura superiore di addirittura 1,76 gradi rispetto alla media del periodo di riferimento, dal punto di vista climatologico. E’ quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare che a causa principalmente dell'anno bisestile finisce prima un inverno anomalo che è stato anche segnato da un calo del 22 per cento delle precipitazioni secondo Isac Cnr.
I cambiamenti climatici sono ancora piu’ evidenti a livello planetario dove – sottolinea la Coldiretti - si è chiuso l'inverno climatologico  più caldo di sempre con una temperatura media sulla superficie della terra e degli oceani superiore di 1,13 gradi rispetto alla media del ventesimo secolo, secondo la banca dati Noaa, il National Climatic Data Centre che rileva i dati del periodo 1880 -2016.

Con l'inizio della primavera astronomica si verifica un progressivo prevalere nella giornata delle ore di luce su quelle di buio che segna il risveglio della natura. A causa delle condizioni climatiche anomale in Italia c’è stato in realtà un precoce risveglio delle piante con le fioriture che hanno provocato un inizio anticipato dl allergie da pollini. Sono anche già comparsi gli insetti dalla pericolosa processionaria dei pini alla cimice fino ai fastidiosi pappataci ma a preoccupare - sostiene la Coldiretti - sono soprattutto gli insetti nocivi per le piante che si presentano molto più numerosi a causa del caldo inverno.

Una situazione che preoccupa gli agricoltori ma anche - continua la Coldiretti - i 20 milioni di italiani con il pollice verde che trascorrono il tempo libero nei terrazzi, negli orti o nei giardini a curare piante, frutti e ortaggi e che quest'anno devono anticipare i lavori di preparazione dei terreni.

Gli effetti - continua la Coldiretti - si vedono anche sulle tavole dove è possibile trovare una grande varietà di primizie Made in Italy a prezzi particolarmente convenienti per i consumatori, considerato il periodo, per effetto dell'accavallamento nella maturazione delle diverse varietà di ortaggi. Dagli asparagi bianchi e verdi in anticipo di quasi un mese nel Veneto alle nespole dalla Sicilia ma sono anche arrivate dal Lazio, dalla Campania e dalla Puglia le prime fave, solitamente attese – precisa la Coldiretti - per il tradizionale appuntamento del primo maggio.




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lunedì 21 marzo 2016

Consumi di energia elettrica in Italia: a febbraio domanda stabile, +0,1%

Nel mese di febbraio 2016 la domanda di energia elettrica in Italia è stata di 25,4 miliardi di kWh, un valore in linea (+0,1%) con lo stesso mese dell'anno precedente. Depurata dagli effetti contrapposti di calendario e temperatura, la variazione della domanda elettrica di febbraio diventa tuttavia -2,2%: infatti, rispetto al 2015 quest'anno febbraio ha avuto un giorno in più in quanto bisestile e una temperatura media mensile superiore di circa 3 gradi centigradi.

I 25,4 miliardi di kWh richiesti nel mese di febbraio 2016 sono distribuiti per il 48% al Nord, per il 29% al Centro e per il 23% al Sud.

A livello territoriale, la domanda di energia elettrica nel mese di febbraio 2016 è risultata positiva al Nord (+1,4%) e al Centro (+0,3%) e negativa al Sud (-2,7%).

Nel mese di febbraio 2016 la domanda di energia elettrica è stata soddisfatta per l’81,9% con produzione nazionale e per la quota restante (18,1%) dal saldo dell'energia scambiata con l'estero. In dettaglio, la produzione nazionale netta (21,0 miliardi di kWh) è in flessione dello 0,1% rispetto a febbraio 2015. Sono in crescita le fonti di produzione eolica (+44,2%), geotermica (+5,8%) e termoelettrica (+0,8%). In calo le fonti idroelettrica (-21,3%) e fotovoltaica (-10,3%).

In termini congiunturali, la variazione destagionalizzata della domanda elettrica di febbraio 2016 rispetto al mese precedente è stata pari a -1,3%. Il profilo del trend si mantiene decrescente.

Nel primo bimestre del 2016 la domanda di energia elettrica è in flessione dello 0,8% rispetto ai valori del corrispondente periodo del 2015; a parità di calendario il risultato è -2,3%.

   Dal Comunicato stampa Terna del 17 marzo 2016

I nostri grafici

Di seguito vediamo i grafici da noi realizzati prendendo i dati ufficiali pubblicati da Terna a partire dal Gennaio 2006 ad oggi.

Per anno solare. Insomma, andiamo sui più bassi livelli mensili degli ultimi 10 anni.
 
   
 Per una migliore lettura degli ultimi 5 anni.

 
Qui vediamo, dal Gennaio 2006 ad oggi, i mesi in sequenza con la solita tendenza alla caduta costante eccetto l'anomalia registrata con l'impennata di Luglio/Agosto per dovuta uso dei climatizzatori per il caldo fuori norma.


 
Gli ultimi 5 anni

 
Nel prossimo grafico si evidenzia una sequenza di barre negative relative alle percentuali degli ultimi 36 mesi con un salto in terreno positivo per la maggior parte dei mesi del 2015 in particolar modo nei mesi estivi ed un ritorno al segno rosso.
 
 
Adesso prendiamo visione del grafico, significativo e chiaro, che rappresenta l'andamento dei consumi come sommatoria dei 12 mesi precedenti alla rilevazione del mese appena trascorso. Esso disegna il crollo progressivo, a gobba di cammello. Dopo la crescita dei mesi estivi dell'anno passato a causa delle condizioni climatiche avverse ed eccezionali, con i mesi estivi particolarmente bollenti, si nota un riallineamento negli ultimissimi mesi.



Per un aggiornamento della produzione nazionale di energia elettrica derivata da fonti rinnovabili rimandiamo la lettura ad un prossimo post dedicato.



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giovedì 17 marzo 2016

I consumi dei carburanti derivati dal petrolio a Febbraio

I consumi di petrolio a Febbriao sono aumentati del 7,2 % , come abbiamo visto nel post di qualche giorno fa, riportando il comunicato stampa relativo.
Favorito da un giorno in più dell'anno bisestile, si sono registrati conseguentemente anche gli aumenti del consumo dei carburanti (benzina + gasolio) nel mese di febbraio è risultata pari a circa 2,4 milioni di tonnellate, di cui 0,6 milioni di tonnellate di benzina e 1,8 di gasolio, con una crescita del 4,8% (+110.000 tonnellate) rispetto allo stesso mese del 2015.
Con un giorno di consegna in più, hanno rilevato le seguenti dinamiche: la benzina nel complesso ha mostrato un incremento del 4,7% (+26.000 tonnellate) rispetto a febbraio 2015 e il gasolio autotrazione del 4,9% (+84.000 tonnellate).
La benzina, nel primo bimestre, ha mostrato una flessione dell’1,0% (-11.000 tonnellate), il gasolio un rialzo dell’1,1% (+39.000 tonnellate).
Nei primi due mesi del 2016 la somma dei soli carburanti (benzina + gasolio), pari a circa 4,7 milioni di tonnellate, evidenzia un aumento dello 0,6% (+28.000 tonnellate).
 

Qui di seguito vediamo i nostri grafici preparati grazie ai dati forniti dal Ministero dello Sviluppo Economico offrono una visione d'insieme della situazione riguardante il consumo di benzina e gasolio da trazione.


Il consumo dei carburanti per autotrazione

Vediamo i grafici da noi realizzati per anno solare a partire dal 2007.

I consumi di benzina, continuano ad essere in linea con i consumi degli ultimi anni, cioè ai livelli più bassi dei 10 anni....
 
 

... mentre  il consumo di gasolio non brilla molto ma comunque è in aumento.


 

Qui sotto vediamo l'andamento dei mesi negli anni solari per il gasolio più la benzina, siamo al livello più basso.



Adesso vediamo i grafici che prendono in considerazione i consumi sommando i 12 mesi precedenti al mese di riferimento. Non fanno altro che confermare quanto detto sopra

Per la benzina, frena la caduta dei consumi ma continua a cedere...
 
 
... il gasolio accenna a crescere.
 
 
Il grafico della benzina + gasolio delinea non più una curva ma una retta incerta di stabilizzazione..



Diamo un'occhiata anche al consumo del Gpl da trazione essendo anch'esso un derivato del petrolio.



Pur crescendo del 4,9% in Febbraio, registra una stabilizzazione nella sommatoria dei 12 mesi precedenti. Il peso che ha questo gas  nella considerazione dei possessori di veicoli alimentati a gpl è misurato in 126 mila tonnellate, cioè un'inezia se confrontato al consumo dei carburanti tradizionali, benzina e gasolio, che insieme valgono quasi 2,4 milioni di tonnellate.




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